Olginate: verso il 25 novembre una cena con Viviana Donadello, 'sopravvissuta' alla violenza

Si definisce una sopravvissuta, Viviana Donadello. Ed è proprio in virtù di questo suo status che ha capito di non poter trascorrere il resto della propria vita "nell'anonimato", avendo una missione troppo importante da compiere: quella di far capire alle donne vittime di violenza, come è stata lei quasi venticinque anni fa, che è possibile uscire anche dalla spirale più negativa, che l'amore per sé stesse deve prevalere su qualsiasi cosa.
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Viviana Donadello con il papà e il figlio

Roveretana di origine, ora Dirigente di comunità, correttrice di bozze, interprete di poeti e scrittori nonché presentatrice di serate letterarie ed eventi sociali, Viviana è stata ospite nella serata di ieri a Olginate, dove il Comune ha organizzato presso la ex scuola di Capiate, in collaborazione con la Pro Loco, una nuova edizione dell'ormai tradizionale cena di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, a una decina di giorni da quel 25 novembre che è diventato sinonimo di iniziative e manifestazioni di ogni tipo per accendere i riflettori su un fenomeno che, anche in Italia, sembra non accennare a placarsi, tanto che l'ultimo report del Ministero dell'Interno parla di ottanta femminicidi avvenuti in ambito familiare e affettivo solo nel 2024.
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Sulla sinistra le consigliere Elena Invernizzi e Alessandra Maggi con l'assessore Marina Calegari
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Sulla sinistra il vice sindaco Antonio Gilardi e l'assessore Pietro Valsecchi, a destra Roberta Valsecchi
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Viviana, intervenuta a Capiate con il papà e il figlio, ha portato con sé per l'occasione il suo libro "La Memoria della pelle", scritto nel 2019 e pubblicato in completa autonomia, nel quale ha raccontato la propria esperienza di donna vittima di violenza ma capace, fortunatamente, di "scappare", salvarsi e rinascere, con quel coraggio e quell'amor proprio che molte altre purtroppo non hanno, fino agli esiti più tragici di cui ormai sono piene le cronache.
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Il suo primo volume, al quale ne sta per seguire un secondo altrettanto speciale dal titolo "Tutti vogliono un lieto fine", è diventato nel tempo strumento di aiuto di un'associazione impegnata in Alto Adige proprio in questo ambito, e per tre anni consecutivi è stato scelto come argomento di tesina di terza media, dimostrando di essere un tramite di sensibilizzazione anche tra i più giovani, che ha avuto modo di incontrare direttamente nelle classi scolastiche.
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Sulla destra, di fronte al sindaco Marco Passoni, Amalia Bonfanti
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"Io sono la testimonianza concreta che ce la si può fare. E sono talmente grata alla vita da non voler fare altro che diffondere un messaggio positivo, di speranza e resistenza, cercando di raggiungere più persone possibili, donne ma anche uomini" ci ha detto Viviana Donadello tra una portata e l'altra della cena olginatese, preparata dai volontari della Pro Loco con un menù di tutto rispetto che prevedeva, per esempio, risotto alla barbabietola di un vivace colore fucsia e la nostra tipica polenta.
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Invitata in paese proprio da un componente dell'associazione che l'aveva conosciuta ancor prima di sapere la sua storia, la scrittrice altoatesina è stata accolta all'evento, tra gli altri, dal sindaco Marco Passoni e dal suo vice Antonio Gilardi, nonché dall'assessore Roberta Valsecchi che ha sottolineato l'importanza di una serata ormai immancabile nel calendario di iniziative olginatesi, che quest'anno ha cambiato location e, in parte, la squadra organizzativa, ma non il proprio obiettivo di sensibilizzazione e aiuto concreto.
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Alcuni volontari della Pro Loco
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I ragazzi della scuola di musica Reverb

I fondi raccolti grazie alla cena, infatti, saranno destinati all'associazione "L'altra metà del cielo - Telefono Donna Merate", rappresentata dalla presidente Amalia Bonfanti, attiva anche in paese dove è presente un appartamento confiscato alla mafia in cui vengono ospitate nel totale silenzio donne vittime di violenza con, eventualmente, i loro figli: solo in questo periodo ce ne sono tre, insieme a cinque minori.
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"Ovviamente sono molte di più, contando le nostre case distribuite su tutto il territorio, quelle che si rivolgono a noi in cerca di aiuto: molte sono straniere, che magari non hanno altri punti di appoggio in zona, ma anche le italiane non sono poche, anzi" ci ha spiegato Amalia Bonfanti. "La maggior parte ha con sé almeno un bambino, inoltre in questi mesi abbiamo accolto un paio di donne decisamente in su con gli anni, vittime della violenza dei loro stessi figli".
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L'intervento di saluto degli assessori Roberta Valsecchi e Marina Calegari

È per tutte loro, dunque, che ieri si è riempito il vecchio istituto di Capiate, con la speranza di poter azzerare questi numeri che portano con sé solo enormi drammi. A rendere ancora più speciale la serata, l'intrattenimento a cura degli allievi della scuola di musica Reverb.
B.P.
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