Rapina sul Lecco-Milano: in carcere quattro 'bulli'
Quest'oggi, dinnanzi al GIP del Tribunale di Monza, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, incluso il 19enne tacciato di essere l'autore materiale della rapina in contestazione. Per il momento, rimarranno in carcere, nel capoluogo brianzolo, come del resto chiesto anche dalla Procura, i quattro giovani egiziani che, nella ricostruzione degli inquirenti, nel tardo pomeriggio di sabato 19 ottobre, si "sono fatti notare" a bordo di uno dei tanti treni che giornalmente collegano Lecco a Milano Porta Garibaldi.
Saliti a bordo del regionale, i ragazzi si sarebbero resi responsabili di atti di vandalismo in danno del convoglio, arrecando disturbo anche agli altri viaggiatori, con comportamenti da "spacconi". Preso di mira, in particolare, un turista spagnolo: al ventenne, come immortalato anche dalle telecamere, è stata strappata la collanina in oro, poi nascosta da uno degli "assitori" nelle scarpe. E' stata recuperata e riconsegnata al legittimo proprietario dagli agenti della Polfer, intervenuti alla stazione di Monza, per bloccare e identificare il quartetto. I giovanotti, tutti tra i 18 e i 19 anni, ad eccezione di un 28enne, sono risultati senza fissa dimora. Portati in carcere, vi rimarranno, in attesa del processo, come da misura cautelare applicata loro dal GIP dopo l'udienza di convalida.
Saliti a bordo del regionale, i ragazzi si sarebbero resi responsabili di atti di vandalismo in danno del convoglio, arrecando disturbo anche agli altri viaggiatori, con comportamenti da "spacconi". Preso di mira, in particolare, un turista spagnolo: al ventenne, come immortalato anche dalle telecamere, è stata strappata la collanina in oro, poi nascosta da uno degli "assitori" nelle scarpe. E' stata recuperata e riconsegnata al legittimo proprietario dagli agenti della Polfer, intervenuti alla stazione di Monza, per bloccare e identificare il quartetto. I giovanotti, tutti tra i 18 e i 19 anni, ad eccezione di un 28enne, sono risultati senza fissa dimora. Portati in carcere, vi rimarranno, in attesa del processo, come da misura cautelare applicata loro dal GIP dopo l'udienza di convalida.