Lecco: al via il percorso per immaginare la nuova gestione del teatro
La commissione IV del Comune di Lecco ha avviato giovedì sera il percorso che porterà all’individuazione del nuovo modello gestionale del Teatro della società in vista della sua riapertura, prevista per l’autunno del prossimo anno. I punti cardine ai quali esso dovrà ispirarsi li ha fissati l’assessora alla Cultura Simona Piazza: tradizione, innovazione e condivisione. Il teatro, una volta riaperto, dovrà insomma essere in grado di rappresentare il “faro” culturale del territorio come è stato in passato, ma anche aprirsi a nuovi linguaggi e mettersi in rete con altri soggetti.
Il desiderio sarebbe quello di ampliare gli spettacoli e le coproduzioni e arrivare a ospitare una stagione teatrale di prosa con due rassegne da otto spettacoli, una stagione di musica sinfonica con guida all’ascolto da sei concerti, quattro spettacoli per la rassegna “cultura per il sociale”, una stagione di teatro per giovani con un concerto, tre spettacoli e un laboratorio, una rassegna di danza e una di teatro per famiglie e il Lecco jazz festival.
Tra le novità c’è l’ipotesi di aprire all’utilizzo da parte di terzi, anche per “fare cassa”. Piazza ha infatti ricordato i costi di gestione di una delle ultime stagioni in cui il teatro è stato attivo (quella 2015/2016) e il bilancio era negativo: a fronte di spese per 289.198 euro per appalto servizi, cachet artisti e Siae, gli incassi da abbonamenti, biglietti e contributi erano stati di 110.574 euro a cui vanno sottratti i costi per il personale (43mila euro), per l’appalto delle pulizie (22mila euro), per le utenze (19mila euro).
Con la riapertura ci saranno tuttavia degli spazi e degli strumenti da valorizzare: una capienza di 452 posti, spazi scenici rinnovati e tecnologicamente adeguati agli standard attuali, l’impianto di raffrescamento che permetterà di utilizzare il teatro anche nei mesi più caldo, il bar con il nuovo dehor e la sala del ridotto con le due stanzette adiacenti.
Ciro D’Aries, dell’omonimo studio di consulenza che sta affiancando l’amministrazione comunale in questo percorso, ha sottolineato l’importanza della coprogettazione e della condivisione anche a livello programmatico insieme ad altri soggetti: “Questo permetterà di intercettare più facilmente contributi e di promuovere l’uso del teatro anche per finalità diverse da quelle artistiche”. La strada indicata dall’esperto è che a fianco alle rassegne e ai percorsi culturali il teatro possa ospitare anche altro: eventi privati, festival estivi, Academy, laboratori, eventi trans-frontalieri, bookshop, stipulando partnership e convenzioni con imprese, scuole, associazioni. "Tutto questo deve avare un impatto sulla comunità in termini di sviluppo economico, sociale e culturale, per far sì che il teatro sia un punto di riferimento per la società” ha concluso D’Aries.
In questo percorso saranno coinvolte anche le realtà che animano le altre sale teatrali e cinematografiche della città per far sì che le nuove attività del Teatro della società siano in sinergia e non in sovrapposizione all’offerta culturale già presente in città, restando un punto di riferimento per le produzioni culturali “di alto livello”.
Il desiderio sarebbe quello di ampliare gli spettacoli e le coproduzioni e arrivare a ospitare una stagione teatrale di prosa con due rassegne da otto spettacoli, una stagione di musica sinfonica con guida all’ascolto da sei concerti, quattro spettacoli per la rassegna “cultura per il sociale”, una stagione di teatro per giovani con un concerto, tre spettacoli e un laboratorio, una rassegna di danza e una di teatro per famiglie e il Lecco jazz festival.
Tra le novità c’è l’ipotesi di aprire all’utilizzo da parte di terzi, anche per “fare cassa”. Piazza ha infatti ricordato i costi di gestione di una delle ultime stagioni in cui il teatro è stato attivo (quella 2015/2016) e il bilancio era negativo: a fronte di spese per 289.198 euro per appalto servizi, cachet artisti e Siae, gli incassi da abbonamenti, biglietti e contributi erano stati di 110.574 euro a cui vanno sottratti i costi per il personale (43mila euro), per l’appalto delle pulizie (22mila euro), per le utenze (19mila euro).
Con la riapertura ci saranno tuttavia degli spazi e degli strumenti da valorizzare: una capienza di 452 posti, spazi scenici rinnovati e tecnologicamente adeguati agli standard attuali, l’impianto di raffrescamento che permetterà di utilizzare il teatro anche nei mesi più caldo, il bar con il nuovo dehor e la sala del ridotto con le due stanzette adiacenti.
Ciro D’Aries, dell’omonimo studio di consulenza che sta affiancando l’amministrazione comunale in questo percorso, ha sottolineato l’importanza della coprogettazione e della condivisione anche a livello programmatico insieme ad altri soggetti: “Questo permetterà di intercettare più facilmente contributi e di promuovere l’uso del teatro anche per finalità diverse da quelle artistiche”. La strada indicata dall’esperto è che a fianco alle rassegne e ai percorsi culturali il teatro possa ospitare anche altro: eventi privati, festival estivi, Academy, laboratori, eventi trans-frontalieri, bookshop, stipulando partnership e convenzioni con imprese, scuole, associazioni. "Tutto questo deve avare un impatto sulla comunità in termini di sviluppo economico, sociale e culturale, per far sì che il teatro sia un punto di riferimento per la società” ha concluso D’Aries.
In questo percorso saranno coinvolte anche le realtà che animano le altre sale teatrali e cinematografiche della città per far sì che le nuove attività del Teatro della società siano in sinergia e non in sovrapposizione all’offerta culturale già presente in città, restando un punto di riferimento per le produzioni culturali “di alto livello”.
M.V.