Olginate: il sindaco invita gli alunni all'impegno verso tutti
Grande cerimonia nella mattinata di domenica 10 novembre a Olginate in occasione della ricorrenza del IV Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il programma si è aperto con la posa della corona d’alloro al Monumento ai Caduti di Capiate e, alle 9.00, la celebrazione della Messa a suffragio dei caduti con la presenza del coro ANA Dell’Adda, che ha deliziato i fedeli con canti tradizionali.
La celebrazione è entrata nel vivo con la partenza del corteo dalla Biblioteca civica di via Redaelli fino al cimitero. A prendervi parte, oltre a una parte dell’Amministrazione comunale, i rappresentanti della Polizia Locale, dei Carabinieri, dell’Avis, gli Alpini, i membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri e i Marinai, ma anche gli alunni della Scuola primaria “Gianni Rodari” e le loro insegnanti, con i musicisti della Banda Sociale Meratese che hanno guidato la sfilata per le vie del centro paese fino a giungere al Monumento ai Caduti posto fuori dal camposanto, dove le Penne Nere del coro dell’Adda hanno momentaneamente appeso la grande bandiera tricolore e intonato un canto. Davanti alla grande croce in ferro, poi, la Banda ha suonato l’Inno d’Italia.
Quindi tutti i presenti si sono recati al Monumento ai Caduti al centro del cimitero. A tenere le fila della cerimonia è stato l’agente di Polizia Locale Fabrizio Malighetti, che ha spiegato ai piccoli studenti l’importanza della celebrazione del IV Novembre e della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, e ha dettagliato loro ogni “passaggio” da compiere, a partire dalla posa della corona d’alloro sotto le note del “Piave”.
La parola è poi passata proprio gli alunni che hanno letto, un pezzetto ciascuno, una riflessione compiuta a scuola con le insegnanti a partire dall’11° Articolo della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. “Cosa significa per noi impegnarci nella pace? – hanno detto. – Imparare fin da piccoli a gestire le situazioni difficili senza urla né grida. Provare ad accoglierci e aiutarci a vicenda. Scontri e litigi non ci piacciono. Andare d’accordo ci fa stare bene. La storia siamo noi”.
A ringraziare gli alunni per le loro parole è stato il sindaco Marco Passoni, che ha poi spiegato che la ricorrenza diventa anche un momento di riflessione sulla nostra responsabilità di cittadini del mondo. “Le guerre del passato, purtroppo, non sono solo un capitolo chiuso della nostra storia, ma portano con sé delle implicazioni che continuano a segnare il nostro presente” ha detto, menzionando i confitti che stanno interessando Ucraina e Medio Oriente. “Le violenze ricorrenti, gli scontri che sembrano senza fine sono il triste riflesso di un'impasse politica che continua a negare la speranza di una soluzione pacifica. Ecco perché la nostra responsabilità non si limita al ricordo, ma si estende all’azione. Dobbiamo impegnarci per costruire un futuro migliore, un futuro in cui la diplomazia prevalga sulla violenza, la giustizia sulla sopraffazione, e la solidarietà sull'indifferenza".
"Non possiamo permetterci - ha proseguito - di restare indifferenti di fronte alle atrocità che quotidianamente vengono compiute in nome di un potere che non rispetta la dignità umana. La pace è possibile, ma richiede l'impegno di tutti. La guerra non è mai la soluzione, e ogni passo verso la pace è un passo che dobbiamo compiere insieme, con coraggio, determinazione e responsabilità” ha proseguito, spiegando che i conflitti hanno effetti non solo nei territori in cui sono combattuti, ma a livello globale. “E purtroppo, a soffrire non sono solo i combattenti, ma soprattutto le persone innocenti: i bambini, le donne, gli anziani, che non hanno alcuna responsabilità diretta”.
Come monito, il primo cittadino ha concluso il suo discorso spiegando che la vera pace non è solo quella che si ottiene con gli armamenti, ma è quella che costruisce le fondamenta di una società giusta, equa e inclusiva. “La pace che dipende da noi, e qui mi rivolgo soprattutto a voi ragazzi, è quella che possiamo coltivare ogni giorno con i nostri comportamenti, con le nostre scelte, con il nostro impegno verso gli altri. Dunque non è un concetto astratto, ma una realtà che possiamo e dobbiamo costruire quotidianamente”.
In ultima battuta il sindaco si è appellato a tutti i cittadini presenti, ringraziandoli per la loro presenza ma chiedendo anche l’impegno di riuscire a portare con loro un figlio o un nipote il prossimo anno. “Purtroppo siamo sempre meno a queste cerimonie. Bisogna fare un passaggio che ci aiuti a costruire il futuro”.
La cerimonia è ripresa con l’esecuzione da parte della Banda Sociale Meratese dell’Inno d’Europa, sempre introdotto dalle parole di Fabrizio Malighetti, che ha spiegato agli alunni il senso questo componimento. Il cerimoniere Mauro Sala ha poi rivolto un rapido saluto e ringraziamento a tutti e ha fatto sapere che grazie all’impegno della Pro Loco, dell’Aido e degli Alpini è stato ridato lustro alla piazzetta Don Gnocchi, rimettendo al suo posto la targa a lui dedicata.
