Casargo: 1° novembre al Faggio del Piancone, nuova 'tradizione' con i volontari
Seconda edizione, ieri, di una iniziativa che si vorrebbe ora far diventare un appuntamento fisso di ogni 1° novembre. Una nuova tradizione, insomma, attorno al "Grande Vecchio della Val Marcia", custode silenzioso di una storia plurisecolare.
In una giornata, da calendario, di riposo, il sindaco di Casargo Antonio Pasquini ha riunito un gruppetto di volontari per prendersi cura del Faggio del Piancone, l'albero monumentale ben riconoscibile, grazie alla sua maestosità, sulle pendici del Pizzo d'Alben, sotto la cui chioma - quest'anno già ben più spoglia dello scorso, quando nel giorno di Ognisanti il "Fodon" era ancora "vestito" di giallo intenso - la leggenda vuole che un pastore riuscì a metter al riparo il suo intero gregge, con mille pecore salvate così dallo stratempo. Oggi nessuno, ormai, porta più i suoi capi fin lì. E le conseguenze di questo abbandono sono ben evidenti nel prolificare di arbusti pressoché infestati e dalla difficoltà nel mantere i sentieri.
Animati dunque da intraprendenza, oltre che dall'attaccamento al Faggio e in generale a quella che è la loro "terra", i ragazzi chiamati a raccolta da Pasquini, in una mattinata di cielo limpido e sole più primaverile che da 1° novembre, si sono rimboccati le maniche per fare ordine attorno al "Fodon", raggiunto dopo aver "piantato" all'imbocco del camminamento che si dirama dalla strada agrosilvopastorale che sale dal rifugio Ariale, un nuovo cartello arreccante proprio l'indicazione "Faggio del Piancone".
45 minuti il tempo di percorrenza indicato. Forse sovrastimato. Ma seppur ben segnato - ci ha pensato il sindaco in persona, ieri, a ri-bollinare il tragitto - il sentiero, in questo periodo reso scivoloso anche un tappeto di foglie, è comunque stretto e in alcuni punti esposto, con la presenza di catene, tanto da essere consigliato ad escursionisti esperti, ripagati, poi, della fatica "dell'attraversata" resa vivace anche da alcuni su e giù, dall'ombra generosa offerta dal "Grande Vecchio", dove riprendere fiato, gettando lo guardo, dall'altro capo della valle, su quel che resta dell'Alpe Chiarelli.
A occuparsi direttamente del Faggio, ieri, come lo scorso anno quando era affiancato anche dal collega Marco Ciacci, questa volta fermato dall'influenza, è stato Marco Gusmeroli, tree climber salito tra i rami a verificare le corde piazzate da lui stesso, con altri, nell'estate 2023, secondo le indicazioni dell'agronomo Giorgetti di Varese a cui l'amministrazione comunale ha affidato uno studio per individuare le misure conservative necessarie per preservare il "Fodon".
Ancora ben posizionati e funzionali, i tiranti hanno lo scopo ultimo di alleggerire, al bisogno, il peso degli anni della pianta, evitando anche la formazione di lesioni che, con il tempo, potrebbero divenire veicolo di agenti patogeni, responsabili dell'aggravarsi di processi degenerativi.
A lavoro completato, il meritato aperitivo al Rifugio Ariàal, rinnovando già l'appuntamento per il 1° novembre 2025, allargando ulteriormente il giro dei coinvolti, pensando al contempo, magari, di trovarsi anche prima per un intervento primaverile sul sentiero. Da valutare anche altre proposte emerse...
Entusiasmo e voglia di fare, insomma, non mancano. Per il "Grande Vecchio" questo e altro.
In una giornata, da calendario, di riposo, il sindaco di Casargo Antonio Pasquini ha riunito un gruppetto di volontari per prendersi cura del Faggio del Piancone, l'albero monumentale ben riconoscibile, grazie alla sua maestosità, sulle pendici del Pizzo d'Alben, sotto la cui chioma - quest'anno già ben più spoglia dello scorso, quando nel giorno di Ognisanti il "Fodon" era ancora "vestito" di giallo intenso - la leggenda vuole che un pastore riuscì a metter al riparo il suo intero gregge, con mille pecore salvate così dallo stratempo. Oggi nessuno, ormai, porta più i suoi capi fin lì. E le conseguenze di questo abbandono sono ben evidenti nel prolificare di arbusti pressoché infestati e dalla difficoltà nel mantere i sentieri.
Animati dunque da intraprendenza, oltre che dall'attaccamento al Faggio e in generale a quella che è la loro "terra", i ragazzi chiamati a raccolta da Pasquini, in una mattinata di cielo limpido e sole più primaverile che da 1° novembre, si sono rimboccati le maniche per fare ordine attorno al "Fodon", raggiunto dopo aver "piantato" all'imbocco del camminamento che si dirama dalla strada agrosilvopastorale che sale dal rifugio Ariale, un nuovo cartello arreccante proprio l'indicazione "Faggio del Piancone".
45 minuti il tempo di percorrenza indicato. Forse sovrastimato. Ma seppur ben segnato - ci ha pensato il sindaco in persona, ieri, a ri-bollinare il tragitto - il sentiero, in questo periodo reso scivoloso anche un tappeto di foglie, è comunque stretto e in alcuni punti esposto, con la presenza di catene, tanto da essere consigliato ad escursionisti esperti, ripagati, poi, della fatica "dell'attraversata" resa vivace anche da alcuni su e giù, dall'ombra generosa offerta dal "Grande Vecchio", dove riprendere fiato, gettando lo guardo, dall'altro capo della valle, su quel che resta dell'Alpe Chiarelli.
A occuparsi direttamente del Faggio, ieri, come lo scorso anno quando era affiancato anche dal collega Marco Ciacci, questa volta fermato dall'influenza, è stato Marco Gusmeroli, tree climber salito tra i rami a verificare le corde piazzate da lui stesso, con altri, nell'estate 2023, secondo le indicazioni dell'agronomo Giorgetti di Varese a cui l'amministrazione comunale ha affidato uno studio per individuare le misure conservative necessarie per preservare il "Fodon".
Ancora ben posizionati e funzionali, i tiranti hanno lo scopo ultimo di alleggerire, al bisogno, il peso degli anni della pianta, evitando anche la formazione di lesioni che, con il tempo, potrebbero divenire veicolo di agenti patogeni, responsabili dell'aggravarsi di processi degenerativi.
A lavoro completato, il meritato aperitivo al Rifugio Ariàal, rinnovando già l'appuntamento per il 1° novembre 2025, allargando ulteriormente il giro dei coinvolti, pensando al contempo, magari, di trovarsi anche prima per un intervento primaverile sul sentiero. Da valutare anche altre proposte emerse...
A.M.