Gli Alpini si addestrano sulla Grigna meridionale prima di un 4000 sul Monte Rosa
Si è concluso con l’ascensione al Cristo delle Vette sul Balmenhorn (a 4.167 metri di quota) sul massiccio del Monte Rosa, il corso avanzato di alpinismo che ha visto 15 tra istruttori e allievi della Brigata Alpina Taurinense dell’Esercito impegnati per quattro settimane sui rilievi delle Alpi Cozie, Orobie e Pennine.
Le prime due settimane di preparazione si sono svolte in Piemonte tra la Val Susa e la Val Chisone dove, oltre alle nozioni di base, sono state attrezzate vie per agevolare – tramite scale di circostanza, linee vita e teleferiche – il successivo passaggio di personale meno qualificato. Questa fase è tornata utile per l’impiego di nuovi materiali, tra i quali paranchi di tensionamento delle corde statiche, che hanno reso più veloce e agevole l’allestimento di una teleferica per il trasporto degli equipaggiamenti in quota.
Nella terza settimana il gruppo si è trasferito in provincia di Lecco, ai Pian de’ Resinelli, in quella che si può considerare la “culla” dell’alpinismo italiano. Da lì le penne nere della Taurinense, sulle orme dei mitici “Ragni di Lecco”, hanno percorso diverse vie alpinistiche di difficoltà crescente, terminate con l’ascensione ai 2.177 metri della Grigna Meridionale, lungo la via classica della Cresta Segantini risalente al 1905.
L’ultima settimana è stata incentrata sull’ascensione al monte Balmenhorn partendo dai 3647 metri del Rifugio Gnifetti; attraversando il ghiacciaio del Garstelet, costeggiando le pendici della Piramide Vincent, dove sono state svolte di lezioni sugli ancoraggi su neve e ghiaccio e le soste e le manovre di autosoccorso in ghiacciaio. La difficile salita sul ghiacciaio, resa ancor più complessa per le recenti nevicate e le condizioni meteo tipiche del settembre inoltrato, non ha fermato gli alpini dell’Esercito che hanno raggiunto il Cristo delle Vette a 4.167 metri di quota.
Il corso, svolto con la supervisione di istruttori altamente qualificati, si è sviluppato attraverso un percorso mirato a espandere la formazione - già acquisita nei corsi basici - di tecniche di arrampicata e discesa in corda doppia, condotta di vie ferrate, risalita con autobloccanti e movimento su ghiacciaio.
Il dominio della verticalità e la capacità di superare ostacoli su roccia, cengia, guglie e in solitaria di pareti verticali sono parti essenziali dell’addestramento a vivere, muovere, combattere e soccorrere, peculiare delle Truppe Alpine dell’Esercito, declinabile anche in operazioni a favore delle comunità e dei singoli in casi di emergenza.
Per gli Alpini della Taurinense si è trattato di un ritorno sulle montagne lecchesi, dopo le esperienze delle estati del 2022 e del 2023, quando il 9° reggimento alpini dell’Aquila e il 2° di Cuneo si sono schierati – con la collaborazione della Sezione ANA di Lecco - a Barzio e altre località per scalare le principali cime: Monte Muggio, Sodadura, Monte Margno e il Grignone. I militari avevano raggiunto anche il luogo simbolo degli alpini lecchesi, la chiesetta ex voto del Battaglione Morbegno al Pian delle Betulle. Esercitazioni che hanno rinnovato il rapporto speciale tra penne nere e territorio, anche grazie alle cerimonie ufficiali di Barzio, Bellano e Mandello, con concerti della Fanfara della Taurinense.
Le prime due settimane di preparazione si sono svolte in Piemonte tra la Val Susa e la Val Chisone dove, oltre alle nozioni di base, sono state attrezzate vie per agevolare – tramite scale di circostanza, linee vita e teleferiche – il successivo passaggio di personale meno qualificato. Questa fase è tornata utile per l’impiego di nuovi materiali, tra i quali paranchi di tensionamento delle corde statiche, che hanno reso più veloce e agevole l’allestimento di una teleferica per il trasporto degli equipaggiamenti in quota.
Nella terza settimana il gruppo si è trasferito in provincia di Lecco, ai Pian de’ Resinelli, in quella che si può considerare la “culla” dell’alpinismo italiano. Da lì le penne nere della Taurinense, sulle orme dei mitici “Ragni di Lecco”, hanno percorso diverse vie alpinistiche di difficoltà crescente, terminate con l’ascensione ai 2.177 metri della Grigna Meridionale, lungo la via classica della Cresta Segantini risalente al 1905.
L’ultima settimana è stata incentrata sull’ascensione al monte Balmenhorn partendo dai 3647 metri del Rifugio Gnifetti; attraversando il ghiacciaio del Garstelet, costeggiando le pendici della Piramide Vincent, dove sono state svolte di lezioni sugli ancoraggi su neve e ghiaccio e le soste e le manovre di autosoccorso in ghiacciaio. La difficile salita sul ghiacciaio, resa ancor più complessa per le recenti nevicate e le condizioni meteo tipiche del settembre inoltrato, non ha fermato gli alpini dell’Esercito che hanno raggiunto il Cristo delle Vette a 4.167 metri di quota.
Il corso, svolto con la supervisione di istruttori altamente qualificati, si è sviluppato attraverso un percorso mirato a espandere la formazione - già acquisita nei corsi basici - di tecniche di arrampicata e discesa in corda doppia, condotta di vie ferrate, risalita con autobloccanti e movimento su ghiacciaio.
Il dominio della verticalità e la capacità di superare ostacoli su roccia, cengia, guglie e in solitaria di pareti verticali sono parti essenziali dell’addestramento a vivere, muovere, combattere e soccorrere, peculiare delle Truppe Alpine dell’Esercito, declinabile anche in operazioni a favore delle comunità e dei singoli in casi di emergenza.
Per gli Alpini della Taurinense si è trattato di un ritorno sulle montagne lecchesi, dopo le esperienze delle estati del 2022 e del 2023, quando il 9° reggimento alpini dell’Aquila e il 2° di Cuneo si sono schierati – con la collaborazione della Sezione ANA di Lecco - a Barzio e altre località per scalare le principali cime: Monte Muggio, Sodadura, Monte Margno e il Grignone. I militari avevano raggiunto anche il luogo simbolo degli alpini lecchesi, la chiesetta ex voto del Battaglione Morbegno al Pian delle Betulle. Esercitazioni che hanno rinnovato il rapporto speciale tra penne nere e territorio, anche grazie alle cerimonie ufficiali di Barzio, Bellano e Mandello, con concerti della Fanfara della Taurinense.