Lecco: l'Ist. Parini ospita i 'suoi' Giorgia Pelacchi e Luigi Festorazzi, campioni di canottaggio
Spesso lo sport può insegnare molto più di qualsiasi altra lezione sui banchi. Ne sono convinti all'Istituto Parini, storica scuola superiore lecchese, che questa mattina ha avuto il piacere di ospitare due giovanissimi campioni di canottaggio che si sono raccontati a cuore aperto di fronte a un gruppo di alunni, (ex) insegnanti e alla stessa Dirigente Raffaella Crimella.
Si tratta di Giorgia Pelacchi e Luigi Festorazzi, rispettivamente finalista alle recenti Olimpiadi di Parigi (prima volta per una barca italiana dell'8 con) e vincitore in estate di un argento agli Europei e ai Mondiali 2024, che peraltro il plesso di via Badoni lo conoscono personalmente in qualità di studenti (la prima si è diplomata nel 2017 nell'indirizzo comunemente conosciuto come "ragioneria", mentre il secondo frequenta tuttora la 4^A AFM).
Entrambi laghée - di Abbadia Lariana lei, di Bellano lui - Giorgia e Luigi sono stati accolti a scuola intorno alle 9.30 con tanto di palloncini colorati "a cinque cerchi" e pannelli celebrativi, per poi spostarsi nell'aula "Pino Puglisi" e partecipare a una "vivace" intervista doppia rispondendo ad alcune domande stilate per l'occasione dai loro compagni, con il prezioso contributo del professor Massimo Ripamonti che si è occupato in prima persona dell'organizzazione dell'incontro, aperto con la proiezione di un paio di video.
Come si allena quotidianamente un atleta di così alto livello? Come concilia con lo sport con gli altri impegni tipici dei più giovani? Dove trova le motivazioni per fare sempre meglio? Queste alcune delle curiosità a cui Giorgia e Luigi hanno risposto senza filtri, descrivendo fin da subito la loro attività come una vera e propria palestra di vita, oltre che ovviamente una grande passione.
"Sostanzialmente mi alleno due volte tutti i giorni, "scaricando" solo la domenica pomeriggio, e cerco di seguire un'alimentazione il più possibile sana ed equilibrata. Ora frequento anche l'università (ma sono un po' indietro...), perché sono sempre stata convinta dell'importanza per gli sportivi di camminare su due binari paralleli, non abbandonando gli studi per avere uno sbocco in vista della fine della carriera agonistica" ha raccontato Giorgia, 26 anni, che porta in alto il nome delle Fiamme Rosse dei Vigili del Fuoco.
Tutti concetti, questi, condivisi anche da Luigi, classe 2006 e attualmente iscritto alla Canottieri Pescate dopo anni con un'altra società, che ha ammesso di non aver mai pensato, fino a qualche tempo fa, di poter arrivare a simili livelli nello sport, tanto che da bambino è riuscito a non mollare la presa solo grazie all'affettuosa "insistenza" dei suoi genitori.
"Anche la mia famiglia mi ha sempre supportato, dandomi la possibilità di scegliere la mia strada in autonomia" ha aggiunto Giorgia, citando poi come importanti figure di riferimento anche il suo attuale allenatore e il suo fidanzato, con cui condivide la carriera sportiva. "Se ho fatto tanti sacrifici? Non userei questa parola, perché anche quando rinunciavo a feste, momenti in compagnia e uscite con gli amici lo facevo per la mia passione, perché sapevo dove volevo arrivare ed ero consapevole di ciò che il mio percorso comportava. Sì, tantissime volte ho pensato di mollare: il canottaggio, del resto, è uno sport faticoso a livello fisico ma anche mentale, e con tredici allenamenti alla settimana spesso mi chiedo chi me lo faccia fare. Lo sport, però, ti restituisce tanto di quello che gli dai".
L'atleta di Abbadia ha poi proseguito: "Le delusioni? Ci si convive e se ne fa tesoro, perché va accettato che a volte è anche giusto perdere e che anzi una sconfitta può rappresentare uno stimolo per fare ancora meglio. Con la partecipazione alle Olimpiadi ho raggiunto l'apice, uno dei punti più alti della carriera di ogni sportivo. Ai Giochi, però, si va anche per provare a vincere, non lo nego. E allora se riuscirò a qualificarmi per quelli di Los Angeles del 2028 andrò a caccia di una medaglia, così come al Mondiale Senior".
Giorgia, insomma, ha dimostrato di avere le idee chiarissime. Così come il più giovane Luigi che, per quanto meno chiacchierone della "collega", si è raccontato con lo stesso entusiasmo soffermandosi a sua volta sulla costanza e la forza necessarie per spiccare in uno sport come il canottaggio senza per questo rinunciare ad alcuni aspetti di vita altrettanto importanti come gli studi.
"Questi due ragazzi sono un vero esempio positivo" ha sottolineato, non per niente, la Dirigente dell'Istituto Parini, precisando fin da subito come ai due atleti non sia mai stato regalato niente tra i banchi di scuola. "Hanno acquisito le stesse conoscenze e competenze dei loro compagni, senza mai perdere di vista la loro passione per lo sport, che li ha portati lontano. Non possiamo quindi che ringraziarli di cuore per la loro testimonianza e la loro presenza", la chiosa della professoressa Crimella.
