A Pontida il tradizionale raduno leghista: presenti anche militanti lecchesi
A Pontida, a poca distanza dalla provincia di Lecco, è stato il giorno del raduno leghista, che anche quest'anno ha richiamato militanti, amministratori e volti noti del Carroccio a più livelli, a partire dal segretario Matteo Salvini.
È stato proprio lui a dare il via personalmente alla manifestazione, sotto lo slogan "Difendere i confini non è reato" che, sostanzialmente, descrive la "battaglia" per la quale su di lui pende una richiesta di sei anni di carcere nel processo Open Arms per l'accusa di sequestro di migranti a Lampedusa.
Sul celeberrimo pratone, invitati dallo stesso Ministro dei Trasporti, anche il Premier ungherese Viktor Orban dei Patrioti d'Europa, il leader dell'ultradestra olandese Geert Wilders e il generale Roberto Vannacci, al debutto a Pontida dopo la recente elezione al Parlamento europeo. Interventi poi, tra gli altri, per Massimiliano Fedriga, Luca Zaia e Attilio Fontana, governatori rispettivamente di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.
Come riportato dall'ANSA, tra le bandiere sventolanti su un pratone gremito - dove non sono mancati i leghisti del territorio lecchese, tra cui Mauro Piazza, Mattia Micheli e Stefano Simonetti, oltre al calolziese Daniele Butti e all'ex sindaco di Merate Massimo Panzeri - a prevalere erano quelle del Leone di San Marco, alcune asburgiche di militanti friulani e una gigante di quelli livornesi; tra gli slogan, invece, dominio di quelli "pro Autonomia" - "dopo 30 anni di battaglie è realtà e legge dello Stato, indietro non si torna", ha detto a tal proposito Salvini - e in difesa dello stesso segretario.
Che sul tema sempre caldo dei migranti ha sostenuto che "il problema non è il colore della pelle o dove il buon Dio ti ha fatto nascere". "Però - ha dichiarato - la ricetta per i prossimi anni non è concedere più cittadinanze o regalarle il più velocemente. La priorità, per la Lega, è revocare la cittadinanza a quelli che delinquono".
È stato proprio lui a dare il via personalmente alla manifestazione, sotto lo slogan "Difendere i confini non è reato" che, sostanzialmente, descrive la "battaglia" per la quale su di lui pende una richiesta di sei anni di carcere nel processo Open Arms per l'accusa di sequestro di migranti a Lampedusa.
Sul celeberrimo pratone, invitati dallo stesso Ministro dei Trasporti, anche il Premier ungherese Viktor Orban dei Patrioti d'Europa, il leader dell'ultradestra olandese Geert Wilders e il generale Roberto Vannacci, al debutto a Pontida dopo la recente elezione al Parlamento europeo. Interventi poi, tra gli altri, per Massimiliano Fedriga, Luca Zaia e Attilio Fontana, governatori rispettivamente di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.
Come riportato dall'ANSA, tra le bandiere sventolanti su un pratone gremito - dove non sono mancati i leghisti del territorio lecchese, tra cui Mauro Piazza, Mattia Micheli e Stefano Simonetti, oltre al calolziese Daniele Butti e all'ex sindaco di Merate Massimo Panzeri - a prevalere erano quelle del Leone di San Marco, alcune asburgiche di militanti friulani e una gigante di quelli livornesi; tra gli slogan, invece, dominio di quelli "pro Autonomia" - "dopo 30 anni di battaglie è realtà e legge dello Stato, indietro non si torna", ha detto a tal proposito Salvini - e in difesa dello stesso segretario.