CM Val San Martino e Lario Orientale: anche Fasoli deposita lista e programma

Anche la "lista Fasoli" - che in realtà si chiama "Territorio e Comunità" - è stata depositata, congiuntamente ad un programma che, il sindaco di Mandello, auspica che tutti i colleghi coinvolti nella partita abbiano modo di leggere prima dell'assemblea elettiva e che, comunque andranno poi le cose, venga fatto proprio, nelle proposte, da chi si troverà a gestire la Comunità Montana Valle San Martino e Lario Orientale. 
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Riccardo Fasoli

Candidati al ruolo di assessore ci sono Paola Colombo (Monte Marenzo), Luca Tami (Caprino Bergamasco), Francantonio Corti (Malgrate) e Marina Calegari (Olginate, già nella Giunta uscente); per i supplenti Marco Passoni (Olginate), Antonella Sesana (Cisano), Danilo Riva (Ello) e Franco Spreafico (Monte Marenzo). Più limitato, rispetto ai 12 comuni snocciolati da Rusconi (a cui va aggiunto Ballabio, avendo Bussola in lista), l'elenco dei proponenti: "pro Fasoli", Mandello ovviamente, Caprino, Malgrate, Torre de' Busi, Olginate e Monte Marenzo. Sommando Ello e Cisano si chiude a 8. Decisivi i comuni che non hanno firmato nè per l'uno nè per l'altro aspirante presidente. Tra i non schierati c'è anche Vercurago, che esprime il vertice uscente della CM. 26 in totale le amministrazioni coinvolte. A Rusconi, che ancora oggi ha espresso amarezza per come si è arrivati a questo punto, manca un voto per sfondare quota 50%+1. Da parte sua Fasoli ribadisce il dispiacere circa l'indisponibilità dell'ex senatore a fare un passo indietro, passo che lui avrebbe fatto a sua volta, nel tentativo di trovare la quadra in maniera condivisa, senza però accettare pacchetti pre-confezionati.
Considera la CM, come da incipit del documento protocollato quest'oggi, come "luogo di comunità, laboratorio di sviluppo e di progresso civile capace di mettere in movimento le realtà locali, di incidere sui territori come soggetti propulsori dello sviluppo attraverso azioni di ricerca, promozione ed operatività".
Ma, analizzando lo status quo,  nella sua visione, in questa situazione sarà impossibile, poi, chiunque vinca, fare sintesi all'interno di un ente che, tra l'altro, paga ancora lo scotto di essere nato per fusione di due realtà distinte.
Se dovesse vincere lui, tra l'altro, il compito diventerebbe ancor più arduo, per il fatto, fisiologico, che avrà meno tempo a disposizione per “ricucire”, decadendo (prima ancora di conoscere il responso delle urne) già nella primavera 2026, quando Mandello andrà a elezioni.
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