Il corteo è quindi ripartito per fare ritorno al piazzale della biblioteca, dove la banda e il coro hanno regalato due ultime esibizioni per chiudere la cerimonia.
La celebrazione è entrata nel vivo con la partenza del corteo dalla Biblioteca civica di via Redaelli fino al cimitero. A prendervi parte, oltre a una parte dell’Amministrazione comunale, i rappresentanti della Polizia Locale, dei Carabinieri, dell’Avis, gli Alpini, i membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri e i Marinai, ma anche gli alunni della Scuola primaria “Gianni Rodari” e le loro insegnanti, con i musicisti della Banda Sociale Meratese che hanno guidato la sfilata per le vie del centro paese fino a giungere al Monumento ai Caduti posto fuori dal camposanto, dove le Penne Nere del coro dell’Adda hanno momentaneamente appeso la grande bandiera tricolore e intonato un canto. Davanti alla grande croce in ferro, poi, la Banda ha suonato l’Inno d’Italia.
Quindi tutti i presenti si sono recati al Monumento ai Caduti al centro del cimitero. A tenere le fila della cerimonia è stato l’agente di Polizia Locale Fabrizio Malighetti, che ha spiegato ai piccoli studenti l’importanza della celebrazione del IV Novembre e della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, e ha dettagliato loro ogni “passaggio” da compiere, a partire dalla posa della corona d’alloro sotto le note del “Piave”.
La parola è poi passata proprio gli alunni che hanno letto, un pezzetto ciascuno, una riflessione compiuta a scuola con le insegnanti a partire dall’11° Articolo della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. “Cosa significa per noi impegnarci nella pace? – hanno detto. – Imparare fin da piccoli a gestire le situazioni difficili senza urla né grida. Provare ad accoglierci e aiutarci a vicenda. Scontri e litigi non ci piacciono. Andare d’accordo ci fa stare bene. La storia siamo noi”.
A ringraziare gli alunni per le loro parole è stato il sindaco Marco Passoni, che ha poi spiegato che la ricorrenza diventa anche un momento di riflessione sulla nostra responsabilità di cittadini del mondo. “Le guerre del passato, purtroppo, non sono solo un capitolo chiuso della nostra storia, ma portano con sé delle implicazioni che continuano a segnare il nostro presente” ha detto, menzionando i confitti che stanno interessando Ucraina e Medio Oriente. “Le violenze ricorrenti, gli scontri che sembrano senza fine sono il triste riflesso di un'impasse politica che continua a negare la speranza di una soluzione pacifica. Ecco perché la nostra responsabilità non si limita al ricordo, ma si estende all’azione. Dobbiamo impegnarci per costruire un futuro migliore, un futuro in cui la diplomazia prevalga sulla violenza, la giustizia sulla sopraffazione, e la solidarietà sull'indifferenza".
"Non possiamo permetterci - ha proseguito - di restare indifferenti di fronte alle atrocità che quotidianamente vengono compiute in nome di un potere che non rispetta la dignità umana. La pace è possibile, ma richiede l'impegno di tutti. La guerra non è mai la soluzione, e ogni passo verso la pace è un passo che dobbiamo compiere insieme, con coraggio, determinazione e responsabilità” ha proseguito, spiegando che i conflitti hanno effetti non solo nei territori in cui sono combattuti, ma a livello globale. “E purtroppo, a soffrire non sono solo i combattenti, ma soprattutto le persone innocenti: i bambini, le donne, gli anziani, che non hanno alcuna responsabilità diretta”.
Come monito, il primo cittadino ha concluso il suo discorso spiegando che la vera pace non è solo quella che si ottiene con gli armamenti, ma è quella che costruisce le fondamenta di una società giusta, equa e inclusiva. “La pace che dipende da noi, e qui mi rivolgo soprattutto a voi ragazzi, è quella che possiamo coltivare ogni giorno con i nostri comportamenti, con le nostre scelte, con il nostro impegno verso gli altri. Dunque non è un concetto astratto, ma una realtà che possiamo e dobbiamo costruire quotidianamente”.
In ultima battuta il sindaco si è appellato a tutti i cittadini presenti, ringraziandoli per la loro presenza ma chiedendo anche l’impegno di riuscire a portare con loro un figlio o un nipote il prossimo anno. “Purtroppo siamo sempre meno a queste cerimonie. Bisogna fare un passaggio che ci aiuti a costruire il futuro”.
La cerimonia è ripresa con l’esecuzione da parte della Banda Sociale Meratese dell’Inno d’Europa, sempre introdotto dalle parole di Fabrizio Malighetti, che ha spiegato agli alunni il senso questo componimento. Il cerimoniere Mauro Sala ha poi rivolto un rapido saluto e ringraziamento a tutti e ha fatto sapere che grazie all’impegno della Pro Loco, dell’Aido e degli Alpini è stato ridato lustro alla piazzetta Don Gnocchi, rimettendo al suo posto la targa a lui dedicata.
E.Ma.