Omicidio di Esino: l'aggravante resta, processo al via a gennaio a Como
Si svolgerà in Corte d'Assise a Como il procedimento penale a carico di Luciano Biffi, reo confesso dell'omicidio di Pierluigi Beghetto, l'assessore di Esino Lario ''freddato'' a colpi di falcetto lo scorso 21 aprile nel comune immerso nel Parco Regionale delle Grigne Settentrionali al quale era particolarmente legato, pur risiedendo fuori provincia.
Stamani il giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano ha infatti respinto l'istanza di esclusione dell'aggravante dei futili motivi contestata dalla Procura all'imputato, ''dirimpettaio'' della vittima. Un passaggio tecnico, ma particolarmente rilevante per il destino del 70enne, in carcere a Monza e non comparso accanto al proprio difensore, l'avvocato Giorgio Pagnoncelli del Foro di Lecco. E' stato quest'ultimo a chiedere la calendarizzazione di questa udienza; se la sua richiesta fosse stata accolta, Biffi avrebbe potuto beneficiare del giudizio abbreviato, ottenendo in partenza uno sconto di un terzo della pena. Una possibilità che gli è preclusa proprio in considerazione dell'aggravante contestata dalla pubblica accusa, rappresentata quest'oggi dal sostituto procuratore Chiara Stoppioni, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Giulia Angeleri, nel frattempo trasferita a Bergamo.
Stamani nel proprio intervento in aula, il PM ha chiesto di respingere l'istanza della difesa; una posizione alla quale si è associato l'avvocato Massimo Tebaldi in rappresentanza dei familiari di Beghetto, ovvero della moglie (presente personalmente in Tribunale) e dei due figli. Il legale ha anticipato l'intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento che prenderà il via a Como il prossimo 29 gennaio, dopo il giudizio immediato chiesto dalla Procura lecchese. La data dell'udienza era già stata calendarizzata ancor prima del passaggio odierno dinnanzi al GUP lecchese, che non ha mutato le sorti processuali di Luciano Biffi. Il giudice Catalano non è entrato nel merito dell'istanza, ritenendo che dovesse essere direttamente la Corte d'Assise ad esprimersi sulla richiesta di esclusione dell'aggravante formulata dall'avvocato Pagnoncelli, il cui intento era chiaramente quello di alleggerire in partenza, il più possibile, il conto che la Giustizia preseterà al 70enne.
Stamani il giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano ha infatti respinto l'istanza di esclusione dell'aggravante dei futili motivi contestata dalla Procura all'imputato, ''dirimpettaio'' della vittima. Un passaggio tecnico, ma particolarmente rilevante per il destino del 70enne, in carcere a Monza e non comparso accanto al proprio difensore, l'avvocato Giorgio Pagnoncelli del Foro di Lecco. E' stato quest'ultimo a chiedere la calendarizzazione di questa udienza; se la sua richiesta fosse stata accolta, Biffi avrebbe potuto beneficiare del giudizio abbreviato, ottenendo in partenza uno sconto di un terzo della pena. Una possibilità che gli è preclusa proprio in considerazione dell'aggravante contestata dalla pubblica accusa, rappresentata quest'oggi dal sostituto procuratore Chiara Stoppioni, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Giulia Angeleri, nel frattempo trasferita a Bergamo.
Stamani nel proprio intervento in aula, il PM ha chiesto di respingere l'istanza della difesa; una posizione alla quale si è associato l'avvocato Massimo Tebaldi in rappresentanza dei familiari di Beghetto, ovvero della moglie (presente personalmente in Tribunale) e dei due figli. Il legale ha anticipato l'intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento che prenderà il via a Como il prossimo 29 gennaio, dopo il giudizio immediato chiesto dalla Procura lecchese. La data dell'udienza era già stata calendarizzata ancor prima del passaggio odierno dinnanzi al GUP lecchese, che non ha mutato le sorti processuali di Luciano Biffi. Il giudice Catalano non è entrato nel merito dell'istanza, ritenendo che dovesse essere direttamente la Corte d'Assise ad esprimersi sulla richiesta di esclusione dell'aggravante formulata dall'avvocato Pagnoncelli, il cui intento era chiaramente quello di alleggerire in partenza, il più possibile, il conto che la Giustizia preseterà al 70enne.
G.C.