Calolzio: il dolore dei piccoli a Gaza, nella messa di San Martino con il vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme
Ha chiuso la celebrazione con un pensiero per Gaza, per il dolore dei piccoli, invitando a pregare San Martino, praticando l'amore. E' un 11 novembre in cui la tradizione, la devozione per il santo patrono, si avvita attorno alla stretta attualità quello odierno a Calolziocorte e in tutta la Valle che, del vescovo di Tour, porta il nome.
Non poteva che essere altrimenti con monsignor Bruno Varriano, vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme, all'altare, ospite dell'arciprete don Antonio Vitali (che oggi festeggia anche il compleanno) e dei suoi collaboratori don Valentino Ferrari e don Matteo Cortinovis.
Dopo aver presieduto già ieri la santa messa domenicale e dopo aver reso la sua testimonianza, raccontando la quotidianità e le aspettative dei popoli di Terra Santa, nell'ambito della cena di solidarietà promossa ieri sera dalla parrocchia, l'attuale vicario per Cipro, già Guardiano e Rettore della Basilica della Annunciazione di Nazareth tra il 2013 e il 2022, ha presieduto questa mattina il solenne pontificale, attorniato da tutti i sacerdoti della fraternità presbiterale, alla presenza, tra gli altri, anche di don Giancarlo Scarpellini e don Matteo Bartoli, rispettivamente già arciprete e già suo vicario, tornati entrambi in città per celebrare San Martino con la comunità.
"Stiamo vivendo momenti difficili" ha detto, senza giri di parole, nell'apprezzata omelia, monsignor Varriano, giudicando il periodo peggiore di momenti già drammatici vissuti direttamente in Terra Santa, dall'assedio alla Basilica della Natività tra l'aprile e il maggio 2002 durante la così detta seconda intifada alla guerra in Siria. Ha visto, del resto - ha raccontato - anche il Patriarca di Gerusalemme, il Cardinal Pierbattista Pizzaballa, espressione della Diocesi di Bergamo, piangere per il peso della situazione, con le preoccupazioni acuitesi ulteriormente negli ultimi giorni, con la rimozione del ministro della difesa Yoav Gallant, indicato come colui che facilitava l'accesso a Gaza degli aiuti, in termini di cibo, che Sua Eminenza in persona gestisce per sostenere settimanalmente circa due mila famiglie nella Striscia, cristiani come musulmani.
"San Martino è unione tra oriente e occidente. E' santo illuminante, mostra la figura del cristiano in ogni suo stato di vita". E' dunque "un santo da imitare", ha detto, soffermandosi poi, nella sua accorta riflessione, su concetti come carità - parola differente da elemosina che, ha ricordato, nella lingua ebraica non esiste e viene dunque tradotta come "fare giustizia" - e come "abbassarsi", perché Dio ci chiede di non identificarci con i potenti, ma con gli ultimi della terra. San Martino stesso è il vescovo dei poveri - lui che, come ricordato da don Andrea Pirletti nell'introdurre la cerimonia, "dividendo il mantello ha unito" - "ci invita a seguirlo sulla via dell'amore".
E se Calolzio, nella parole di don Antonio al termine della funzione, ha assicurato preghiera - “perché la pace arrivi al più presto” e amicizia, il vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme ha rinnovato la disponibilità a far da guida ai pellegrini che vorranno raggiungerlo a Cipro come pure per chi, non appena ci saranno le condizioni, vorrà tornare in Terra Santa, tornando così a sostenere anche la popolazione locale.
Non poteva che essere altrimenti con monsignor Bruno Varriano, vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme, all'altare, ospite dell'arciprete don Antonio Vitali (che oggi festeggia anche il compleanno) e dei suoi collaboratori don Valentino Ferrari e don Matteo Cortinovis.
Dopo aver presieduto già ieri la santa messa domenicale e dopo aver reso la sua testimonianza, raccontando la quotidianità e le aspettative dei popoli di Terra Santa, nell'ambito della cena di solidarietà promossa ieri sera dalla parrocchia, l'attuale vicario per Cipro, già Guardiano e Rettore della Basilica della Annunciazione di Nazareth tra il 2013 e il 2022, ha presieduto questa mattina il solenne pontificale, attorniato da tutti i sacerdoti della fraternità presbiterale, alla presenza, tra gli altri, anche di don Giancarlo Scarpellini e don Matteo Bartoli, rispettivamente già arciprete e già suo vicario, tornati entrambi in città per celebrare San Martino con la comunità.
"Stiamo vivendo momenti difficili" ha detto, senza giri di parole, nell'apprezzata omelia, monsignor Varriano, giudicando il periodo peggiore di momenti già drammatici vissuti direttamente in Terra Santa, dall'assedio alla Basilica della Natività tra l'aprile e il maggio 2002 durante la così detta seconda intifada alla guerra in Siria. Ha visto, del resto - ha raccontato - anche il Patriarca di Gerusalemme, il Cardinal Pierbattista Pizzaballa, espressione della Diocesi di Bergamo, piangere per il peso della situazione, con le preoccupazioni acuitesi ulteriormente negli ultimi giorni, con la rimozione del ministro della difesa Yoav Gallant, indicato come colui che facilitava l'accesso a Gaza degli aiuti, in termini di cibo, che Sua Eminenza in persona gestisce per sostenere settimanalmente circa due mila famiglie nella Striscia, cristiani come musulmani.
"San Martino è unione tra oriente e occidente. E' santo illuminante, mostra la figura del cristiano in ogni suo stato di vita". E' dunque "un santo da imitare", ha detto, soffermandosi poi, nella sua accorta riflessione, su concetti come carità - parola differente da elemosina che, ha ricordato, nella lingua ebraica non esiste e viene dunque tradotta come "fare giustizia" - e come "abbassarsi", perché Dio ci chiede di non identificarci con i potenti, ma con gli ultimi della terra. San Martino stesso è il vescovo dei poveri - lui che, come ricordato da don Andrea Pirletti nell'introdurre la cerimonia, "dividendo il mantello ha unito" - "ci invita a seguirlo sulla via dell'amore".
E se Calolzio, nella parole di don Antonio al termine della funzione, ha assicurato preghiera - “perché la pace arrivi al più presto” e amicizia, il vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme ha rinnovato la disponibilità a far da guida ai pellegrini che vorranno raggiungerlo a Cipro come pure per chi, non appena ci saranno le condizioni, vorrà tornare in Terra Santa, tornando così a sostenere anche la popolazione locale.
A.M.