Mandello: le penne nere salutano il loro Lazzaro Poletti
“La simpatia e l'umanità di Lazzaro erano doti che elargiva senza riserve. Un uomo che sapeva ascoltare, che faceva sentire accolto, a proprio agio, chiunque gli fosse vicino. E' stata una presenza fondamentale e sempre pronto a condividere e partecipare fino a quando la salute glielo ha permesso. Oggi il nostro gruppo ha perso un compagno prezioso”.
Con queste parole prima della lettura della Preghiera dell'Alpino, il capogruppo mandellese Claudio Bianchi ha salutato la Penna Nera Lazzaro Poletti che, all'età di 94 anni, “ha posato lo zaino a terra”.
Molti gli intervenuti alla cerimonia funebre, nella chiesa del Sacro Cuore, officiata da mons. Giuliano Zanotta. Presente anche il sindaco Riccardo Fasoli che dall'ambone ha letto l'epistola legata alla messa del giorno.
C'erano poi le rappresentanze del Corpo Musicale mandellese e del Soccorso degli Alpini, con i rispettivi stendardi, a testimoniare quanto Lazzaro Poletti fosse amato da tutte quelle associazioni che ne hanno conosciuto le sue doti di persona affabile, disponibile sempre pronta a rendere al meglio, per ogni target di età, i vari eventi cittadini a cui collaborava.
Una persona che mancherà, ai figli ai nipoti e all'intera comunità mandellese, in particolare a Molina, il suo rione, che così descriveva “con le sue vecchie case, i vicoletti che la fanno assomigliare a un castello medioevale” riconoscendo come “gli abitanti si conoscono tutti tra loro, tante cose in comune, tanti ricordi, tantissime radici”.
Con queste parole prima della lettura della Preghiera dell'Alpino, il capogruppo mandellese Claudio Bianchi ha salutato la Penna Nera Lazzaro Poletti che, all'età di 94 anni, “ha posato lo zaino a terra”.
Molti gli intervenuti alla cerimonia funebre, nella chiesa del Sacro Cuore, officiata da mons. Giuliano Zanotta. Presente anche il sindaco Riccardo Fasoli che dall'ambone ha letto l'epistola legata alla messa del giorno.
C'erano poi le rappresentanze del Corpo Musicale mandellese e del Soccorso degli Alpini, con i rispettivi stendardi, a testimoniare quanto Lazzaro Poletti fosse amato da tutte quelle associazioni che ne hanno conosciuto le sue doti di persona affabile, disponibile sempre pronta a rendere al meglio, per ogni target di età, i vari eventi cittadini a cui collaborava.
Una persona che mancherà, ai figli ai nipoti e all'intera comunità mandellese, in particolare a Molina, il suo rione, che così descriveva “con le sue vecchie case, i vicoletti che la fanno assomigliare a un castello medioevale” riconoscendo come “gli abitanti si conoscono tutti tra loro, tante cose in comune, tanti ricordi, tantissime radici”.