Lecco: 94 presenze in carcere, 53 i posti effettivi. 'Costo 150 euro al giorno'

La casa circondariale di Pescarenico attualmente conta 94 detenuti a fronte di una capienza di 53 posti. La percentuale di affollamento è dunque pari al 188%.
Circa il 60% delle presenze è di origine straniera.
I dati sono forniti dal consigliere regionale Giacomo Zamperini, a margine del dibattito sull’emergenza carceri in Lombardia tenuto oggi in Consiglio.
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"La struttura - sottolinea l'esponente di FdI in riferimento a Lecco - è ben integrata all’interno del tessuto cittadino, grazie anche all’ottima gestione da parte della Direttrice, Luisa Mattina, ed alla buona volontà e disponibilità degli operatori della Polizia Penitenziaria, del personale educativo, ma anche grazie ad un territorio ed enti del Terzo Settore rispondenti. Nonostante la percentuale di sovraffollamento, la struttura ha dimostrato di poter essere un terreno fertile per lo sviluppo di percorsi per l’aumento della funzione rieducativa della detenzione”.

“150 euro al giorno – aggiunge Zamperini allargando lo sguardo – questo è quanto al giorno d’oggi, un detenuto costa allo Stato per poter vivere e risiedere in uno stato di detenzione. Un costo esorbitante, soprattutto se pensiamo che nella maggior parte dei casi, la detenzione viene vissuta in maniera totalmente passiva. Nel dibattito di oggi si è destinato parecchio tempo a discutere dei giusti trattamenti dei carcerati. Un punto di accordo su questa tematica, però, si potrà trovare solamente quando oltre ai diritti dei detenuti si porrà la stessa attenzione anche alla sete di giustizia delle vittime di reato e delle loro famiglie, che allo stato attuale, invece, sono e si sentono avviliti per quello che dovrebbe essere un dogma: la certezza della pena. Per queste persone, servono maggiori tutele e percorsi come quelli legati alla giustizia riparativa. Per chi è detenuto, serve offrire l’opportunità dei lavori “forzati”, socialmente utili a beneficio sia della comunità che ne trae utilità, sia per chi attraverso il lavoro, pratica un’attività rigenerante e formativa”. 

“Sempre più spesso - continua Zamperini - assistiamo ad episodi di violenza da parte di giovani e giovanissimi, spesso di origine straniera, che non vanno assolutamente confusi con il disagio giovanile, ma come veri e propri atti di criminalità. Queste persone agiscono con una strafottenza dovuta dal senso di impunità. Verso questi individui serve tolleranza zero e certezza della pena”.
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