Lecco: aperto a Villa Ghislanzoni il festival 'Città dei Promessi sposi'
Inaugurata ieri sera, in una location insolita ed estremamente suggestiva quale Villa Ghislanzoni a Maggianico di Lecco, l’edizione 2024 del Festival “Lecco Città dei Promessi sposi”.
“La rassegna esce per la prima volta dalla sua sede storica, villa Manzoni, oggetto di un importante restauro – ha affermato Simona Piazza, assessore alla Cultura e vice sindaco della città – in un’edizione che si snoderà tra le vie e le storiche dimore di Lecco. L’obiettivo ancora una volta è la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, di cui Alessandro Manzoni e il suo romanzo è parte determinante: un patrimonio immateriale che rappresenta la nostra identità e che proprio per questo concorre a definire il nostro futuro”. Anche Paola Cavalcanti, vice prefetto aggiunto di Lecco, ha voluto sottolineare “la capacità dei promotori di attualizzare il messaggio storico secondo due direttrici, quella elitaria e quella itinerante, più popolare”.
“Siamo in un quartiere denso di luoghi letterari con un festival che vuole indagare il rapporto tra il successo dei Promessi Sposi e il panorama culturale dell’Italia dopo l’unificazione” ha spiegato Mauro Rossetto, direttore del Sistema museale urbano lecchese (Si.M.U.L.) introducendo Angelo Rusconi, studioso e musicologo lecchese che ha affrontato il tema “Ribellione e tradizione: echi manzoniani nella produzione librettistica di Antonio Ghislanzoni”. “L’Italia post-unitaria – ha continuato Rossetto - ha fatto emergere con forza alcune novità: dalla centralità del teatro come luogo emblematico di produzione artistica, alla diffusione dell’editoria, della carta stampata e del giornalismo che ha avuto in Milano il suo centro propulsivo, contribuendo a promuovere nei ceti più popolari la lettura”.
L’intervento puntuale del musicologo ha indagato la fitta trama che si è sviluppata tra letteratura, politica e teatro poco dopo la metà dell’800, anche attraverso il movimento della Scapigliatura, che ha avuto a Maggianico proprio uno dei cuori pulsanti e ha visto l’eclettico Antonio Ghislanzoni, librettista, poeta, scrittore e giornalista, ritagliarsi un ruolo di primo piano, senza tuttavia mai decidere di schierarsi con l’ala più oltranzista di cui facevano parte Boito, Praga e Faccio. Proprio questo eclettismo di Ghislanzoni, unito alla sua vena ironica e umoristica, ha decretato il successo di Ghislanzoni come librettista, grazie anche alla sua esperienza di uomo di teatro che lo fece apprezzare da Verdi per la sua Aida.
Angelo Rusconi si è fermato ad analizzare il libretto firmato da Ghislanzoni dell’adattamento operistico su musiche di Petrella dell’opera di Manzoni, per la prima volta rappresentata nel 1869 al Teatro della Società di Lecco, sottolineando come il poeta preferisse l’edizione “ventisettana”, non ancora “risciacquata in Arno”: “Una scelta stilistica per sottolineare la natura popolare dell’opera di Manzoni della quale predilige gli aspetti corali e gli accenti comici, tralasciando i personaggi più complessi e concentrandosi sulle vicende dei due protagonisti”. Pregevole l’ascolto di alcuni brani tratti dall’opera, compresi temi di canti popolari che hanno ispirato appunto gli interventi corali presenti nell’opera.
Rusconi ha poi indagato gli echi manzoniani nella seconda scrittura da parte di Ghislanzoni del finale dell’opera "La forza del destino", dopo che la prima era stata giudicata troppo tragica per Giuseppe Verdi. “La richiesta a Ghislanzoni fu triangolata dall’editore Ricordi e non compare nel carteggio con Verdi. Il librettista lecchese scelse un finale di stampo manzoniano in cui s’intravede l’azione della Provvidenza e il premio finale per le molte sofferenze patite dai protagonisti. Una soluzione brillante, che ha di certo fatto capire a Verdi che l’uomo giusto per scrivere il libretto di Aida era proprio Ghislanzoni, di cui apprezzava la “parola scenica”, la profonda conoscenza dei meccanismi e dei tempi del teatro, la capacità di scolpire quel che accade sulla scena”.
