Varenna: pensa di rinnovare l'assicurazione. E' una truffa

Pensava di aver rinnovato, con poche e semplici mosse, l'assicurazione del proprio motociclo. Invece nel maggio di due anni fa è risultato vittima di una truffa; episodio che ieri lo ha portato a rendere la propria testimonianza in tribunale a Lecco nel procedimento penale a carico di una 38enne campana.
''Ho contattato la compagnia assicurativa attraverso un numero di telefono che ho reperito online'' ha raccontato al giudice Bianca Maria Bianchi la parte offesa, residente a Varenna. ''Mi sono stati forniti gli estremi per il pagamento di 135 euro, cifra che ho versato poco dopo, recandomi in una tabaccheria di Bellano. Al contrario delle altre volte però, non mi è pervenuta alcuna comunicazione, nè il tagliandino assicurativo. Mi è sembrato strano e così ho provato a ricontattare quel numero, ma non rispondeva più nessuno e quando mio figlio ha fatto lo stesso, dall'altro capo del telefono una persona gli ha detto che ero stato truffato per poi agganciare la cornetta''.
Sono stati gli agenti della Questura di Lecco - ai quali la vittima si era rivolta nell'immediatezza dei fatti - a ricostruire quanto accaduto e soprattutto ad identificare il presunto responsabile della truffa.
Un'indagine le cui fasi sono state illustrate in aula da un operante della Polizia; rispondendo alle domande del giudice Bianchi e del vpo Caterina Scarselli, l'ispettore Cusatis ha infatti precisato che - stando a quanto emerso - la parte offesa aveva versato i 135 euro su una carta prepagata Mooney risultata intestata ad una donna classe 1986 residente nel casertano, seppur il numero di telefono registrato in fase di apertura del conto fosse invece riconducibile ad un soggetto straniero, sconosciuto alla banca dati della Polizia. Anche l'utenza telefonica utilizzata dalla vittima per mettersi in contatto con la (falsa) assicurazione era intestata ad un individuo non italiano, pure lui inesistente.
''Abbiamo acquisito la movimentazione e l'estratto conto della carta, sulla quale non erano state presentate denunce di furto o smarrimento'' ha precisato l'esponente della Questura cittadina. ''A carico dell'intestataria invece, risultavano precedenti specifici per lo stesso tipo di reato''.
La donna (M.C. le sue iniziali) è stata denuciata a piede libero per truffa; difesa da un penalista di fiducia (sostituito dall'avvocato Luigi Tancredi del Foro di Lecco), non è stata mai sentita dagli inquirenti rispetto all'episodio lecchese, ma risulterebbe indagata da più procure dello stivale per fatti analoghi, legati a fantomatici contratti e polizze assicurative stipulati a carico di ignare vittime.
Al termine della testimonianza dell'operante, il giudice Bianchi ha rinviato l'udienza al prossimo 10 dicembre per la discussione; a quel punto si passerà poi alla sentenza.
G.C.
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