Valsassina: a fine mese il referendum per la fusione tra Cortenova e Primaluna. La guida al voto

“Volete che i Comuni di Cortenova e Primaluna siano unificati?”. È questa la domanda a cui i cittadini dei due paesi valsassinesi dovranno dare una risposta il prossimo 27 ottobre, data fissata per lo svolgimento del referendum consultivo relativo alla fusione tra i due enti. Esatto, la fusione tra Cortenova e Primaluna. Un tema che negli scorsi mesi sembra essere “scomparso” dal dibattito pubblico, dopo un inverno e una primavera molto concitati: sia a livello mediatico, con riferimento ai numerosi incontri informativi e di dibattito con la cittadinanza organizzati nei due comuni, sia in termini di adempimenti formali (ad aprile, la modifica degli statuti comunali, per inserire l’articolo che disciplina le procedure per i referendum sulle fusioni e incorporazioni; a maggio, la definizione della data del referendum).
Come mai nella stagione più calda il dibattito sembra essersi improvvisamente raffreddato, dopo mesi di così grande fermento?
Innanzitutto, va considerato che i sindaci uscenti dei due comuni – di fatto i promotori e sostenitori più convinti del progetto di unificazione tra i “vicini” della Valle – si sono riconfermati alle elezioni amministrative dello scorso giugno. Mauro Artusi e Sergio Galperti hanno infatti sconfitto le rispettive liste avversarie, in un testa a testa che era diventato (anche) una sorta di sfida tra “pro-fusione” e “contro-fusione”. Vittoria ai seggi delle comunali uguale esito positivo del referendum? Forse. Di certo c’è che la rielezione dei primi cittadini uscenti nei due comuni oggetto dell’eventuale fusione sembra aver smorzato i toni di un dibattito prima molto acceso (probabilmente anche perché iter della fusione e campagna elettorale avevano finito per intrecciarsi…). Questa visione ce la hanno confermata gli stessi sindaci dei due paesi, che – pur prudenti sulle previsioni per il referendum e da sempre chiari nel separare il tema della guida del comune da una decisione che sarà oggetto del voto popolare – hanno riconosciuto come la fiducia accordata lo scorso giugno alle loro liste sia quantomeno di buon auspicio. “Chi votava noi sapeva che avremmo seguito questa strada” ha chiosato in breve Artusi, primo cittadino di Primaluna.
Vero è anche che in primavera – mentre pure l’iter burocratico era stato completato - effettivamente i cittadini di tempo e di occasione per informarsi, porre dubbi e fare domande ne avevano avuto a volontà. “E ancora nelle ultime settimane” ci spiega lo stesso Artusi “in diversi mi fermano per strada per farmi qualche domanda e chiedere chiarimenti”. A testimonianza di come, in fondo, la discussione sia ancora viva e probabilmente tornerà ad esserlo ancora di più man mano che ci si avvicina alla data X. Non a caso, i gruppi di maggioranza dei due comuni hanno deciso di iniziare nei prossimi giorni una campagna di informazione sul tema, che culminerà nei due incontri “di ripasso” fissati per i prossimi 14 ottobre (presso il Cineteatro di Cortenova) e 16 ottobre (presso il Cineteatro di Primaluna), sempre alle 20.45. Qui verranno illustrate le ragioni che, a detta dei due primi cittadini e delle rispettive compagini, dovrebbero portare a votare “sì” il prossimo 27 ottobre. “Dopo la convocazione dei comizi elettorali lo scorso 12 settembre, la scelta è stata quella di riprendere il tema un po’ più a ridosso del referendum” ha chiarito Sergio Galperti, sindaco di Cortenova. Lo stesso appare tutto sommato fiducioso di avere una buona base di cittadini a favore della fusione, distinguendo tra “un gruppo più giovane, che da una parte bisogna far avvicinare alla vita del paese, ma che dall’altra è più propenso alla novità” e “un gruppo con qualche anno in più, che va convinto della necessità di un cambiamento per andare avanti e per il bene delle nostre comunità”. Da parte sua Artusi lamenta la persistente “fatica nel capire i vantaggi della fusione, mentre io ho sempre più difficoltà a trovare degli svantaggi”.
fusionecomuniguida.jpg (54 KB)Mentre il voto si avvicina, ecco una breve guida su quello che c’è da sapere a proposito della fusione tra Primaluna e Cortenova.
Perché la fusione?
Innanzitutto, chiariamo il significato del processo di fusione, che è la “associazione di due o più comuni contigui, con l’istituzione di un nuove ente”. Una cosa ben diversa dall’unione, che crea un nuovo ente “superiore”, senza che i comuni costituenti perdano il proprio status.
Il primo tema è quello del “perché?”. La risposta data dai principali promotori del progetto nel corso degli scorsi mesi è che la fusione porterebbe dei benefici, innanzitutto in termini di risparmio di risorse (soprattutto di spese di gestione e di parte corrente) e di semplificazione amministrativa. Detto in parole povere, “una sola macchina comunale costa meno ed è più efficiente”. Il risparmio di risorse (che andrebbe a risolvere delle concrete ed esistenti difficoltà finanziarie) non sarebbe chiaramente fine a sé stesso: “l’obiettivo è quello di fornire nuovi servizi di interesse pubblico a favore dei cittadini, oltre che di migliorare quelli già esistenti, per favorire il rilancio del territorio, potenziandone l’attrattività per giovani e famiglie” dichiarava Artusi qualche mese fa. In secondo luogo, un comune “fuso” avrebbe numeri maggiori (in termini di popolazione, ma non solo), con un conseguente incremento del peso politico sui tavoli istituzionali (provinciali, regionali e anche statali) e del potere contrattuale nei confronti delle aziende appaltatrici di servizi: “più si è grandi, più è facile fare sentire la propria voce” confermava Fabio Canepari, presidente di Comunità Montana V.V.V.E.R. Un ulteriore – e sostanziale – incentivo è ancora di tipo economico e riguarda i contributi straordinari statali che verrebbero erogati al nuovo comune fuso: una quota pari al 60% dei trasferimenti statali attribuiti per l’anno 2010 ai comuni oggetto di fusione (sommati tra loro) verrà immessa nel bilancio comunale per quindici anni a decorrere dal processo di accorpamento. Parliamo di circa 537.000 euro annui (circa 8 milioni in un decennio e mezzo) di cui godrebbe il nuovo ente (e, va aggiunto, senza vincoli di utilizzo). A questi finanziamenti, si sommerà ovviamente il contributo ordinario, che per il “comune fuso” sarebbe intorno ai 500.000 euro.

