Mandello: i ricordi di Roberto Patrignani aprono il 14° raduno vespistico
“Posso dire che lei è la mia sorella maggiore: è cosi infatti che mio papà me l'ha presentata in garage in tono solenne quando avevo pochi anni. E in virtù di questo ruolo ho avuto la gioia e l'onore di stare con lei e di "guidarla" molto presto perchè mio papà successivamente l'aveva dotata di un piccolo sellino in pelle davanti al suo, per cui potevo appoggiare le manine al manubrio con l'impressione di muoverla davvero”.
Legge questo passo dalle pagine dei suoi ricordi Marzia Patrignani, parlando della moto del padre Roberto, davanti a quella mitica Vespa che sessant'anni fa esatti viaggiava tra mille peripezie da Milano a Tokyo. Stamane in piazza Leonardo Da Vinci a Mandello la "due ruote" era ancora lì, pronta a ripartire guidata da Franco, il fratello, e ad aprire il raduno “Girovagando per il lago e la Valsassina” che ha riunito alla partenza una cinquantina di mezzi legati a questo marchio.
Nel gruppo dei partecipanti a questo evento rievocativo giunto alla sua quattordicesima edizione c'era appunto anche lei, Marzia, la figlia, oggi alla "vera" conduzione di una Vespa. E in questa occasione le parole scritte, trasmesse dal padre Roberto con il libro “In Vespa da Milano a Tokyo”, sono diventate un messaggio d'amore per chi questo marchio lo porta nel cuore.
“Andare in Vespa da Milano a Tokyo, da solo? No, è una mezza pazzia, meglio non pensarci per niente. Ma cosa volete fare... Quando un'idea continua a martellare il cervello, sempre la stessa, implacabile, non ci sono alternative; o si diventa matti, o si avvilisce il proprio entusiasmo soffocandolo con giudiziose ma pedanti argomentazioni, oppure, e perchè no in fin dei conti? Ci si butta a capofitto e via”.
Legge questo passo dalle pagine dei suoi ricordi Marzia Patrignani, parlando della moto del padre Roberto, davanti a quella mitica Vespa che sessant'anni fa esatti viaggiava tra mille peripezie da Milano a Tokyo. Stamane in piazza Leonardo Da Vinci a Mandello la "due ruote" era ancora lì, pronta a ripartire guidata da Franco, il fratello, e ad aprire il raduno “Girovagando per il lago e la Valsassina” che ha riunito alla partenza una cinquantina di mezzi legati a questo marchio.
Nel gruppo dei partecipanti a questo evento rievocativo giunto alla sua quattordicesima edizione c'era appunto anche lei, Marzia, la figlia, oggi alla "vera" conduzione di una Vespa. E in questa occasione le parole scritte, trasmesse dal padre Roberto con il libro “In Vespa da Milano a Tokyo”, sono diventate un messaggio d'amore per chi questo marchio lo porta nel cuore.
“Andare in Vespa da Milano a Tokyo, da solo? No, è una mezza pazzia, meglio non pensarci per niente. Ma cosa volete fare... Quando un'idea continua a martellare il cervello, sempre la stessa, implacabile, non ci sono alternative; o si diventa matti, o si avvilisce il proprio entusiasmo soffocandolo con giudiziose ma pedanti argomentazioni, oppure, e perchè no in fin dei conti? Ci si butta a capofitto e via”.
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