Lecco: le tavole di Chiappori per 'Fiaba' di Goethe esposte in biblioteca

Esposti alla biblioteca civica “Pozzoli” i pastelli con i quali Alfredo Chiappori – uno dei protagonisti della vita culturale cittadina del secondo Novecento - nel 1987 aveva illustrato l’edizione Mondadori della “Fiaba” di Wolfgang Goethe, un racconto in forma di enigma, come recitava una celebre introduzione a uno dei testi fondamentali di uno dei mostri sacri della cultura europea.
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La copertina di Fiaba
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L’esposizione – “Luce e colore per la Fiaba: Chiappori per Goethe”, il titolo - è stata inaugurata ieri sera con l’intervento della curatrice Giulia Sorrentino, della giornalista Sara Chiappori che dell’artista lecchese è figlia, dell’assessore alla cultura Simona Piazza e della direttrice della biblioteca Simona Sanna.
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Simona Piazza
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L’assessore Piazza ha spiegato che la scelta della Pozzoli per la mostra non sia dovuta solo  al fatto che si tratta di illustrazione a un libro, ma anche «per dare modo di vedere l’opera di Chiappori ai tantissimi frequentatori della biblioteca», un altro esempio di quella “biblioteca 2.0” che vuole fare della struttura di via Bovara luogo di incontro e di confronto.
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Simona Sanna
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Rivolgendosi ai presenti, invece Sanna ha detto: «State per assistere a una magia. Chi ha visto quei disegni sui libri, ora che sono esposti, si accorgerà di come Chiappori abbia catturato la luce attraverso la quale ci aiuta a entrare nella fiaba di Goethe».
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Sara Chiappori
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Sara Chiappori ha inoltre spiegato come «quel lavoro di papà occupi un posto speciale nella sua attività. E’ un ritorno al figurativo, dopo anni di ricerche differenti. E’ stata una messa alla prova molto importante, una convergenza dei tanti interessi che aveva, con uno sguardo all’antroposofia, alla teoria dei colori di Rudolph Steiner che discende dalla teoria dei colori di Goethe. E quindi queste illustrazioni hanno un senso particolare. Purtroppo delle quaranta tavole originarie, ce ne sono solo 21. Le altre sono state donate, hanno preso altre strade. E comunque si può avere un’idea di quel lavoro. E davvero la luce è importante: è una drammaturgia della luce».
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Giulia Sorrentino
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Infine, Sorrentino ha spiegato come la “Fiaba” di Goethe fosse una sfida ai lettori affinché trovassero interpretazioni differenti: novantanove, avvertiva, dopo di che gli stesso avrebbe svelato il significato. Le novantanove interpretazioni non arriveranno, Steiner ne ha fornita una propria. I disegni di Chiappori offrono ora un’occasione ai frequentatori della biblioteca, l’occasione di creare un momento di confronto, di avviare un dialogo».
La mostra resterà aperta fino al 31 dicembre ed è visitabile negli orari di apertura della biblioteca civica (dalle 9,30 alle 18,30). Ingresso libero.
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Nell’ambito della mostra sono inoltre in calendario due incontri di approfondimento: martedì 29 ottobre alle 18,30 “La Fiaba di Goethe incontra Chiappori”: si concentrerà sull'analisi dell'opera pittorica del lecchese, esaminando le connessioni tra la Fiaba di Goethe, l'antroposofia e la teoria dei colori di Rudolf Steiner. Vi interverranno Michele Tavola e Claudio Puglisi, moderati da Gianfranco Colombo, con il contributo di Aresma (Associazione di Ricerche e Studi per la Medicina Antroposofica).
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Sabato 30 novembre sempre alle 18,30 “ricordi e racconti: ritratti di Chiappori: previsti alcuni interventi di chi ha conosciuto Afredo personalmente come amico d’infanzia, come padre, come professore e come sperimentatore dei linguaggi teatrali: Walter Castelnovo, Sara Chiappori, Gianluigi Daccò e Fabio Dodesini, moderati da Gianfranco Colombo.
D.C.
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