Perché adesso?
Il tema è sul tavolo da anni e i tempi sembrano più che maturi, visti anche i due seguenti aspetti: in primis, le restrizioni finanziare “in vista”; in secondo luogo, non è da escludere che in un futuro non troppo lontano la scelta potrebbe diventare obbligata e priva degli attuali incentivi. Ricordiamo, tra l’altro, che nel corso dei vari incontri della scorsa primavera il progetto di fusione è stato sostenuto da diversi altri sindaci e amministratori locali, alcuni dei quali hanno recentemente sperimentato in prima persona un iter di fusione.

E la nostra identità?
Il tema identitario è certamente uno dei più sentiti dalla popolazione. I promotori del progetto hanno assicurato a più riprese che la storia, le tradizioni e la toponomastica resteranno perfettamente intatte. Ciò che cambierà sarà semplicemente la denominazione dell’ente, mentre gli aggiustamenti burocratici (relativi alle posizioni INPS, INAIL, come anche alle utenze di acqua, gas e luce) saranno presi in carico totalmente dal comune.

Il nome
“Volete che il nuovo comune sia denominato: a) Centro Valsassina; b) Borgo Valsassina c) Borgo Grigna”. Ecco il secondo quesito referendario a cui gli elettori delle due municipalità dovranno dare risposta. Al di là della scelta, ciò che salta all’occhio è il fatto che tutte e tre le possibili denominazioni non contengono alcun riferimento ai nomi degli (eventuali) ex comuni. E il motivo c’è. Il progetto futuro è infatti quello di creare un unico ente in Valsassina, che unisca Introbio, Primaluna, Cortenova, Taceno e Parlasco.

Se vince il “sì”?
Regione Lombardia farà completo riferimento all’esito del referendum per decidere se procedere o meno all’avvio formale dell’iter di fusione. Nella pratica si svolgeranno due consultazioni distinte, una per Cortenova e una per Primaluna. Solo un esito positivo da entrambi le parti (il quorum è fissato al 25% e la maggioranza al 50% + 1) consentirà di procedere alla fusione tra i due comuni, mentre un riscontro negativo (anche solo in uno dei due paesi) comprometterà il processo, oltre a precludere ai due enti nuovi tentativi di fusione per ben sette anni. Questo sarebbe un freno anche in generale per i progetti di fusione in Valle, scoraggiando sia un eventuale ampliamento dello (eventuale) comune nato dall’unione di Primaluna e Cortenova, sia un progetto analogo tra i comuni dell’altopiano. In caso di risposta affermativa da parte della cittadinanza, Regione procederà ad istituire il nuovo ente e si terranno le elezioni. In attesa dell’entrata in vigore del neonato comune (prevista per il 1° gennaio dell’anno successivo a quello di conclusione dell’iter), l’ente sarà soggetto a commissariamento, prima della nuova votazione per l’eventuale sindaco.

Modalità di voto
I seggi elettorali saranno aperti in entrambi i comuni domenica 27 ottobre dalle 8.00 alle 22.00.

Parola ai cittadini.

Alessandro Tenderini
Date evento
domenica, 27 ottobre 2024
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