Lecco: cento anni fa a Castel Gandolfo moriva Mario Cermenati

Un dolce tramonto autunnale sul lago di Castel Gandolfo, vicino a Roma, accompagnò le ultime ore di Mario Cermenati, che si trovava nella località per convalescenza dopo una lunga degenza ospedaliera. Era l'8 ottobre 1924. Primo di quattro figli, era nato a Lecco il 16 ottobre 1868; il padre Giovanni, originario di Civenna, aveva un’attività commerciale in città; la madre Rosa Cristofoletti proveniva da un’antica famiglia di Sondrio. Una lapide lo ricorda al civico 2 di piazza Manzoni, dove ebbe i natali nel 1868. 
cermenatianniversario__3_.jpg (272 KB)
La lapide sulla casa natale di piazza Manzoni

Già nella giovinezza Mario Cermenati aveva avviato intensi rapporti di ricerca con il suo concittadino già famoso, l’abate Antonio Stoppani. Terminati gli studi secondari presso l’Istituto Tecnico di Sondrio, seguì il corso di scienze naturali all’Università di Torino. Nel 1890, dopo la laurea conseguita a Catania dove si era recato per specializzarsi in vulcanologia, fu nominato assistente alla cattedra di geologia e paleontologia dell'ateneo di Roma. Era l’inizio di una eccezionale carriera non solo come scienziato e geologo, ma anche come uomo politico, assoluto protagonista della vita civica di Lecco e poi nell'Urbe dove nel 1909, con il voto dei suoi concittadini, divenne deputato del regno, eletto proprio nel collegio locale.
cermenatianniversario__1_.jpg (87 KB)
Il monumento in piazza

Difficile riassumere nella cronaca di cento anni dopo la sua scomparsa la molteplice attività politica e culturale di Mario Cermenati. Indiscusso leader territoriale dei radical-democratici impegnato a livello nazionale in ruoli di alta responsabilità nei giorni tragici di Caporetto 1917 e nella fase successiva sino alla vittoria sul Piave del 1918, Cermenati è ricordato nella sua città con un monumento nella piazza omonima, la vecchia piazza del Grano, porto di approdo delle gondole e dei comballi lariani.
Il monumento è del 1927, ma la prima statua in bronzo dovuta al romano Mario Rutelli venne requisita nel 1943 per dare metallo alla Patria in tempi bellici e fu sostituita dall’attuale in marmo opera di Francesco Modena. La famiglia Cermenati lasciò piazza Manzoni per il palazzo di via Cairoli 51, dove vissero i fratelli di Mario, il medico chirurgo dottor Attilio e il pittore professor Rinaldo.
cermenatianniversario__2_.jpg (97 KB)
La sepoltura presso la cappella di famiglia al Monumentale di via Parini

Giovanissimo ventiduenne, alla soglia della laurea, Mario venne chiamato alla presidenza della sezione di Lecco del Club Alpino Italiano, operando una svolta decisiva di attività. Fu infatti il promotore e regista della prima capanna sulle pendici del monte Resegone, dedicata al ricordo di Stoppani. La cerimonia si svolse domenica 15 settembre 1895 con trecento alpinisti e i rappresentanti del CAI nazionale, nonché una qualificata partecipazione della stampa con inviati speciali dei maggiori quotidiani.
Era avviato in città il periodo detto “cermenatiano” alla guida del Comune, allora nel palazzo Ghislanzoni di via Roma, dove spiccherà per iniziative e progetti il sindaco Giuseppe Ongania. Mario Cermenati volle come suo segretario particolare a Roma il giovane laureato lecchese in legge Arnaldo Ruggiero, che è stato cronista nel ricordare la sua opera anche come promotore del parco nazionale del Gran Paradiso, del quale è stato celebrato proprio recentemente il centenario.
Mario Cermenati riposa nella cappella di famiglia presso il cimitero Monumentale di via Parini. Nelle vicinanze c’è la via dedicata a Giuseppe Ongania, il fedelissimo, “il sindaco della bandiera tricolore” esposta al balcone del palazzo municipale di via Roma, nella data del 1° maggio.
A.B.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.