Al termine dell’approfondimento musicale spazio “all’aperitivo scapigliato”, con bevande e stuzzichini alla moda dell’epoca.
Il festival prosegue nei prossimi giorni. Alla relazione culturale e spirituale di Manzoni e Stoppani con Antonio Rosmini è dedicata la mattinata di sabato 5 ottobre. “Seguendo la luce di Rosmini. Manzoni e Stoppani: etica, fede scienza in due cattolici anticonformisti” è il titolo del convegno, che si avvale della collaborazione scientifica e del contributo del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa e dell’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, in programma alle 10.30 a Palazzo delle Paure: un dialogo a più voci, introdotto da Padre Eduino Menestrina, Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, che vedrà la partecipazione di Nunzia Bernardo, direttore di R.S.E. SpA (Ricerca sul Sistema Energetico, società indirettamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il suo azionista unico GSE S.p.A. e da sempre impegnata nell’analisi, studio e ricerca applicata all’intero settore energetico), Biagio Giuseppe Muscherà, professore di Storia della Filosofia Moderna e Contemporanea presso lo Studio Teologico Interprovinciale «Laurentianum» di Milano, Padre Ludovico Maria Gadaleta, direttore della Biblioteca del Centro Internazionale Studi Rosminiani di Stresa e archivista generale dell’Archivio Storico dell’Istituto della Carità, e Mauro Rossetto.
Nel pomeriggio, alle 17.00, sempre a Palazzo delle Paure appuntamento con “Tea time: il cenacolo delle donne”, dedicato alla presentazione del libro di Matilde Tortora, insignita nel 2000 al premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ad aprire l’incontro sarà Simona Piazza; sono previsti gli interventi di Silvia Villa, Presidente Soroptimist Lecco, e Michelangela Barba, esperta della Commissione Affari Costituzionali del Senato e del Parlamento Europeo Sede di Milano. Matilde Tortora sarà intervistata da Chiara Vitali e saranno letti alcuni brani dall’attrice Giusy Vassena. Chiuderà l’evento serale una degustazione guidata di tè e pasticceria persiana, con il contributo di Soroptimist Lecco, in collaborazione con Cardamomo Persian Palace.
“La rassegna esce per la prima volta dalla sua sede storica, villa Manzoni, oggetto di un importante restauro – ha affermato Simona Piazza, assessore alla Cultura e vice sindaco della città – in un’edizione che si snoderà tra le vie e le storiche dimore di Lecco. L’obiettivo ancora una volta è la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, di cui Alessandro Manzoni e il suo romanzo è parte determinante: un patrimonio immateriale che rappresenta la nostra identità e che proprio per questo concorre a definire il nostro futuro”. Anche Paola Cavalcanti, vice prefetto aggiunto di Lecco, ha voluto sottolineare “la capacità dei promotori di attualizzare il messaggio storico secondo due direttrici, quella elitaria e quella itinerante, più popolare”.
“Siamo in un quartiere denso di luoghi letterari con un festival che vuole indagare il rapporto tra il successo dei Promessi Sposi e il panorama culturale dell’Italia dopo l’unificazione” ha spiegato Mauro Rossetto, direttore del Sistema museale urbano lecchese (Si.M.U.L.) introducendo Angelo Rusconi, studioso e musicologo lecchese che ha affrontato il tema “Ribellione e tradizione: echi manzoniani nella produzione librettistica di Antonio Ghislanzoni”. “L’Italia post-unitaria – ha continuato Rossetto - ha fatto emergere con forza alcune novità: dalla centralità del teatro come luogo emblematico di produzione artistica, alla diffusione dell’editoria, della carta stampata e del giornalismo che ha avuto in Milano il suo centro propulsivo, contribuendo a promuovere nei ceti più popolari la lettura”.
