Infrastrutture, il grido di Confindustria: territorio al limite della paralisi
Si sono moltiplicate in questo ultimo periodo le criticità sul fronte delle infrastrutture, già cronicamente presenti, registrate sul territorio delle province di Lecco e di Sondrio con prospettive di ulteriore peggioramento a breve.“I limiti della rete infrastrutturale sono arcinoti, tanto che imprese e cittadini rischierebbero di assuefarsi alle difficoltà che quotidianamente devono affrontare per spostarsi lungo la rete viabilistica, se non fosse che queste complicano le vite di tutti e gravano pesantemente sull’intera economia territoriale rendendoci meno competitivi” commenta il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari. “È inaccettabile che su questi temi, considerando le difficoltà conclamate, non vi sia un confronto puntuale e continuativo con il mondo produttivo e i suoi rappresentanti, a maggior ragione su questioni specifiche e pianificabili. Con il risultato evidente che, combinando una pianificazione non concertata con le lungaggini nell’esecuzione dei lavori, si arriva a paralizzare province ad alta intensità produttiva come Lecco e Sondrio”. Aggiunge Campanari: “Siamo il Paese “dei tavoli”, ce n’è uno praticamente per tutto: ma è possibile che non ve ne sia uno -legato alle emergenze della viabilità- a cui noi si venga invitati per portare e rappresentare le istanze delle aziende, al quale potremmo forse contribuire con stimoli ed idee, ed al quale si provi a condividere con noi una qualche forma di pianificazione per limitare i disagi e le disfunzioni?”
Tra l’altro, aggiunge Campanari, “alle emergenze viabilistiche si aggiunge una grave e ormai cronica situazione di caos ferroviario che assomma intollerabili e frequenti ritardi, congestioni e cancellazioni di treni sulle tratte che ci riguardano sia per la provincia di Lecco sia di Sondrio, con la motivazione del “guasto alla linea” che ormai è diventata una specie di regola francamente inaccettabile oltreché surreale. Mi pare piuttosto evidente che così non si possa andare avanti”.
In questo periodo in particolare, Valtellina e Valchiavenna con l’Alto Lario, che nella SS 36 hanno un passaggio insostituibile, hanno subito i disagi dovuti al non sempre puntuale rispetto degli orari di chiusura/riapertura per i cantieri in essere, sommati al loro protrarsi nel tempo. Più a sud, in provincia di Lecco, genera preoccupazione la prossima chiusura del ponte di Brivio per le opere di riqualificazione, considerando anche le limitate capacità del ponte di Paderno e soprattutto la mancanza di alternative prossime ed efficaci.
“Siamo i primi sostenitori della necessità di un’accurata e tempestiva manutenzione delle opere, oltre che del loro sviluppo con nuove realizzazioni - commenta Riccardo Riva, coordinatore del Gruppo tecnico Infrastrutture di Confindustria Lecco e Sondrio - che sono nel concreto l’antidoto alle situazioni come quelle che stiamo vivendo o abbiamo attraversato negli ultimi anni. Un confronto costruttivo con le rappresentanze economiche e una pianificazione di medio e lungo periodo, che affranchi dalla necessità di operare in un costante clima di emergenza, è quello che legittimamente chiediamo”.
“Come sempre vogliamo fare la nostra parte - conclude Marco Campanari - e stiamo già lavorando ad un ulteriore aggiornamento del nostro Dossier Infrastrutture, presentato pubblicamente per la prima volta nel 2018 e aggiornato nel 2021, con un position paper dedicato ai nodi più attuali. Lo spirito che ci muove è sempre quello del dialogo con le Istituzioni e gli stakeholder e, soprattutto, lo sviluppo del territorio che ha un driver strategico proprio nelle infrastrutture. Ma, ripeto, almeno per ciò che concerne le situazioni pianificate che creano emergenza, ci aspettiamo -e, lo dico rispettosamente, chiediamo- di essere coinvolti per condividere la messa a punto di possibili strategie: il caso della prossima (e lunga, visto che sarà di 16 mesi) chiusura del ponte di Brivio, fondamentale arteria di collegamento fra le province di Lecco e Bergamo, utilizzato quotidianamente da migliaia di veicoli, è un valido esempio. Non si potrebbe, per esempio, studiare il posizionamento provvisorio di un ponte mobile di tipo “Bailey” o similare”, per consentire almeno il transito del traffico leggero? Se vi fosse un coinvolgimento a un tavolo specifico, ci piacerebbe proporlo e discuterne nel merito”.
