In viaggio a tempo indeterminato/353: la capitale che non c'è (ancora)
"Eccola, Wendy. La seconda stella, poi si volta e via sempre dritto". L'isola che non c'è di Peter Pan si poteva raggiungere così, con queste poche e chiare indicazioni.
Ma la storia che vorrei raccontare oggi non è di un'isola ma di una capitale, la capitale che non c'è (ancora).
Le coordinate in questo caso sono meno romantiche di quelle del libro ma non si può dire che la realtà, ancora una volta, non superi la fantasia.
0°58′22.7″S 116°42′31.8″E
Questi numeri inseriti sulla mappa portano ad un luogo verde vicino alla costa est del Kalimantan, nel Borneo indonesiano.
"Nusantara" si può leggere in qualche punto segnato sulla cartina.
Nusa (letteralmente "isole") e antara (letteralmente "esterne") è il termine sanscrito che diventerà il nome della nuova capitale dell'Indonesia.
Ebbene sì, questo Paese sta per cambiare capitale (ci vorranno ancora una ventina d'anni ma meglio portarsi avanti!).
È stranissimo pensarci. È un po' come se in Italia decidessimo di spostare la capitale da Roma a una nuova città che ancora non esiste e va costruita da zero.
Lo so paragonare Roma a Jakarta è decisamente un azzardo, ma rende l'idea della portata del cambiamento che ci sarà nel Paese.
Il progetto è dell'ex presidente dell'Indonesia, Joko Widodo, che il 17 agosto 2024, anniversario dell'indipendenza indonesiana, ha inaugurato ufficialmente la città.
Un mega progetto, annunciato nel 2019, che ha l'intento di arginare il problema dell'attuale capitale.
Jakarta, la megalopoli situata sull'isola di Java, sta sprofondando rapidamente a causa di un fenomeno geologico chiamato subsidenza. In pratica il terreno si abbassa perché gli strati di argilla e sabbia che lo compongono si compattano sempre di più.
Questo fenomeno avviene naturalmente, ma nel caso di Jakarta è stato accelerato da un eccessivo prelievo di acque dal sottosuolo.
Dagli anni ‘70 a oggi, la città è cresciuta moltissimo e la necessità di pompare acqua dal terreno è aumentata notevolmente. Quindi anche la subsidenza è cresciuta in modo esponenziale e la situazione peggiorerà ulteriormente nei prossimi anni.
Ad oggi, la città affonda tra 1 e 15 cm all’anno a seconda della zona. Il cuore della città, che si affaccia sul Mare di Giava, si è abbassato di circa due metri e mezzo negli ultimi dieci anni, cioè di una media di 25 cm all’anno.
Ad oggi il 40/50% dell’intera Jakarta si trova già sotto il livello del mare ma entro il 2050 potrebbe esserlo completamente.
Il governo, nel corso degli anni, ha messo in atto diverse misure per cercare di risolvere questo problema. Purtroppo, finora, gli interventi non stanno dando gli effetti desiderati e la città continua inesorabilmente a sprofondare.
L'alternativa a cui si è pensato, è di costruire quindi una nuova città.
Il progetto, che ha previsto un investimento di 32 miliardi di dollari, consiste nel realizzare una nuova metropoli all'insegna della sostenibilità ambientale e della tecnologia proprio nella giungla del Borneo.
Il luogo scelto per la costruzione è considerato strategico per diversi motivi.
Il primo è che il Borneo è meno soggetto a terremoti e altri disastri naturali rispetto all'isola di Java.
Un altro è il fatto che la nuova capitale sorgerebbe in una posizione geografica più centrale all'interno dell'arcipelago, a differenza di Jakarta che è invece spostata molto più a ovest.
Come era prevedibile, questo progetto ha portato con sé diverse polemiche e critiche legate soprattutto, ma non solo, al fatto che per la costruzione sarà necessario disboscare diversi ettari di giungla.
Della fragilità della foresta del Borneo ci siamo accorti fin dai primi giorni in Kalimantan.
Piantagioni di palme da olio e miniere di carbone sono le principali minaccie per questo complesso ecosistema. L'aggiunta dei lavori per la costruzione di una nuova megalopoli potrebbe dare il colpo di grazia a un ambiente che vive già una situazione delicata.
A questo si aggiunge anche il timore che Nusantara diventi una capitale "con selezione all'ingresso" dove potrà vivere solo chi ha un reddito alto. Gli altri, saranno costretti a rimanere a vivere in una città che affonda.
Nel frattempo la capitale è stata inaugurata e il palazzo presidenziale è stato il primo edificio ad essere terminato. Oggi è possibile andare a visitare quello che è chiamato il chilometro zero e vedere i lavori che si stanno svolgendo.
Oltre al palazzo, a breve termine avverrà anche la costruzione delle case per i dipendenti pubblici.
Tutto il progetto dovrebbe concludersi nel 2045 ma già si sono riscontrati ritardi nella costruzione, legati soprattutto alla difficoltà nel reperire finanziatori stranieri interessati a sostenere il progetto.
È incredibile per noi, pensare di essere stati in Kalimantan in questo che è un momento importantissimo per la storia di questo pezzetto di isola e per l'intero Paese.
