Introbio: operaio investì un collega che morì. Prosciolto
Nel luglio 2022 era stato travolto da un furgone in retromarcia mentre prestava servizio, come ogni giorno, alle dipendenze di un'impresa edile di Introbio, in Valsassina.
Per Ion Cojocaru - 58enne nato a Chișinău e residente da qualche anno a Baiedo di Pasturo - non c'era stato nulla da fare. Troppo gravi i traumi riportati nell'impatto con il mezzo di lavoro, alla guida del quale sedeva un collega.
La vittima aveva appena iniziato il turno, quando si era appunto verificato l'infortunio che non gli lasciò scampo. Soccorso dai colleghi, era stato trasportato con l’elicottero in ospedale a Lecco, dove era deceduto poco dopo, a seguito appunto dei gravi traumi riportati al torace.
Sulla dinamica - o meglio, sulle cause della morte di Cojocaru - all'epoca dei fatti erano sorti non pochi dubbi. Pare che qualcuno fra i testimoni in posto, avesse visto il 58enne accasciarsi a terra prima di essere investito dal furgoncino. Non si escluse dunque, che l'operaio potesse essere stato colto da un malore improvviso, venendo poi travolto dall’autista del mezzo in retromarcia.
La Procura di Lecco nell'immediatezza dei fatti aveva aperto un’inchiesta, con indagini delegate ai carabinieri - e accertamenti a capo di Ats Brianza - disponendo altresì l'autopsia sulla salma del lavoratore.
Stamani, a oltre due anni di distanza, della vicenda si è discusso in Tribunale a Lecco. Dinnanzi al giudice per le udienze preliminari, Salvatore Catalano, è comparso infatti il lavoratore alla guida del mezzo, iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale (589 cp). A inizio ottobre, in aula, il PM titolare del fascicolo ne aveva chiesto il rinvio a giudizio; posizione alla quale si era associato il legale milanese che - per conto del figlio della vittima - si era costituito parte civile. Il difensore dell'imputato, di contro, si è battuto per l'emissione di un provvedimento di non luogo a procedere.
E così è stato. Il giudice ha prosciolto l'imputato perché il fatto non costituisce reato.
Per Ion Cojocaru - 58enne nato a Chișinău e residente da qualche anno a Baiedo di Pasturo - non c'era stato nulla da fare. Troppo gravi i traumi riportati nell'impatto con il mezzo di lavoro, alla guida del quale sedeva un collega.
La vittima aveva appena iniziato il turno, quando si era appunto verificato l'infortunio che non gli lasciò scampo. Soccorso dai colleghi, era stato trasportato con l’elicottero in ospedale a Lecco, dove era deceduto poco dopo, a seguito appunto dei gravi traumi riportati al torace.
Sulla dinamica - o meglio, sulle cause della morte di Cojocaru - all'epoca dei fatti erano sorti non pochi dubbi. Pare che qualcuno fra i testimoni in posto, avesse visto il 58enne accasciarsi a terra prima di essere investito dal furgoncino. Non si escluse dunque, che l'operaio potesse essere stato colto da un malore improvviso, venendo poi travolto dall’autista del mezzo in retromarcia.
La Procura di Lecco nell'immediatezza dei fatti aveva aperto un’inchiesta, con indagini delegate ai carabinieri - e accertamenti a capo di Ats Brianza - disponendo altresì l'autopsia sulla salma del lavoratore.
Stamani, a oltre due anni di distanza, della vicenda si è discusso in Tribunale a Lecco. Dinnanzi al giudice per le udienze preliminari, Salvatore Catalano, è comparso infatti il lavoratore alla guida del mezzo, iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale (589 cp). A inizio ottobre, in aula, il PM titolare del fascicolo ne aveva chiesto il rinvio a giudizio; posizione alla quale si era associato il legale milanese che - per conto del figlio della vittima - si era costituito parte civile. Il difensore dell'imputato, di contro, si è battuto per l'emissione di un provvedimento di non luogo a procedere.
E così è stato. Il giudice ha prosciolto l'imputato perché il fatto non costituisce reato.
G.C.