Lecchese trova 200 blocchi da disegno con schizzi di Chiappori, la CGIL di Bergamo ne fa una mostra
Vecchi album su cui Alfredo Chiappori disegnava le vignette che poi sarebbero finite sui giornali: il glorioso mensile “Linus”, il settimanale “Panorama” dell’epoca d’oro quando lo slogan era quello dei fatti separati dalle opinioni, il quotidiano “Il Corriere della Sera”. Vecchi album ritrovati in un mercatino da un lecchese e curiosamente finiti a Bergamo, dove il prossimo mese saranno esposti in una mostra, primo passo verso la costituzione di un Fondo Chiappori.
In questi mesi – spiega Mara D’Arcangelo, responsabile della biblioteca – è stato effettuato un lavoro di catalogazione. I disegni appartengono a un periodo decisamente ampio, dalla metà degli anni Settanta fino ai primi anni del Duemila: da Andreotti, Craxi e Pertini si arriva dunque a Prodi, Berlusconi e Bossi.
Il certosino lavoro effettuato è stato quello di verificare su quali giornali le vignette fossero poi state pubblicate. Per la gran parte è stata trovata la corrispondenza, per altre no perché si trattava soltanto di prove o perché hanno poi preso altre vie.
La gran parte dei blocchi riguarda appunto la satira politica, l’attività di vignettista, ma ve ne sono anche cinque che riportano schizzi che poi sarebbero diventati quadri e due blocchi manoscritti che contengono uno brani del romanzo “il mistero del Lucy Fair” pubblicato nel 2002 da Dalai Editore e l’altro appunti per quella “Storia d’Italia” che Chiappori avrebbe raccontato con le vignette in una serie volumi pubblicati da “Feltrinelli” negli anni Settanta.
I blocchi, come detto, saranno esposti in una mostra alla Camera del lavoro di Bergamo, ma l’intenzione – dice ancora D’Arcangelo – è quella di portare la mostra anche nelle altre Camere del lavoro lombarde, all’Archivio del lavoro di Sesto San Giovanni e magari nelle sedi universitaria. Dopo il periodo “espositivo”, l’idea è quella di costituire un Fondo Chiappori che potrà essere consultato dagli interessati.
La mostra di Bergamo – ospitata alla biblioteca “Di Vittorio” in via Garibaldi 3 – sarà inaugurata il 12 novembre alle 18. Per l’occasione sarà proiettato “Il multoforme ingegno”, il documentario realizzato nel 2022 nell’ambito del progetto “Terra fertile” promosso dall’associazione “I Promessi sposi in circolo” guidata da Bruno Biagi con la collaborazione del Comune di Lecco.
La mostra resterà aperta fino al 13 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12 e dalle 14 alle 17,30 nella sede della biblioteca della Cgil in via Garibaldi 3.
Ingresso libero.
Info: 035.359.4350; bibliobg@cgil.lombardia.it).
La storia inizia nell’autunno dello scorso anno, quando un lecchese trova e acquista a un mercatino di vecchi libri duecento blocchi da disegno di quelli utilizzati dal celebre vignettista e artista con casa sempre in città scomparso nell’ottobre 2022 a 79 anni, decidendo poi di farne donazione alla Cgil. Per quelle strane circostanze della vita, il nostro donatore ha tra i suoi contatti quello di un sindacalista bergamasco. E così il materiale finisce alla Camera del lavoro del capoluogo orobico, conservato alla biblioteca intitolata a Giuseppe Di Vittorio, il grande sindacalista pugliese morto proprio a Lecco – tanto per insistere ancora sui casi della vita e della storia – nel 1957.
In questi mesi – spiega Mara D’Arcangelo, responsabile della biblioteca – è stato effettuato un lavoro di catalogazione. I disegni appartengono a un periodo decisamente ampio, dalla metà degli anni Settanta fino ai primi anni del Duemila: da Andreotti, Craxi e Pertini si arriva dunque a Prodi, Berlusconi e Bossi.
Il certosino lavoro effettuato è stato quello di verificare su quali giornali le vignette fossero poi state pubblicate. Per la gran parte è stata trovata la corrispondenza, per altre no perché si trattava soltanto di prove o perché hanno poi preso altre vie.
La gran parte dei blocchi riguarda appunto la satira politica, l’attività di vignettista, ma ve ne sono anche cinque che riportano schizzi che poi sarebbero diventati quadri e due blocchi manoscritti che contengono uno brani del romanzo “il mistero del Lucy Fair” pubblicato nel 2002 da Dalai Editore e l’altro appunti per quella “Storia d’Italia” che Chiappori avrebbe raccontato con le vignette in una serie volumi pubblicati da “Feltrinelli” negli anni Settanta.
I blocchi, come detto, saranno esposti in una mostra alla Camera del lavoro di Bergamo, ma l’intenzione – dice ancora D’Arcangelo – è quella di portare la mostra anche nelle altre Camere del lavoro lombarde, all’Archivio del lavoro di Sesto San Giovanni e magari nelle sedi universitaria. Dopo il periodo “espositivo”, l’idea è quella di costituire un Fondo Chiappori che potrà essere consultato dagli interessati.
La mostra di Bergamo – ospitata alla biblioteca “Di Vittorio” in via Garibaldi 3 – sarà inaugurata il 12 novembre alle 18. Per l’occasione sarà proiettato “Il multoforme ingegno”, il documentario realizzato nel 2022 nell’ambito del progetto “Terra fertile” promosso dall’associazione “I Promessi sposi in circolo” guidata da Bruno Biagi con la collaborazione del Comune di Lecco.
La mostra resterà aperta fino al 13 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12 e dalle 14 alle 17,30 nella sede della biblioteca della Cgil in via Garibaldi 3.
Ingresso libero.
Info: 035.359.4350; bibliobg@cgil.lombardia.it).
D.C.