Lecco: successo per la serata su Ghislanzoni dell'Ass. Bovara
Il maltempo di giovedì non ha scoraggiato i numerosi cittadini che hanno partecipato alla serata su Antonio Ghislanzoni, organizzata dalla “Associazione Giuseppe Bovara - Archivi di Lecco e della Provincia" in affiancamento alle iniziative per celebrare il bicentenario della nascita del poeta e scrittore, lecchese “universale”.
Nella grande sala dell’Officina Badoni, rinata grazie all'intervento della Fondazione comunitaria, lo studioso Franco Minonzio – che recentemente ha curato l’edizione di alcuni racconti e romanzi di Ghislanzoni da tempo non più ristampati – ha intrattenuto i presenti con un’interessante relazione sulla sua produzione scritta tra realismo, umorismo e rappresentazione della società.
Durante il suo intervento, Gianfranco Scotti ha "rapito" i presenti con la magistrale interpretazione di brani di Ghislanzoni, facendone emergere la penna sagace e quasi anacronistica, spesso profetica (come nelle sferzanti descrizioni umoristiche dei suoi concittadini), ingiustamente trascurata per lungo tempo dalla critica locale.
La serata si è conclusa con la lettura recitata della spassosa “Ghislanzoneide” composta in dialetto lecchese da Uberto Pozzoli (1901-1930): protagonista è il busto dedicato dalla città ad Antonio Ghislanzoni che prende vita e racconta in chiave umoristica la sua vicenda, dalla pomposa inaugurazione nel piazzale di fronte alla stazione fino al suo “confinamento" nei depositi dei Musei Civici, con ultimo atto lo spostamento nell'attuale collocazione nei giardini del lungolago.
Nella grande sala dell’Officina Badoni, rinata grazie all'intervento della Fondazione comunitaria, lo studioso Franco Minonzio – che recentemente ha curato l’edizione di alcuni racconti e romanzi di Ghislanzoni da tempo non più ristampati – ha intrattenuto i presenti con un’interessante relazione sulla sua produzione scritta tra realismo, umorismo e rappresentazione della società.
Durante il suo intervento, Gianfranco Scotti ha "rapito" i presenti con la magistrale interpretazione di brani di Ghislanzoni, facendone emergere la penna sagace e quasi anacronistica, spesso profetica (come nelle sferzanti descrizioni umoristiche dei suoi concittadini), ingiustamente trascurata per lungo tempo dalla critica locale.
La serata si è conclusa con la lettura recitata della spassosa “Ghislanzoneide” composta in dialetto lecchese da Uberto Pozzoli (1901-1930): protagonista è il busto dedicato dalla città ad Antonio Ghislanzoni che prende vita e racconta in chiave umoristica la sua vicenda, dalla pomposa inaugurazione nel piazzale di fronte alla stazione fino al suo “confinamento" nei depositi dei Musei Civici, con ultimo atto lo spostamento nell'attuale collocazione nei giardini del lungolago.