Omicidio di Esino: chiesta l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi, udienza il 12

La Corte d'Assise di Como, dopo la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura di Lecco, ha fissato l'apertura del dibattimento per il prossimo 29 gennaio. Ma non è ancora detto che il processo a carico di Luciano Biffi approdi realmente sull'altra sponda del Lario, alla valutazione della "giuria" competente per i reati più gravi commessi sul nostro territorio. 
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Luciano Biffi in una foto scattata all'uscita del Tribunale dopo l'interrogatorio di garanzia

L'avvocato Giorgio Pagnoncelli, difensore dell'esinese, reo confesso dell'omicidio dell'assessore Pierluigi Beghetto, ha chiesto infatti, entro i termini previsti, la calendarizzazione di una udienza dinnanzi al GUP del Tribunale di Lecco, per "insistere" per l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi contestata dal PM al suo assistito. Qualora il giudice - il fascicolo è ora di competenza del dottor Salvatore Catalano, dopo essere stato gestito in fase di indagini dalla collega Nora Lisa Passoni - accolga la tesi del legale, quest'ultimo potrà poi chiedere l'ammissione del suo assistito al giudizio abbreviato, facendolo processare sulle carte e ottenendo, in partenza, uno sconto di un terzo della pena, possibilità ora preclusa proprio in considerazione dell'aggravante contestata dalla pubblica accusa. Passaggi tecnici, ma assai rilevanti per il destino del 70enne, in carcere a Monza dal giorno successivo l'omicidio che gli viene addossato e che già in sede di primo interrogatorio ha ammesso. Il 21 aprile di quest'anno, sull'uscio di casa, a colpi di falcetto, Biffi ha freddato il dirimpettaio "Gigi" Beghetto, apicoltore, residente con la famiglia fuori provincia ma particolarmente legato alla comunità di Esino, impegnandosi non solo in Comune ma anche nell'associazionismo locale. 
Il 12 novembre, dunque, la data in cui è stata fissata l'udienza dinnanzi al dottor Catalano. Comunque vada, già anticipata la volontà dell'avvocato Pagnoncelli, a Lecco o in Corte d'Assise, di chiedere di sottoporre il suo assistito a perizia psichiatrica, dopo il "no" del GIP all'incidente probatorio, diniego motivato solo dall'assenza dell'urgenza di procedere in tale senso. 
Chiaro l'intento: cercare di alleggerire, il più possibile, il conto che la Giustizia preseterà al 70enne, dopo la pacifica ammissione delle sue colpe.
A.M.
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