Valmadrera: con gli agricoltori la 74^ Festa del Ringraziamento
Festa del Ringraziamento in piccolo ma particolarmente densa di significato quella celebrata quest'oggi, domenica 10 novembre, a Valmadrera su iniziativa dei Volontari Amici di San Isidoro-Sasso di Preguda.
"Per fare un buon percorso educativo bisogna imparare a dire “grazie”. Ci hanno insegnato fin da piccoli a dire grazie, è un'abitudine che non dovremmo perdere. Però non basta” ha sottolineato, inquadrando il senso della giornata, Massimo Cariboni, in rappresentanza del sodalizio organizzatore, ispirato da quanto riportato su un calendario che inserisce proprio la parola “grazie” tra i 12 termini guida per un possibile percorso educativo.
“Si dice anche in questo testo che ci sono tre verbi collegati a “grazie”: riconoscere, ringraziare e restituire. I gesti che oggi compiono gli agricoltori in questa festa hanno un importante valore educativo, per tutti e sopratutto per le giovani generazioni. Perché l'agricoltore sa riconoscere che i frutti della terra sono dono di Dio e non solo della bravura dell'uomo, per questo ringrazia e poi generosamente dona quello che può, quello che ha raccolto, per i bisogni della comunità. Per questo permettetemi di dire che è bello, anche nel nostro piccolo, avere persone capaci di far vedere il bene, in un momento storico come questo in cui è soprattutto il male, l'odio, la guerra, la violenza, ad avere il predominio su tutto il resto. Per questo dico viva gli agricoltori, evviva la Festa di Ringraziamento”.
Al suo messaggio ha fatto seguito la benedizione impartita sui presenti e sui mezzi agricoli “schierati” lungo via Fatebenefratelli dal parroco don Isidoro Crelpaldi prima che il gruppetto muovesse verso il Monumento ai Caduti, per un doveroso omaggio.
“Chi si occupa di agricoltura, come voi, ha tanto da insegnarci. Soprattutto ha da insegnarci un intrinseco concetto di rispetto, della terra, e dei suoi tempi, sicuramente opposto a quel concetto di sfruttamento del territorio che spesso, insieme ai cambiamenti climatici, è alla base di tanti disastri che stiamo sempre più frequentemente vedendo” ha detto il sindaco Cesare Colombo, accompagnato dagli assessori Rita Bosisio e Antonio Rusconi, condividendo poi una riflessione recentemente proposta da Don Bruno Bignami, direttore dell'ufficio nazionale dei problemi sociali del lavoro.
"Dobbiamo tornare a seminare" ha detto il sacerdote e il primo cittadino valmadrerese ha rimarcato come questo sia un “concetto che vi riguarda, ma ci riguarda tutti. La semina, don Bruno, la vede declinata in due modi: da un lato seminare relazioni a salvaguardare il terreno, dall'altra seminare per coinvolgere nuove generazioni. Per la prima semina non c'è molto da inventarci: l'articolo 9 della Costituzione italiana dice già che c'è bisogno di salvaguardare l'ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare le biodiversità. Per la seconda semina bisogna cercare di passare alle nuove generazioni e aiutarle a scommettere che siano capaci di curare anche loro la terra. Don Bruno ci ricorda che è importante ridurre gli sprechi e i consumi, sostenere le comunità locali, favorire le conoscenze tradizionali, tutte diverse modalità per responsabilizzare i giovani. Per questo vanno educati al consumo critico, possono divenire modelli di ritorno alla terra e possono promuovere politiche agrarie esigenti, di lunga prospettiva. Io penso che questo non valga solo per i giovani ma un po' per tutti. Ed è per questo che penso che questa festa abbia ancora molto senso oggi. Ed è bello anche essere qui per ricordare chi ci ha preceduto e ci ha tramandato questi valori” ha detto ai piedi del Monumento dopo la deposizione di una corona e di un vaso di fiori.
Prima di avviarsi verso la parrocchiale per la messa, la chiosa del sindaco: “Vi lascio con un'immagine che è la stessa immagine che citava don Bruno, riprendendo il dipinto di Van Gogh che si chiama "Il seminatore", in cui la cosa strana è che il giallo del frumento e della messe è sul cielo ed invece a terra vi sono semi blu. E' un po' una metafora che ci dice che ogni volta che il contadino semina, è come se un pezzo di cielo venisse sulla terra. Con questa immagine di speranza, io vi auguro veramente una buona Festa del Ringraziamento".
