Lecco Città dei Promessi Sposi chiuso, con successo, a Villa Gomes
"Quella di quest’anno è stata un’edizione particolare: il festival Lecco Città dei Promessi Sposi è uscito per la prima volta dalla sua sede storica, Villa Manzoni, ed è stato ospitato da altri luoghi che ci hanno permesso approfondire l’indagine dei rapporti tra Manzoni e altri nostri illustri concittadini come Stoppani e Ghislanzoni, scoprendo ulteriori tesori che la nostra città possiede": così Simona Piazza, vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Lecco, chiudendo ieri sera ufficialmente la kermesse.
“In questo senso, una volta di più, è stata posta in evidenza la centralità dell’interazione tra pubblico e privato e le sue potenzialità. Quest’anno la relazione non si è esaurita nelle pur preziose sponsorizzazioni, ma ha visto alcuni addirittura aprirci le loro case, come la famiglia Invernizzi, che ringrazio moltissimo per aver messo a disposizione della comunità Villa Ghislanzoni” ha proseguito, concludendo con un “arrivederci all’anno prossimo, per l’edizione 2025”.
Il festival si è chiuso in un’atmosfera festosa a Villa Gomes, sede della civica scuola di musica, trasformata per una sera in un “cenacolo letterario" in cui fare conversazione, ascoltare musica e interventi teatrali, e lasciarsi tentare da suggestioni gastronomiche.
Una serata perfettamente orchestrata da Mauro Rossetto, alla guida del S.I.M.U.L e direttore artistico del festival che ha introdotto l’intervento di Andrea Bienati, docente universitario, su “Fratture e permanenze nella cultura lombarda di fine secolo”. Focus della conversazione gli Scapigliati e la loro attenzione all’individuo, alla singolarità della percezione, all'”altro che è sempre un altrove” e il parallelo quasi provocatorio che accosta questi intellettuali a creatori di podcast: “L’obiettivo non è essere esaustivi, sviscerare un argomento, ma avvicinare ai temi trattati, nella convinzione che l’uomo desideri migliorarsi, e che sia compito della società permettergli di farlo liberamente, seguendo il suo talento e inverando la propria potenzialità”.La serata è poi proseguita nei diversi ambienti della villa con interventi artistici e musicali di Davide Besana (violino) e Andrea Dellavedova (pianista), di Fatih Murat Belli (chitarrista) e di Luca Redaelli e Giusy Vassena. Presente anche la video istallazione “Reverie Op 2. n.1” di Chiara Vitali, dedicata alle permanenze materiali e immateriali visive e sonore.
“In questo senso, una volta di più, è stata posta in evidenza la centralità dell’interazione tra pubblico e privato e le sue potenzialità. Quest’anno la relazione non si è esaurita nelle pur preziose sponsorizzazioni, ma ha visto alcuni addirittura aprirci le loro case, come la famiglia Invernizzi, che ringrazio moltissimo per aver messo a disposizione della comunità Villa Ghislanzoni” ha proseguito, concludendo con un “arrivederci all’anno prossimo, per l’edizione 2025”.
Il festival si è chiuso in un’atmosfera festosa a Villa Gomes, sede della civica scuola di musica, trasformata per una sera in un “cenacolo letterario" in cui fare conversazione, ascoltare musica e interventi teatrali, e lasciarsi tentare da suggestioni gastronomiche.
Una serata perfettamente orchestrata da Mauro Rossetto, alla guida del S.I.M.U.L e direttore artistico del festival che ha introdotto l’intervento di Andrea Bienati, docente universitario, su “Fratture e permanenze nella cultura lombarda di fine secolo”. Focus della conversazione gli Scapigliati e la loro attenzione all’individuo, alla singolarità della percezione, all'”altro che è sempre un altrove” e il parallelo quasi provocatorio che accosta questi intellettuali a creatori di podcast: “L’obiettivo non è essere esaustivi, sviscerare un argomento, ma avvicinare ai temi trattati, nella convinzione che l’uomo desideri migliorarsi, e che sia compito della società permettergli di farlo liberamente, seguendo il suo talento e inverando la propria potenzialità”.La serata è poi proseguita nei diversi ambienti della villa con interventi artistici e musicali di Davide Besana (violino) e Andrea Dellavedova (pianista), di Fatih Murat Belli (chitarrista) e di Luca Redaelli e Giusy Vassena. Presente anche la video istallazione “Reverie Op 2. n.1” di Chiara Vitali, dedicata alle permanenze materiali e immateriali visive e sonore.