“Benché alcune opere siano state realizzate in questi ultimi anni, soprattutto in previsione dell’appuntamento olimpico del 2026, abbiamo perso buone occasioni per raggiungere obiettivi significativi ma non certo impossibili, come quello della realizzazione di una terza corsia lungo tutta la SS 36, che godrà invece unicamente di un ammodernamento degli svincoli” afferma ancora Riccardo Riva. “Recriminare non avrebbe senso - conclude - , ma è utile, per non dire indispensabile, trovare il modo di limitare i disagi dovuti ai lavori avviati o in fase di partenza e, soprattutto, approntare un serio piano di sviluppo strategico della rete viabilistica con uno sguardo complessivo sulla nostra area e le sue peculiarità, vocazione manifatturiera in primis”.
Tra l’altro, aggiunge Campanari, “alle emergenze viabilistiche si aggiunge una grave e ormai cronica situazione di caos ferroviario che assomma intollerabili e frequenti ritardi, congestioni e cancellazioni di treni sulle tratte che ci riguardano sia per la provincia di Lecco sia di Sondrio, con la motivazione del “guasto alla linea” che ormai è diventata una specie di regola francamente inaccettabile oltreché surreale. Mi pare piuttosto evidente che così non si possa andare avanti”.
In questo periodo in particolare, Valtellina e Valchiavenna con l’Alto Lario, che nella SS 36 hanno un passaggio insostituibile, hanno subito i disagi dovuti al non sempre puntuale rispetto degli orari di chiusura/riapertura per i cantieri in essere, sommati al loro protrarsi nel tempo. Più a sud, in provincia di Lecco, genera preoccupazione la prossima chiusura del ponte di Brivio per le opere di riqualificazione, considerando anche le limitate capacità del ponte di Paderno e soprattutto la mancanza di alternative prossime ed efficaci.
“Siamo i primi sostenitori della necessità di un’accurata e tempestiva manutenzione delle opere, oltre che del loro sviluppo con nuove realizzazioni - commenta Riccardo Riva, coordinatore del Gruppo tecnico Infrastrutture di Confindustria Lecco e Sondrio - che sono nel concreto l’antidoto alle situazioni come quelle che stiamo vivendo o abbiamo attraversato negli ultimi anni. Un confronto costruttivo con le rappresentanze economiche e una pianificazione di medio e lungo periodo, che affranchi dalla necessità di operare in un costante clima di emergenza, è quello che legittimamente chiediamo”.
“Come sempre vogliamo fare la nostra parte - conclude Marco Campanari - e stiamo già lavorando ad un ulteriore aggiornamento del nostro Dossier Infrastrutture, presentato pubblicamente per la prima volta nel 2018 e aggiornato nel 2021, con un position paper dedicato ai nodi più attuali. Lo spirito che ci muove è sempre quello del dialogo con le Istituzioni e gli stakeholder e, soprattutto, lo sviluppo del territorio che ha un driver strategico proprio nelle infrastrutture. Ma, ripeto, almeno per ciò che concerne le situazioni pianificate che creano emergenza, ci aspettiamo -e, lo dico rispettosamente, chiediamo- di essere coinvolti per condividere la messa a punto di possibili strategie: il caso della prossima (e lunga, visto che sarà di 16 mesi) chiusura del ponte di Brivio, fondamentale arteria di collegamento fra le province di Lecco e Bergamo, utilizzato quotidianamente da migliaia di veicoli, è un valido esempio. Non si potrebbe, per esempio, studiare il posizionamento provvisorio di un ponte mobile di tipo “Bailey” o similare”, per consentire almeno il transito del traffico leggero? Se vi fosse un coinvolgimento a un tavolo specifico, ci piacerebbe proporlo e discuterne nel merito”.
“Benché alcune opere siano state realizzate in questi ultimi anni, soprattutto in previsione dell’appuntamento olimpico del 2026, abbiamo perso buone occasioni per raggiungere obiettivi significativi ma non certo impossibili, come quello della realizzazione di una terza corsia lungo tutta la SS 36, che godrà invece unicamente di un ammodernamento degli svincoli” afferma ancora Riccardo Riva. “Recriminare non avrebbe senso - conclude - , ma è utile, per non dire indispensabile, trovare il modo di limitare i disagi dovuti ai lavori avviati o in fase di partenza e, soprattutto, approntare un serio piano di sviluppo strategico della rete viabilistica con uno sguardo complessivo sulla nostra area e le sue peculiarità, vocazione manifatturiera in primis”.