Nusantara, la capitale che non c'è (ancora) ma che cambierà la vita a milioni di persone.
Ma la storia che vorrei raccontare oggi non è di un'isola ma di una capitale, la capitale che non c'è (ancora).
Le coordinate in questo caso sono meno romantiche di quelle del libro ma non si può dire che la realtà, ancora una volta, non superi la fantasia.
0°58′22.7″S 116°42′31.8″E
Questi numeri inseriti sulla mappa portano ad un luogo verde vicino alla costa est del Kalimantan, nel Borneo indonesiano.
"Nusantara" si può leggere in qualche punto segnato sulla cartina.
Nusa (letteralmente "isole") e antara (letteralmente "esterne") è il termine sanscrito che diventerà il nome della nuova capitale dell'Indonesia.
Ebbene sì, questo Paese sta per cambiare capitale (ci vorranno ancora una ventina d'anni ma meglio portarsi avanti!).
È stranissimo pensarci. È un po' come se in Italia decidessimo di spostare la capitale da Roma a una nuova città che ancora non esiste e va costruita da zero.
Lo so paragonare Roma a Jakarta è decisamente un azzardo, ma rende l'idea della portata del cambiamento che ci sarà nel Paese.
Il progetto è dell'ex presidente dell'Indonesia, Joko Widodo, che il 17 agosto 2024, anniversario dell'indipendenza indonesiana, ha inaugurato ufficialmente la città.
Un mega progetto, annunciato nel 2019, che ha l'intento di arginare il problema dell'attuale capitale.
Jakarta, la megalopoli situata sull'isola di Java, sta sprofondando rapidamente a causa di un fenomeno geologico chiamato subsidenza. In pratica il terreno si abbassa perché gli strati di argilla e sabbia che lo compongono si compattano sempre di più.
Questo fenomeno avviene naturalmente, ma nel caso di Jakarta è stato accelerato da un eccessivo prelievo di acque dal sottosuolo.
Dagli anni ‘70 a oggi, la città è cresciuta moltissimo e la necessità di pompare acqua dal terreno è aumentata notevolmente. Quindi anche la subsidenza è cresciuta in modo esponenziale e la situazione peggiorerà ulteriormente nei prossimi anni.
Ad oggi, la città affonda tra 1 e 15 cm all’anno a seconda della zona. Il cuore della città, che si affaccia sul Mare di Giava, si è abbassato di circa due metri e mezzo negli ultimi dieci anni, cioè di una media di 25 cm all’anno.
Ad oggi il 40/50% dell’intera Jakarta si trova già sotto il livello del mare ma entro il 2050 potrebbe esserlo completamente.
Il governo, nel corso degli anni, ha messo in atto diverse misure per cercare di risolvere questo problema. Purtroppo, finora, gli interventi non stanno dando gli effetti desiderati e la città continua inesorabilmente a sprofondare.
L'alternativa a cui si è pensato, è di costruire quindi una nuova città.
Il progetto, che ha previsto un investimento di 32 miliardi di dollari, consiste nel realizzare una nuova metropoli all'insegna della sostenibilità ambientale e della tecnologia proprio nella giungla del Borneo.
Il luogo scelto per la costruzione è considerato strategico per diversi motivi.
Il primo è che il Borneo è meno soggetto a terremoti e altri disastri naturali rispetto all'isola di Java.
Un altro è il fatto che la nuova capitale sorgerebbe in una posizione geografica più centrale all'interno dell'arcipelago, a differenza di Jakarta che è invece spostata molto più a ovest.
Come era prevedibile, questo progetto ha portato con sé diverse polemiche e critiche legate soprattutto, ma non solo, al fatto che per la costruzione sarà necessario disboscare diversi ettari di giungla.
Della fragilità della foresta del Borneo ci siamo accorti fin dai primi giorni in Kalimantan.
Piantagioni di palme da olio e miniere di carbone sono le principali minaccie per questo complesso ecosistema. L'aggiunta dei lavori per la costruzione di una nuova megalopoli potrebbe dare il colpo di grazia a un ambiente che vive già una situazione delicata.
A questo si aggiunge anche il timore che Nusantara diventi una capitale "con selezione all'ingresso" dove potrà vivere solo chi ha un reddito alto. Gli altri, saranno costretti a rimanere a vivere in una città che affonda.
Nel frattempo la capitale è stata inaugurata e il palazzo presidenziale è stato il primo edificio ad essere terminato. Oggi è possibile andare a visitare quello che è chiamato il chilometro zero e vedere i lavori che si stanno svolgendo.
Oltre al palazzo, a breve termine avverrà anche la costruzione delle case per i dipendenti pubblici.
Tutto il progetto dovrebbe concludersi nel 2045 ma già si sono riscontrati ritardi nella costruzione, legati soprattutto alla difficoltà nel reperire finanziatori stranieri interessati a sostenere il progetto.
È incredibile per noi, pensare di essere stati in Kalimantan in questo che è un momento importantissimo per la storia di questo pezzetto di isola e per l'intero Paese.
Nusantara, la capitale che non c'è (ancora) ma che cambierà la vita a milioni di persone.
Angela (e Paolo)