Galbiate: la stazione sempre abbandonata. 'RFI ci ripensi'
"Comincia a far freddo, sala d'attesa chiusa (da mesi) con lucchetto, non sia mai che chi aspetta il treno possa sedersi. Le panchine all'esterno al mattino sono bagnate (e contornate da sporcizia). Il passaggio pedonale è ormai invisibile, con la caduta delle foglie si vedrà almeno la segnaletica verticale…".
È la descrizione - desolante - che propone una nostra lettrice della stazione ferroviaria di Sala al Barro, frazione di Galbiate.
Nulla di nuovo, in realtà. La situazione, infatti, era pressoché la stessa a luglio (eccetto che per i dettagli che rimandano alla stagione fredda…), quando ci erano giunte segnalazioni del tutto analoghe, e anche nei mesi precedenti, a testimonianza di un quadro che non è mai cambiato, sostanzialmente, da quando l'associazione dei Cacciatori ha spostato la propria sede altrove rinunciando al comodato d'uso gratuito dei locali a ridosso dei binari, che da allora risultano abbandonati - insieme alle aree esterne - con tutti i disagi del caso anche in termini di sicurezza e decoro. E oggi, in autunno inoltrato, non c'è alcun segnale di un possibile miglioramento. Anzi, tutto fa pensare che la situazione sia destinata a rimanere immutata, se non persino a peggiorare con l'arrivo dell'inverno.
"In questi mesi non si è mosso nulla, ma noi come Comune abbiamo sempre le mani legate perché, lo ricordo, la stazione ferroviaria non è casa nostra" ha commentato il sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli, precisando che comunque l'ente è impegnato quasi quotidianamente con i propri addetti per tenere pulita e ordinata, per quanto possibile, la zona interessata, che però appunto non sarebbe di sua competenza. "La questione è sempre la stessa: le condizioni poste da RFI per la concessione dei locali sono decisamente limitanti, in quanto prevedono un'apertura quotidiana della sala d'attesa, dalle 5.00 del mattino alle 22.00, oltre alla manutenzione ordinaria, alla pulizia e allo smaltimento dei rifiuti, che abbondano sempre. Nessuna associazione di volontariato è disposta a farsene carico, e mi sento di dire che è anche comprensibile; in estate avevamo avuto una richiesta, ma poi non se n'è fatto più niente".
"Se RFI, con cui peraltro non è mai semplice comunicare, non dimostrerà un minimo di apertura a rivedere queste condizioni saremo costretti a recedere dal comodato - un contratto che dura ancora qualche anno e che ci impegna come ente, anche nel fare da "tramite" di fronte a eventuali interessamenti -, e a quel punto la palla passerebbe solo ed esclusivamente nelle mani dell'azienda" ha proseguito Montanelli. "Noi cercheremo fino alla fine di trovare una soluzione per l'affidamento, ma RFI dovrebbe venirci incontro valutando anche opportunità diverse, magari coinvolgendo una cooperativa più strutturata perché è quasi impossibile che una gestione di questo tipo rimanga in carico a volontari. Così, altrimenti, si fa difficile".
L'invito ai pendolari e, in generale, a tutti i viaggiatori da parte del sindaco di Galbiate rimane quindi quello di armarsi di pazienza (la stessa che si rende necessaria, non di rado, nell'attesa dei treni...). E, soprattutto, di segnalare eventuali criticità agli enti preposti, dunque a RFI ed eventualmente al Comune.
È la descrizione - desolante - che propone una nostra lettrice della stazione ferroviaria di Sala al Barro, frazione di Galbiate.
Nulla di nuovo, in realtà. La situazione, infatti, era pressoché la stessa a luglio (eccetto che per i dettagli che rimandano alla stagione fredda…), quando ci erano giunte segnalazioni del tutto analoghe, e anche nei mesi precedenti, a testimonianza di un quadro che non è mai cambiato, sostanzialmente, da quando l'associazione dei Cacciatori ha spostato la propria sede altrove rinunciando al comodato d'uso gratuito dei locali a ridosso dei binari, che da allora risultano abbandonati - insieme alle aree esterne - con tutti i disagi del caso anche in termini di sicurezza e decoro. E oggi, in autunno inoltrato, non c'è alcun segnale di un possibile miglioramento. Anzi, tutto fa pensare che la situazione sia destinata a rimanere immutata, se non persino a peggiorare con l'arrivo dell'inverno.
"In questi mesi non si è mosso nulla, ma noi come Comune abbiamo sempre le mani legate perché, lo ricordo, la stazione ferroviaria non è casa nostra" ha commentato il sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli, precisando che comunque l'ente è impegnato quasi quotidianamente con i propri addetti per tenere pulita e ordinata, per quanto possibile, la zona interessata, che però appunto non sarebbe di sua competenza. "La questione è sempre la stessa: le condizioni poste da RFI per la concessione dei locali sono decisamente limitanti, in quanto prevedono un'apertura quotidiana della sala d'attesa, dalle 5.00 del mattino alle 22.00, oltre alla manutenzione ordinaria, alla pulizia e allo smaltimento dei rifiuti, che abbondano sempre. Nessuna associazione di volontariato è disposta a farsene carico, e mi sento di dire che è anche comprensibile; in estate avevamo avuto una richiesta, ma poi non se n'è fatto più niente".
"Se RFI, con cui peraltro non è mai semplice comunicare, non dimostrerà un minimo di apertura a rivedere queste condizioni saremo costretti a recedere dal comodato - un contratto che dura ancora qualche anno e che ci impegna come ente, anche nel fare da "tramite" di fronte a eventuali interessamenti -, e a quel punto la palla passerebbe solo ed esclusivamente nelle mani dell'azienda" ha proseguito Montanelli. "Noi cercheremo fino alla fine di trovare una soluzione per l'affidamento, ma RFI dovrebbe venirci incontro valutando anche opportunità diverse, magari coinvolgendo una cooperativa più strutturata perché è quasi impossibile che una gestione di questo tipo rimanga in carico a volontari. Così, altrimenti, si fa difficile".
L'invito ai pendolari e, in generale, a tutti i viaggiatori da parte del sindaco di Galbiate rimane quindi quello di armarsi di pazienza (la stessa che si rende necessaria, non di rado, nell'attesa dei treni...). E, soprattutto, di segnalare eventuali criticità agli enti preposti, dunque a RFI ed eventualmente al Comune.