"Per fare un buon percorso educativo bisogna imparare a dire “grazie”. Ci hanno insegnato fin da piccoli a dire grazie, è un'abitudine che non dovremmo perdere. Però non basta” ha sottolineato, inquadrando il senso della giornata, Massimo Cariboni, in rappresentanza del sodalizio organizzatore, ispirato da quanto riportato su un calendario che inserisce proprio la parola “grazie” tra i 12 termini guida per un possibile percorso educativo.
“Si dice anche in questo testo che ci sono tre verbi collegati a “grazie”: riconoscere, ringraziare e restituire. I gesti che oggi compiono gli agricoltori in questa festa hanno un importante valore educativo, per tutti e sopratutto per le giovani generazioni. Perché l'agricoltore sa riconoscere che i frutti della terra sono dono di Dio e non solo della bravura dell'uomo, per questo ringrazia e poi generosamente dona quello che può, quello che ha raccolto, per i bisogni della comunità. Per questo permettetemi di dire che è bello, anche nel nostro piccolo, avere persone capaci di far vedere il bene, in un momento storico come questo in cui è soprattutto il male, l'odio, la guerra, la violenza, ad avere il predominio su tutto il resto. Per questo dico viva gli agricoltori, evviva la Festa di Ringraziamento”.
Al suo messaggio ha fatto seguito la benedizione impartita sui presenti e sui mezzi agricoli “schierati” lungo via Fatebenefratelli dal parroco don Isidoro Crelpaldi prima che il gruppetto muovesse verso il Monumento ai Caduti, per un doveroso omaggio.
“Chi si occupa di agricoltura, come voi, ha tanto da insegnarci. Soprattutto ha da insegnarci un intrinseco concetto di rispetto, della terra, e dei suoi tempi, sicuramente opposto a quel concetto di sfruttamento del territorio che spesso, insieme ai cambiamenti climatici, è alla base di tanti disastri che stiamo sempre più frequentemente vedendo” ha detto il sindaco Cesare Colombo, accompagnato dagli assessori Rita Bosisio e Antonio Rusconi, condividendo poi una riflessione recentemente proposta da Don Bruno Bignami, direttore dell'ufficio nazionale dei problemi sociali del lavoro.
"Dobbiamo tornare a seminare" ha detto il sacerdote e il primo cittadino valmadrerese ha rimarcato come questo sia un “concetto che vi riguarda, ma ci riguarda tutti. La semina, don Bruno, la vede declinata in due modi: da un lato seminare relazioni a salvaguardare il terreno, dall'altra seminare per coinvolgere nuove generazioni. Per la prima semina non c'è molto da inventarci: l'articolo 9 della Costituzione italiana dice già che c'è bisogno di salvaguardare l'ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare le biodiversità. Per la seconda semina bisogna cercare di passare alle nuove generazioni e aiutarle a scommettere che siano capaci di curare anche loro la terra. Don Bruno ci ricorda che è importante ridurre gli sprechi e i consumi, sostenere le comunità locali, favorire le conoscenze tradizionali, tutte diverse modalità per responsabilizzare i giovani. Per questo vanno educati al consumo critico, possono divenire modelli di ritorno alla terra e possono promuovere politiche agrarie esigenti, di lunga prospettiva. Io penso che questo non valga solo per i giovani ma un po' per tutti. Ed è per questo che penso che questa festa abbia ancora molto senso oggi. Ed è bello anche essere qui per ricordare chi ci ha preceduto e ci ha tramandato questi valori” ha detto ai piedi del Monumento dopo la deposizione di una corona e di un vaso di fiori.
Prima di avviarsi verso la parrocchiale per la messa, la chiosa del sindaco: “Vi lascio con un'immagine che è la stessa immagine che citava don Bruno, riprendendo il dipinto di Van Gogh che si chiama "Il seminatore", in cui la cosa strana è che il giallo del frumento e della messe è sul cielo ed invece a terra vi sono semi blu. E' un po' una metafora che ci dice che ogni volta che il contadino semina, è come se un pezzo di cielo venisse sulla terra. Con questa immagine di speranza, io vi auguro veramente una buona Festa del Ringraziamento".