CP Madonna della Rovinata: la 'benedizione' natalizia la portano i laici (con accorgimenti anti truffa)
La benedizione natalizia? Diventa una preghiera, con una selezione di laici incaricati di passare casa per casa. Succede già da tempo in tante parrocchie. Una novità assoluta, invece, per la Comunità Pastorale Madonna della Rovinata, accolta favorevolmente dal consiglio pastorale e dall'entusiasmo di una schiera di volontari pronti a svolgere tale servizio nei rioni di Belledo, Germanedo e Caleotto. "Non era per nulla scontato, perché il cambiamento, in ogni ambito della vita, non solo ecclesiale, è sempre difficile da accettare, spesso non per ragioni serie e motivate, ma per motivi irrazionali, di “pancia”, perché “si è sempre fatto così”. Lo denuncia spesso anche il Papa. Il fatto, invece, che questa nuova proposta sia stata promossa e accolta con favore, è un segno di grande maturità" spiega il parroco don Marco Rapelli.
"La prova del nove, però, sarà l’accoglienza che riceveranno i laici quando suoneranno al citofono o alla porta delle case. Ad aprire la porta ci saranno non solo cattolici informati e aperti al cambiamento, ma anche cattolici solo di facciata, che non partecipano alla vita ecclesiale, oppure persone indifferenti o di altre religioni che, però, sono stati sempre ben disposti ad accogliere il prete in casa, ma che potrebbero essere scettici ad accogliere dei laici, scambiandoli, magari, per Testimoni di Geova o per ladri e impostori (e avrebbero tutte le ragioni, perché capita spesso). Per evitare equivoci, i laici saranno identificati con nome e cognome indicati nella lettera che verrà consegnata alle famiglie (e con le loro foto all’ingresso dei condomìni), specificando il giorno e l’ora della visita e chiarendo che non passeranno a raccogliere soldi". Le eventuali offerte potranno essere infatti consegnate nelle chiese di riferimento, nelle apposite buse.
Sempre sulle pagine dell'informatore, don Marco puntualizza anche come si è arrivati a optare per estendere il ministero della visita alle famiglie anche ai laici, una scelta solo in parte riconducibile alla mancanza di un numero di sacerdoti congruo per arrivare in tutte le case. "Questa tradizione ha un valore missionario, che risponde al comando di Cristo di portare a tutti la pace di Dio e la gioia del Vangelo, testimoniando la presenza viva e vicina, sul territorio, di una comunità cristiana. Dunque, i veri e primi destinatari della missione, sono le persone che in chiesa non mettono mai piede, per le ragioni più diverse, per scelta o solo perché impossibilitati dall’età o da una malattia. Ne consegue, dunque, che i soggetti della missione non sono solo i preti, ma tutti i fedeli convinti che già vivono la vita ecclesiale e che sentono urgente il desiderio di comunicare a tutti la gioia del Vangelo. E’ la missione di una Chiesa “in uscita”, come continua a ripetere il Papa, che non si limita ad accogliere chi arriva, ma che cerca di raggiungere tutti. E’ vero che per noi preti, queste visite sono sempre state e continuano a rappresentare un’opportunità unica per conoscere direttamente le persone e le loro situazioni. Ma è altrettanto vero che, con meno preti disponibili, l’aiuto dei fedeli laici è essenziale per mantenere viva questa tradizione. Io sono Parroco di tre parrocchie, e mio desiderio sarebbe di riuscire, ogni anno, a visitare tutte le case, ma è impossibile. Con questo sistema, invece, per me e per don Andrea, sarà invece possibile visitare tante famiglie di tutte e tre le parrocchie. Ringrazio di cuore il nostro caro e prezioso don Giuseppe, che per motivi di salute non riesce più ad andare in tutte le abitazioni del Caleotto, per la sua disponibilità a benedire le ditte e le aziende delle nostre tre parrocchie. Infine, ritengo che questa “novità” abbia altri due vantaggi. Siccome i fedeli laici, nelle visite, non offriranno la “tipica” benedizione, ma un momento di preghiera e condivisione, ecco che i fedeli più “devoti”, che magari non riceveranno la visita del prete, saranno aiutati a comprendere che la benedizione del Signore impartita dal prete la ricevono comunque e sempre al termine di ogni Messa. Il secondo vantaggio è che tutti, anche i più “lontani” che, di solito, aprono la porta di casa al prete come se fosse uno sciamano e considerano la benedizione come un “portafortuna”, forse, con la visita dei laici, saranno maggiormente aiutati a purificare la fede da tante superstizioni che nulla hanno a che vedere con la fede cristiana, ma che sono ancora molto presenti".