L’intervento puntuale del musicologo ha indagato la fitta trama che si è sviluppata tra letteratura, politica e teatro poco dopo la metà dell’800, anche attraverso il movimento della Scapigliatura, che ha avuto a Maggianico proprio uno dei cuori pulsanti e ha visto l’eclettico Antonio Ghislanzoni, librettista, poeta, scrittore e giornalista, ritagliarsi un ruolo di primo piano, senza tuttavia mai decidere di schierarsi con l’ala più oltranzista di cui facevano parte Boito, Praga e Faccio. Proprio questo eclettismo di Ghislanzoni, unito alla sua vena ironica e umoristica, ha decretato il successo di Ghislanzoni come librettista, grazie anche alla sua esperienza di uomo di teatro che lo fece apprezzare da Verdi per la sua Aida.
Angelo Rusconi si è fermato ad analizzare il libretto firmato da Ghislanzoni dell’adattamento operistico su musiche di Petrella dell’opera di Manzoni, per la prima volta rappresentata nel 1869 al Teatro della Società di Lecco, sottolineando come il poeta preferisse l’edizione “ventisettana”, non ancora “risciacquata in Arno”: “Una scelta stilistica per sottolineare la natura popolare dell’opera di Manzoni della quale predilige gli aspetti corali e gli accenti comici, tralasciando i personaggi più complessi e concentrandosi sulle vicende dei due protagonisti”. Pregevole l’ascolto di alcuni brani tratti dall’opera, compresi temi di canti popolari che hanno ispirato appunto gli interventi corali presenti nell’opera.
Rusconi ha poi indagato gli echi manzoniani nella seconda scrittura da parte di Ghislanzoni del finale dell’opera "La forza del destino", dopo che la prima era stata giudicata troppo tragica per Giuseppe Verdi. “La richiesta a Ghislanzoni fu triangolata dall’editore Ricordi e non compare nel carteggio con Verdi. Il librettista lecchese scelse un finale di stampo manzoniano in cui s’intravede l’azione della Provvidenza e il premio finale per le molte sofferenze patite dai protagonisti. Una soluzione brillante, che ha di certo fatto capire a Verdi che l’uomo giusto per scrivere il libretto di Aida era proprio Ghislanzoni, di cui apprezzava la “parola scenica”, la profonda conoscenza dei meccanismi e dei tempi del teatro, la capacità di scolpire quel che accade sulla scena”.
Al termine dell’approfondimento musicale spazio “all’aperitivo scapigliato”, con bevande e stuzzichini alla moda dell’epoca.
Il festival prosegue nei prossimi giorni. Alla relazione culturale e spirituale di Manzoni e Stoppani con Antonio Rosmini è dedicata la mattinata di sabato 5 ottobre. “Seguendo la luce di Rosmini. Manzoni e Stoppani: etica, fede scienza in due cattolici anticonformisti” è il titolo del convegno, che si avvale della collaborazione scientifica e del contributo del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa e dell’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, in programma alle 10.30 a Palazzo delle Paure: un dialogo a più voci, introdotto da Padre Eduino Menestrina, Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, che vedrà la partecipazione di Nunzia Bernardo, direttore di R.S.E. SpA (Ricerca sul Sistema Energetico, società indirettamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il suo azionista unico GSE S.p.A. e da sempre impegnata nell’analisi, studio e ricerca applicata all’intero settore energetico), Biagio Giuseppe Muscherà, professore di Storia della Filosofia Moderna e Contemporanea presso lo Studio Teologico Interprovinciale «Laurentianum» di Milano, Padre Ludovico Maria Gadaleta, direttore della Biblioteca del Centro Internazionale Studi Rosminiani di Stresa e archivista generale dell’Archivio Storico dell’Istituto della Carità, e Mauro Rossetto.
Nel pomeriggio, alle 17.00, sempre a Palazzo delle Paure appuntamento con “Tea time: il cenacolo delle donne”, dedicato alla presentazione del libro di Matilde Tortora, insignita nel 2000 al premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ad aprire l’incontro sarà Simona Piazza; sono previsti gli interventi di Silvia Villa, Presidente Soroptimist Lecco, e Michelangela Barba, esperta della Commissione Affari Costituzionali del Senato e del Parlamento Europeo Sede di Milano. Matilde Tortora sarà intervistata da Chiara Vitali e saranno letti alcuni brani dall’attrice Giusy Vassena. Chiuderà l’evento serale una degustazione guidata di tè e pasticceria persiana, con il contributo di Soroptimist Lecco, in collaborazione con Cardamomo Persian Palace.