Lecco perduta/451: le castagnate che addolcivano le domeniche di autunno
Castagne protagoniste nelle giornate di domenica di fine ottobre, primi di novembre. Era una notizia di alcuni anni fa, quando si sottolineava che il centro cittadino e i rioni dei Comuni vicini venivano animati da numerosi e suggestivi angoli destinati alla cottura e alla vendita delle caldarroste, con il ricavato che, nella maggior parte dei casi, veniva destinato alla beneficenza.
Si segnalavano fuochi accesi non solo sui monti del circondario, ma anche in rioni cittadini, come in piazza V Alpini e nella zona del Villaggio di Germanedo, dove la sezione di Penne nere Monte Resegone organizzava la tradizionale castagnata con la collaborazione del Consiglio di Zona numero 4, allietata dal suono delle fisarmoniche e da bancarelle allestite sotto i portici. Era una vera e propria festa popolare che vivacizzava il “singolare” villaggio sorto tra Acquate e Germanedo con un programma incompiuto di altri edifici e di opere sociali e comunitarie per i residenti. Il progetto è degli anni ’40 del Novecento e si inserisce nella realizzazione della “grande Lecco” disturbata e interrotta dalle vicende tragiche della seconda guerra mondiale che nella parte finale coinvolse pesantemente e drammaticamente tutta l’alta Lombardia.
In quartiere Maggianico si rinnovava la tradizione di cercare castagne in località Piazzo, sul pendio verso il monte Magnodeno. Era un’iniziativa degli Alpini della locale sezione ANA, che dichiaravano di voler regalare gli antichi sapori d’autunno a tanti residenti nella zona, e non solo a loro. Veniva posto in evidenza che a raccogliere le castagne erano stati nella precedente domenica i ragazzi dell’oratorio San Luigi di Maggianico e Chiuso.
Tantissime le burolle vendute anche presso l’oratorio sotto il campanile della basilica di San Nicolò, grazie all’impegno di giovani e adulti. Era stato allestito un vero e proprio villaggio con finalità benefiche. I fondi raccolti erano destinati a missionari lecchesi operanti in diversi continenti, in particolare nelle zone più povere del mondo. C’era la possibilità di acquistare anche caramelle, oggetti di cuoio, riviste e libri.
Castagnate anche sulle pendici del Resegone, da Malnago a Versasio, e poi alla Capanna Antonio Stoppani e anche ai Piani d'Erna, comodi da raggiungere per mezzo della funivia. Il panorama si allargava dalla città al territorio vicino. Un'altra grande castagnata era quella degli Amici di Pian Sciresa, presso la baita sul Monte Barro. Era un appuntamento replicato in diverse domeniche per il successo dell’iniziativa e la larga partecipazione popolare.
Le castagne erano nel menù anche del pranzo di autunno organizzato dal consiglio di zona 3, presieduto da Alfredo Rusconi, e dal Convegno parrocchiale di San Giovanni. L’appuntamento era al Salottone Arcobaleno di via don Invernizzi “per vivere qualche ora in compagnia e amicizia”, come sottolineava il volantino della manifestazione. Ma indubbiamente era un periodo di grande furore per la cucina locale, per fuochi e fornelli accesi in varie zone della città e del territorio. A San Giovanni il circolo parrocchiale organizzava un corso aperto a tutti i residenti anche dei rioni vicini. I partecipanti erano chiamati a presentare e imparare nuove ricette e segreti per gli appuntamenti a tavola più attesi dell’anno, quelli di Natale e Capodanno.
E, dulcis in fundo, l’Associazione provinciale Cuochi di Lecco organizzava una serata al ristorante Griso di Malgrate, detta “di gran galà”. Il programma prevedeva l’aperitivo prima di passare alla cena, nel corso della quale vi era l’occasione per parlare di quanto emerso durante il congresso nazionale svoltosi a Roma e impegnato a valorizzare il ruolo e la qualità professionale della categoria. La regia del gran galà era affidata al presidente dell’Associazione Cuochi di Lecco Ferruccio Castelli di Varenna e al vice Vincenzo Di Bella, di origini siciliane.
Tornando ai giorni nostri, c’è da segnalare che venerdì 1° novembre alle 15.00, a Laorca, dopo il vespero in chiesa e la processione al cimitero sotto le grotte, vi sarà la grande castagnata nel locale oratorio di via Spreafico. La partecipazione è aperta a tutti, grandi e piccoli insieme, con i gustosi frutti raccolti dai volontari nei boschi di Crogno, lungo il vallo del San Martino sulle pendici della Val Calolden.