"Concludo - la chiosa di don Marco - dicendo che sono molto entusiasta, ottimista e fiducioso nel promuovere e sperimentare questa “novità”, perché è un tentativo di provare a rispondere in modo adeguato alle esigenze richieste in questo cambiamento d’epoca. Essendo un tentativo, non ha la pretesa di essere la risposta più efficace, ma è solo sperimentando qualcosa di nuovo che potremo scoprirlo".
"La prova del nove, però, sarà l’accoglienza che riceveranno i laici quando suoneranno al citofono o alla porta delle case. Ad aprire la porta ci saranno non solo cattolici informati e aperti al cambiamento, ma anche cattolici solo di facciata, che non partecipano alla vita ecclesiale, oppure persone indifferenti o di altre religioni che, però, sono stati sempre ben disposti ad accogliere il prete in casa, ma che potrebbero essere scettici ad accogliere dei laici, scambiandoli, magari, per Testimoni di Geova o per ladri e impostori (e avrebbero tutte le ragioni, perché capita spesso). Per evitare equivoci, i laici saranno identificati con nome e cognome indicati nella lettera che verrà consegnata alle famiglie (e con le loro foto all’ingresso dei condomìni), specificando il giorno e l’ora della visita e chiarendo che non passeranno a raccogliere soldi". Le eventuali offerte potranno essere infatti consegnate nelle chiese di riferimento, nelle apposite buse.
Sempre sulle pagine dell'informatore, don Marco puntualizza anche come si è arrivati a optare per estendere il ministero della visita alle famiglie anche ai laici, una scelta solo in parte riconducibile alla mancanza di un numero di sacerdoti congruo per arrivare in tutte le case. "Questa tradizione ha un valore missionario, che risponde al comando di Cristo di portare a tutti la pace di Dio e la gioia del Vangelo, testimoniando la presenza viva e vicina, sul territorio, di una comunità cristiana. Dunque, i veri e primi destinatari della missione, sono le persone che in chiesa non mettono mai piede, per le ragioni più diverse, per scelta o solo perché impossibilitati dall’età o da una malattia. Ne consegue, dunque, che i soggetti della missione non sono solo i preti, ma tutti i fedeli convinti che già vivono la vita ecclesiale e che sentono urgente il desiderio di comunicare a tutti la gioia del Vangelo. E’ la missione di una Chiesa “in uscita”, come continua a ripetere il Papa, che non si limita ad accogliere chi arriva, ma che cerca di raggiungere tutti. E’ vero che per noi preti, queste visite sono sempre state e continuano a rappresentare un’opportunità unica per conoscere direttamente le persone e le loro situazioni. Ma è altrettanto vero che, con meno preti disponibili, l’aiuto dei fedeli laici è essenziale per mantenere viva questa tradizione. Io sono Parroco di tre parrocchie, e mio desiderio sarebbe di riuscire, ogni anno, a visitare tutte le case, ma è impossibile. Con questo sistema, invece, per me e per don Andrea, sarà invece possibile visitare tante famiglie di tutte e tre le parrocchie. Ringrazio di cuore il nostro caro e prezioso don Giuseppe, che per motivi di salute non riesce più ad andare in tutte le abitazioni del Caleotto, per la sua disponibilità a benedire le ditte e le aziende delle nostre tre parrocchie. Infine, ritengo che questa “novità” abbia altri due vantaggi. Siccome i fedeli laici, nelle visite, non offriranno la “tipica” benedizione, ma un momento di preghiera e condivisione, ecco che i fedeli più “devoti”, che magari non riceveranno la visita del prete, saranno aiutati a comprendere che la benedizione del Signore impartita dal prete la ricevono comunque e sempre al termine di ogni Messa. Il secondo vantaggio è che tutti, anche i più “lontani” che, di solito, aprono la porta di casa al prete come se fosse uno sciamano e considerano la benedizione come un “portafortuna”, forse, con la visita dei laici, saranno maggiormente aiutati a purificare la fede da tante superstizioni che nulla hanno a che vedere con la fede cristiana, ma che sono ancora molto presenti".
"Concludo - la chiosa di don Marco - dicendo che sono molto entusiasta, ottimista e fiducioso nel promuovere e sperimentare questa “novità”, perché è un tentativo di provare a rispondere in modo adeguato alle esigenze richieste in questo cambiamento d’epoca. Essendo un tentativo, non ha la pretesa di essere la risposta più efficace, ma è solo sperimentando qualcosa di nuovo che potremo scoprirlo".