Immancabili, a conclusione della mattinata, le foto ricordo e... gli autografi dei campioni.
Si tratta di Giorgia Pelacchi e Luigi Festorazzi, rispettivamente finalista alle recenti Olimpiadi di Parigi (prima volta per una barca italiana dell'8 con) e vincitore in estate di un argento agli Europei e ai Mondiali 2024, che peraltro il plesso di via Badoni lo conoscono personalmente in qualità di studenti (la prima si è diplomata nel 2017 nell'indirizzo comunemente conosciuto come "ragioneria", mentre il secondo frequenta tuttora la 4^A AFM).
Entrambi laghée - di Abbadia Lariana lei, di Bellano lui - Giorgia e Luigi sono stati accolti a scuola intorno alle 9.30 con tanto di palloncini colorati "a cinque cerchi" e pannelli celebrativi, per poi spostarsi nell'aula "Pino Puglisi" e partecipare a una "vivace" intervista doppia rispondendo ad alcune domande stilate per l'occasione dai loro compagni, con il prezioso contributo del professor Massimo Ripamonti che si è occupato in prima persona dell'organizzazione dell'incontro, aperto con la proiezione di un paio di video.
Come si allena quotidianamente un atleta di così alto livello? Come concilia con lo sport con gli altri impegni tipici dei più giovani? Dove trova le motivazioni per fare sempre meglio? Queste alcune delle curiosità a cui Giorgia e Luigi hanno risposto senza filtri, descrivendo fin da subito la loro attività come una vera e propria palestra di vita, oltre che ovviamente una grande passione.
"Sostanzialmente mi alleno due volte tutti i giorni, "scaricando" solo la domenica pomeriggio, e cerco di seguire un'alimentazione il più possibile sana ed equilibrata. Ora frequento anche l'università (ma sono un po' indietro...), perché sono sempre stata convinta dell'importanza per gli sportivi di camminare su due binari paralleli, non abbandonando gli studi per avere uno sbocco in vista della fine della carriera agonistica" ha raccontato Giorgia, 26 anni, che porta in alto il nome delle Fiamme Rosse dei Vigili del Fuoco.
Tutti concetti, questi, condivisi anche da Luigi, classe 2006 e attualmente iscritto alla Canottieri Pescate dopo anni con un'altra società, che ha ammesso di non aver mai pensato, fino a qualche tempo fa, di poter arrivare a simili livelli nello sport, tanto che da bambino è riuscito a non mollare la presa solo grazie all'affettuosa "insistenza" dei suoi genitori.
"Anche la mia famiglia mi ha sempre supportato, dandomi la possibilità di scegliere la mia strada in autonomia" ha aggiunto Giorgia, citando poi come importanti figure di riferimento anche il suo attuale allenatore e il suo fidanzato, con cui condivide la carriera sportiva. "Se ho fatto tanti sacrifici? Non userei questa parola, perché anche quando rinunciavo a feste, momenti in compagnia e uscite con gli amici lo facevo per la mia passione, perché sapevo dove volevo arrivare ed ero consapevole di ciò che il mio percorso comportava. Sì, tantissime volte ho pensato di mollare: il canottaggio, del resto, è uno sport faticoso a livello fisico ma anche mentale, e con tredici allenamenti alla settimana spesso mi chiedo chi me lo faccia fare. Lo sport, però, ti restituisce tanto di quello che gli dai".
L'atleta di Abbadia ha poi proseguito: "Le delusioni? Ci si convive e se ne fa tesoro, perché va accettato che a volte è anche giusto perdere e che anzi una sconfitta può rappresentare uno stimolo per fare ancora meglio. Con la partecipazione alle Olimpiadi ho raggiunto l'apice, uno dei punti più alti della carriera di ogni sportivo. Ai Giochi, però, si va anche per provare a vincere, non lo nego. E allora se riuscirò a qualificarmi per quelli di Los Angeles del 2028 andrò a caccia di una medaglia, così come al Mondiale Senior".
Giorgia, insomma, ha dimostrato di avere le idee chiarissime. Così come il più giovane Luigi che, per quanto meno chiacchierone della "collega", si è raccontato con lo stesso entusiasmo soffermandosi a sua volta sulla costanza e la forza necessarie per spiccare in uno sport come il canottaggio senza per questo rinunciare ad alcuni aspetti di vita altrettanto importanti come gli studi.
"Questi due ragazzi sono un vero esempio positivo" ha sottolineato, non per niente, la Dirigente dell'Istituto Parini, precisando fin da subito come ai due atleti non sia mai stato regalato niente tra i banchi di scuola. "Hanno acquisito le stesse conoscenze e competenze dei loro compagni, senza mai perdere di vista la loro passione per lo sport, che li ha portati lontano. Non possiamo quindi che ringraziarli di cuore per la loro testimonianza e la loro presenza", la chiosa della professoressa Crimella.
Immancabili, a conclusione della mattinata, le foto ricordo e... gli autografi dei campioni.
B.P.