Si segnalavano fuochi accesi non solo sui monti del circondario, ma anche in rioni cittadini, come in piazza V Alpini e nella zona del Villaggio di Germanedo, dove la sezione di Penne nere Monte Resegone organizzava la tradizionale castagnata con la collaborazione del Consiglio di Zona numero 4, allietata dal suono delle fisarmoniche e da bancarelle allestite sotto i portici. Era una vera e propria festa popolare che vivacizzava il “singolare” villaggio sorto tra Acquate e Germanedo con un programma incompiuto di altri edifici e di opere sociali e comunitarie per i residenti. Il progetto è degli anni ’40 del Novecento e si inserisce nella realizzazione della “grande Lecco” disturbata e interrotta dalle vicende tragiche della seconda guerra mondiale che nella parte finale coinvolse pesantemente e drammaticamente tutta l’alta Lombardia.
In quartiere Maggianico si rinnovava la tradizione di cercare castagne in località Piazzo, sul pendio verso il monte Magnodeno. Era un’iniziativa degli Alpini della locale sezione ANA, che dichiaravano di voler regalare gli antichi sapori d’autunno a tanti residenti nella zona, e non solo a loro. Veniva posto in evidenza che a raccogliere le castagne erano stati nella precedente domenica i ragazzi dell’oratorio San Luigi di Maggianico e Chiuso.
Tantissime le burolle vendute anche presso l’oratorio sotto il campanile della basilica di San Nicolò, grazie all’impegno di giovani e adulti. Era stato allestito un vero e proprio villaggio con finalità benefiche. I fondi raccolti erano destinati a missionari lecchesi operanti in diversi continenti, in particolare nelle zone più povere del mondo. C’era la possibilità di acquistare anche caramelle, oggetti di cuoio, riviste e libri.
Castagnate anche sulle pendici del Resegone, da Malnago a Versasio, e poi alla Capanna Antonio Stoppani e anche ai Piani d'Erna, comodi da raggiungere per mezzo della funivia. Il panorama si allargava dalla città al territorio vicino. Un'altra grande castagnata era quella degli Amici di Pian Sciresa, presso la baita sul Monte Barro. Era un appuntamento replicato in diverse domeniche per il successo dell’iniziativa e la larga partecipazione popolare.
Le castagne erano nel menù anche del pranzo di autunno organizzato dal consiglio di zona 3, presieduto da Alfredo Rusconi, e dal Convegno parrocchiale di San Giovanni. L’appuntamento era al Salottone Arcobaleno di via don Invernizzi “per vivere qualche ora in compagnia e amicizia”, come sottolineava il volantino della manifestazione. Ma indubbiamente era un periodo di grande furore per la cucina locale, per fuochi e fornelli accesi in varie zone della città e del territorio. A San Giovanni il circolo parrocchiale organizzava un corso aperto a tutti i residenti anche dei rioni vicini. I partecipanti erano chiamati a presentare e imparare nuove ricette e segreti per gli appuntamenti a tavola più attesi dell’anno, quelli di Natale e Capodanno.
E, dulcis in fundo, l’Associazione provinciale Cuochi di Lecco organizzava una serata al ristorante Griso di Malgrate, detta “di gran galà”. Il programma prevedeva l’aperitivo prima di passare alla cena, nel corso della quale vi era l’occasione per parlare di quanto emerso durante il congresso nazionale svoltosi a Roma e impegnato a valorizzare il ruolo e la qualità professionale della categoria. La regia del gran galà era affidata al presidente dell’Associazione Cuochi di Lecco Ferruccio Castelli di Varenna e al vice Vincenzo Di Bella, di origini siciliane.
Tornando ai giorni nostri, c’è da segnalare che venerdì 1° novembre alle 15.00, a Laorca, dopo il vespero in chiesa e la processione al cimitero sotto le grotte, vi sarà la grande castagnata nel locale oratorio di via Spreafico. La partecipazione è aperta a tutti, grandi e piccoli insieme, con i gustosi frutti raccolti dai volontari nei boschi di Crogno, lungo il vallo del San Martino sulle pendici della Val Calolden.
A.B.