Pescate: dal 1984 inviati ben 436.300 euro a Ciad e Eritrea. Il 18 incontro coi missionari
Il filo rosso tra Pescate e il Sahel africano è destinato a rinforzarsi ancora di più. A quarant'anni dall'avvio del progetto a cura del Gruppo missionario locale, nella serata di venerdì 18 ottobre l'Oratorio del paese alle porte di Lecco ospiterà infatti don Evita Role e Suor Letemheret Hailemariam, in arrivo appositamente dal Ciad e dall'Eritrea per riavvolgere il nastro dei ricordi e condividere con la comunità i frutti di un'amicizia ormai decennale ma capace di rinsaldarsi sempre di più con il passare del tempo.Ma cos'è che lega Pescate a questi poverissimi territori del Continente Nero? Per scoprirlo bisogna tornare appunto a quattro decenni fa, all'estate di quel 1984 in cui la zona desertica del Sahel Africano visse un dramma di notevoli proporzioni per via della siccità e della carestia, un dramma la cui eco arrivò fino in Italia e nel lecchese grazie, nel caso specifico, a Suor Donata Ferrario, in contatto con l'allora parroco di Pescate don Angelo Ronchi: la religiosa, in particolare, chiedeva aiuto per salvare i 70 bambini della scuola di Chagoua, vicino a N'Djamena, e dare così un futuro a loro e all'intero paese.
A testimonianza di ciò, nell'aprile 1991 il locale Gruppo Missionario Caritas decise di lanciare un progetto di adozione economica dei bambini di alcune scuole ciadiane - a novembre erano già 62 - e, in parallelo, un percorso di aiuto ad alcuni giovani studenti del liceo di Padre Francois de Gastines; tutte iniziative, queste, puntualmente documentate dai religiosi in missione in Africa, che in seguito concordarono con la comunità di Pescate di utilizzare una parte dei fondi raccolti nel tempo anche per altre opere molto concrete, dalla costruzione di un pozzo in grado di rendere interamente autosufficiente una famiglia fino al sostegno ad alcune attività commerciali e alla promozione di corsi di alfabetizzazione e laboratori per adulti.
Ciad ma non solo, dicevamo. Nell'ottobre 2006, infatti, l'iniziativa "Pescate-Ciad" arrivò ad ampliarsi fino all'Eritrea con l'adozione di un asilo nel villaggio di Abo, proseguita fino al 2021 quando - per via della confisca da parte del Governo di tutte le strutture educative e formative gestite dalla Chiesa - si optò per spostare i fondi su un progetto a favore dell'istruzione e del sostentamento di bambine e ragazze orfane; nel frattempo, dal 2018 in poi tante famiglie erano state aiutate anche attraverso un'altra proposta specifica, che prevedeva la donazione di pecore e capre per creare piccoli allevamenti mirati all'auto-sostentamento di nuclei composti da adulti con minori.
Complessivamente, come ha riepilogato Federico Bonifacio, dal 1984 sono stati inviati 300.000 euro in Ciad e oltre 136.000 in Eritrea (di cui 18.250 per gli ovini forniti a 61 famiglie), per un totale di 436.300 euro. Come accennato se ne parlerà in maniera dettagliata venerdì sera all'Oratorio di Pescate, a partire dalle 20.45, con i racconti e le proiezioni di don Evita Role e Suor Letemheret Hailemariam, le cui missioni potranno essere sostenute anche attraverso la cena comunitaria in programma sabato 19 ottobre dalle 19.30; domenica 20, poi, il religioso celebrerà la Messa delle 10.00 in Chiesa parrocchiale, animata dal coro Elikia.
A raccogliere l'appello fu il presidente della Biblioteca civica Federico Bonifacio (in seguito anche sindaco), che nel novembre 1984 costituì un apposito comitato per poi avviare una raccolta fondi mirata, con l'invito a cittadini, associazioni e aziende a contribuire "con 1.000 lire al giorno per dare vita a chi soffre la fame, per dare speranza in un domani migliore e per dare un significato in più al Natale". La risposta dei pescatesi non tardò ad arrivare, tanto che all'inizio dell'anno successivo si erano già racimolati più di 13 milioni di lire, ma soprattutto si era instaurato con le genti africane un legame in grado di superare ogni barriera e distanza.
A testimonianza di ciò, nell'aprile 1991 il locale Gruppo Missionario Caritas decise di lanciare un progetto di adozione economica dei bambini di alcune scuole ciadiane - a novembre erano già 62 - e, in parallelo, un percorso di aiuto ad alcuni giovani studenti del liceo di Padre Francois de Gastines; tutte iniziative, queste, puntualmente documentate dai religiosi in missione in Africa, che in seguito concordarono con la comunità di Pescate di utilizzare una parte dei fondi raccolti nel tempo anche per altre opere molto concrete, dalla costruzione di un pozzo in grado di rendere interamente autosufficiente una famiglia fino al sostegno ad alcune attività commerciali e alla promozione di corsi di alfabetizzazione e laboratori per adulti.
Ciad ma non solo, dicevamo. Nell'ottobre 2006, infatti, l'iniziativa "Pescate-Ciad" arrivò ad ampliarsi fino all'Eritrea con l'adozione di un asilo nel villaggio di Abo, proseguita fino al 2021 quando - per via della confisca da parte del Governo di tutte le strutture educative e formative gestite dalla Chiesa - si optò per spostare i fondi su un progetto a favore dell'istruzione e del sostentamento di bambine e ragazze orfane; nel frattempo, dal 2018 in poi tante famiglie erano state aiutate anche attraverso un'altra proposta specifica, che prevedeva la donazione di pecore e capre per creare piccoli allevamenti mirati all'auto-sostentamento di nuclei composti da adulti con minori.
Complessivamente, come ha riepilogato Federico Bonifacio, dal 1984 sono stati inviati 300.000 euro in Ciad e oltre 136.000 in Eritrea (di cui 18.250 per gli ovini forniti a 61 famiglie), per un totale di 436.300 euro. Come accennato se ne parlerà in maniera dettagliata venerdì sera all'Oratorio di Pescate, a partire dalle 20.45, con i racconti e le proiezioni di don Evita Role e Suor Letemheret Hailemariam, le cui missioni potranno essere sostenute anche attraverso la cena comunitaria in programma sabato 19 ottobre dalle 19.30; domenica 20, poi, il religioso celebrerà la Messa delle 10.00 in Chiesa parrocchiale, animata dal coro Elikia.
Date evento
venerdì, 18 ottobre 2024