Cassina: provvedimento di fermo per Corrado Paroli, per gli inquirenti ci sono elementi per ritenere abbia ucciso la mamma
Risvegliatosi, non ha ancora reso un formale interrogatorio. Valuterà, con il suo legale, se parlare o meno con il PM titolare del fascicolo, prima dell'udienza di convalida del fermo che si terrà, con ogni probabilità, nella giornata di lunedì. Ma è stato lo stesso Corrado Paroli, dal letto d'ospedale, a fornire agli inquirenti "elementi - come gli ha definiti il Procuratore Ezio Domenico Basso - che non hanno lasciato spazio al dubbio".
Sarebbe stato lui - 48 anni, un lavoro alla Norda - nella ricostruzione di chi indaga, a togliere la vita alla madre Margherita Colombo, prima di tentare a sua volta di farla finita, dopo aver imbucato, nella casella delle lettera dell'abitazione dell'ex moglie, delle missive indirizzate alla donna e ai due figli, rendendo evidente la volontà suicidiaria.
Trovato altresì, anche un foglio manoscritto, con delle volontà post mortem. Niente manifesti funebri, un addio non pubblicizzato, avrebbe voluto. Ed invece l'unico funerale che sarà celebrato - è già stato concesso il nulla osta - sarà quello della 73enne, trovata cadavere sul divano di casa, nell'abitazione di via Castello a Cassina. Paroli, esanime, era lì vicino a lei, "riverso accanto alla madre", come detto ancora da chi sta coordinando le indagini, scattate all'accesso dei Carabinieri della Stazione di Introbio nel modesto appartamento dove l'anziana e il figlio si erano stabiliti a vivere, dopo la separazione di lui dalla consorte. E' stata proprio quest'ultima, figlia dell'ex consigliere regionale Stefano Galli, mancato qualche anno fa, a lanciare l'allarme, chiamando il 112. Rientrata a casa attorno alle 9 dopo essere uscita poco prima per delle veloci commissioni, ha trovato le missive di Corrado. Non c'erano la sera prima ne' tanto meno quando si è allontanata.
Le prime ore della mattina di lunedì, dunque, secondo gli inquirenti, sono quelle in cui il doppio dramma si sarebbe consumato, in un contesto che esclude presenze terze. Nessun segno di effrazione, niente che lasci pensare al coinvolgimento di estranei. E nemmeno tracce di violenza sul corpo della vittima. Solo la presenza di psicofarmaci: si attende l'esito degli esami tossicologici disposti, come pure dell'autopsia effettuata ieri, per aver certezza delle cause della morte della 73enne e dunque dell'ipotizzata intossicazione da farmaci che si stava portando via anche il 48enne, salvato invece dai sanitari intervenuti in posto, trasferendolo poi al Manzoni, dove si trova tutt'ora. Piantonato.
"Durante la sua degenza ci sono stati elementi che non hanno lasciato spazio al dubbio. Elementi che hanno portato al decreto di fermo. Si sta valutando un eventuale interrogatorio, prima dell'udienza di convalida che si terrà probabilmente nella giornata di lunedì" ha riferito, come già detto, il Procuratore, parlando di omicidio volontario, aggravato dal vincolo della parentela.
Restano, insieme alla presunzione di innocenza, in ogni caso, da chiarire svariati aspetti. A cominciare dall'eventuale assenso della signora Margherita a farla finita con l'amato figlio, ora unico indagato per la sua morte. Solo Paroli potrà dare una chiave per interpretare l'accaduto nel salotta di casa. Anche ai vestiti della mamma, fatti trovare sul letto, per gli inquirenti, messi lì quasi come fossero stati scelti in vista delle esequie.
Sarebbe stato lui - 48 anni, un lavoro alla Norda - nella ricostruzione di chi indaga, a togliere la vita alla madre Margherita Colombo, prima di tentare a sua volta di farla finita, dopo aver imbucato, nella casella delle lettera dell'abitazione dell'ex moglie, delle missive indirizzate alla donna e ai due figli, rendendo evidente la volontà suicidiaria.
Trovato altresì, anche un foglio manoscritto, con delle volontà post mortem. Niente manifesti funebri, un addio non pubblicizzato, avrebbe voluto. Ed invece l'unico funerale che sarà celebrato - è già stato concesso il nulla osta - sarà quello della 73enne, trovata cadavere sul divano di casa, nell'abitazione di via Castello a Cassina. Paroli, esanime, era lì vicino a lei, "riverso accanto alla madre", come detto ancora da chi sta coordinando le indagini, scattate all'accesso dei Carabinieri della Stazione di Introbio nel modesto appartamento dove l'anziana e il figlio si erano stabiliti a vivere, dopo la separazione di lui dalla consorte. E' stata proprio quest'ultima, figlia dell'ex consigliere regionale Stefano Galli, mancato qualche anno fa, a lanciare l'allarme, chiamando il 112. Rientrata a casa attorno alle 9 dopo essere uscita poco prima per delle veloci commissioni, ha trovato le missive di Corrado. Non c'erano la sera prima ne' tanto meno quando si è allontanata.
Le prime ore della mattina di lunedì, dunque, secondo gli inquirenti, sono quelle in cui il doppio dramma si sarebbe consumato, in un contesto che esclude presenze terze. Nessun segno di effrazione, niente che lasci pensare al coinvolgimento di estranei. E nemmeno tracce di violenza sul corpo della vittima. Solo la presenza di psicofarmaci: si attende l'esito degli esami tossicologici disposti, come pure dell'autopsia effettuata ieri, per aver certezza delle cause della morte della 73enne e dunque dell'ipotizzata intossicazione da farmaci che si stava portando via anche il 48enne, salvato invece dai sanitari intervenuti in posto, trasferendolo poi al Manzoni, dove si trova tutt'ora. Piantonato.
"Durante la sua degenza ci sono stati elementi che non hanno lasciato spazio al dubbio. Elementi che hanno portato al decreto di fermo. Si sta valutando un eventuale interrogatorio, prima dell'udienza di convalida che si terrà probabilmente nella giornata di lunedì" ha riferito, come già detto, il Procuratore, parlando di omicidio volontario, aggravato dal vincolo della parentela.
Restano, insieme alla presunzione di innocenza, in ogni caso, da chiarire svariati aspetti. A cominciare dall'eventuale assenso della signora Margherita a farla finita con l'amato figlio, ora unico indagato per la sua morte. Solo Paroli potrà dare una chiave per interpretare l'accaduto nel salotta di casa. Anche ai vestiti della mamma, fatti trovare sul letto, per gli inquirenti, messi lì quasi come fossero stati scelti in vista delle esequie.