Il PM chiede la condanna dei trapper Baby Gang e Escomar
Sei mesi e quindici giorni: è la richiesta di condanna formulata questa mattina dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro nei confronti del trapper Baby Gang (al secolo Zaccaria Mouhib). Venti giorni invece per Bayouda Omar, in arte Escomar. La vicenda giudiziaria che vede coinvolti i due artisti riguarda i presunti ''disordini'' causati a Lecco il 25 luglio e il 27 agosto di tre anni fa.
Il primo (in stato di libertà, oggi non comparso) risulta infatti coimputato davanti al giudice in ruolo monocratico Gianluca Piantadosi insieme al trapper comasco (detenuto per altra causa presso la casa circondariale di Pavia): Zaccaria Mouhib è chiamato a rispondere della violazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e minaccia a pubblico ufficiale, mentre a Escomar si contesta il reato di esplosioni pericolose (contravvenzione punibile secondo l'articolo 703 del codice penale).
Galeotte sarebbero state la registrazione del videoclip del singolo ''Lecco city'' e la promozione del disco ''Delinquente'': in quelle occasioni i due trapper avrebbero dato appuntamento - perlomeno questa è la tesi della Procura - ai loro fans in Piazza dei Cappuccini, il 25 luglio per renderli parte del video musicale di ''Lecco city'' e un mese più tardi per festeggiare l'uscita dell'album. La folla di giovani, che in entrambe le occasioni si sarebbe riversata anche in Viale Turati, avrebbe allarmato i residenti, che avrebbero allertato le Forze dell'Ordine; il gruppo si sarebbe disperso spontaneamente con l'intervento della Polizia Municipale e della Squadra Mobile, senza dare particolari problemi agli operanti.
Tuttavia dalle indagini effettuate dagli uomini della Questura (basatesi soprattutto sul materiale rinvenuto tramite i profili social dei soggetti coinvolti), sarebbe emerso che durante le registrazioni del video musicale i presenti avrebbero utilizzato fuochi pirotecnici, rinvenuti in due scatole. Nello stesso videoclip pubblicato su Youtube, inoltre, sarebbe visibile Escomar imbracciare un'arma - forse un fucile - ed esplodere alcuni colpi (sebbene sul posto non siano stati rinvenuti bossoli).
Ancora, si contesta al trapper lecchese il reato di minaccia a pubblico ufficiale perchè avrebbe risposto “minacciosamente” sul proprio profilo Instagram al foglio di via obbligatorio emesso nei suoi confronti dalla Questura a pochi giorni dagli episodi sopra citati: ''Mo state esagerando'' avrebbe commentato pubblicando la fotografia del provvedimento a lui destinato. ''Avviso pure che qualsiasi volante o agente abbia intenzione di cacciarmi verrà aggredito''.
La pubblica accusa ha quindi ritenuto accertata, al termine dell'attività istruttoria, la responsabilità penale degli imputati.
Di diverso avviso il difensore di fiducia dei due trapper, l'avvocato Niccolò Vecchioni del foro di Milano, che si è battuto per l'assoluzione di entrambi dalle accuse in epigrafe. Se da un lato non è stata provata alcuna attività di ''organizzatore'' da parte di Baby Gang in occasione di entrambe le riunioni, né sarebbe stato riscontrato alcun ''disordine'' da parte degli ufficiali intervenuti se non dei semplici schiamazzi, dall'altro la storia di Instagram pubblicata dal trapper e configurata in sede giudiziale come ''minaccia a pubblico ufficiale'' non sarebbe da condannare (''sebbene possa essere condannata sul piano educativo perchè esprime un sentimento di generica ostilità nei confronti delle forze dell'ordine'') perchè manchevole dell'elemento di reale offensività.
Per quanto riguarda Escomar invece, il legale ha ritenuto non fosse stato accertato né che ad imbracciare il fucile fosse il trapper (riconosciuto per la felpa indossata all'inizio del videoclip, ma volto coperto nello specifico fermo immagine in cui si vede ''sparare''), né la reale pericolosità dell'arma (che ha escluso a priori si potesse trattare di un vero fucile), sostenendo che le ''fiammate'' e i colpi visibili dal filmato postato su Youtube potessero essere stati aggiunti in post produzione.
Terminata la discussione, il giudice Gianluca Piantadosi ha rinviato alla fine del mese prossimo per eventuali repliche e sentenza.
Il primo (in stato di libertà, oggi non comparso) risulta infatti coimputato davanti al giudice in ruolo monocratico Gianluca Piantadosi insieme al trapper comasco (detenuto per altra causa presso la casa circondariale di Pavia): Zaccaria Mouhib è chiamato a rispondere della violazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e minaccia a pubblico ufficiale, mentre a Escomar si contesta il reato di esplosioni pericolose (contravvenzione punibile secondo l'articolo 703 del codice penale).
Galeotte sarebbero state la registrazione del videoclip del singolo ''Lecco city'' e la promozione del disco ''Delinquente'': in quelle occasioni i due trapper avrebbero dato appuntamento - perlomeno questa è la tesi della Procura - ai loro fans in Piazza dei Cappuccini, il 25 luglio per renderli parte del video musicale di ''Lecco city'' e un mese più tardi per festeggiare l'uscita dell'album. La folla di giovani, che in entrambe le occasioni si sarebbe riversata anche in Viale Turati, avrebbe allarmato i residenti, che avrebbero allertato le Forze dell'Ordine; il gruppo si sarebbe disperso spontaneamente con l'intervento della Polizia Municipale e della Squadra Mobile, senza dare particolari problemi agli operanti.
Tuttavia dalle indagini effettuate dagli uomini della Questura (basatesi soprattutto sul materiale rinvenuto tramite i profili social dei soggetti coinvolti), sarebbe emerso che durante le registrazioni del video musicale i presenti avrebbero utilizzato fuochi pirotecnici, rinvenuti in due scatole. Nello stesso videoclip pubblicato su Youtube, inoltre, sarebbe visibile Escomar imbracciare un'arma - forse un fucile - ed esplodere alcuni colpi (sebbene sul posto non siano stati rinvenuti bossoli).
Ancora, si contesta al trapper lecchese il reato di minaccia a pubblico ufficiale perchè avrebbe risposto “minacciosamente” sul proprio profilo Instagram al foglio di via obbligatorio emesso nei suoi confronti dalla Questura a pochi giorni dagli episodi sopra citati: ''Mo state esagerando'' avrebbe commentato pubblicando la fotografia del provvedimento a lui destinato. ''Avviso pure che qualsiasi volante o agente abbia intenzione di cacciarmi verrà aggredito''.
La pubblica accusa ha quindi ritenuto accertata, al termine dell'attività istruttoria, la responsabilità penale degli imputati.
Di diverso avviso il difensore di fiducia dei due trapper, l'avvocato Niccolò Vecchioni del foro di Milano, che si è battuto per l'assoluzione di entrambi dalle accuse in epigrafe. Se da un lato non è stata provata alcuna attività di ''organizzatore'' da parte di Baby Gang in occasione di entrambe le riunioni, né sarebbe stato riscontrato alcun ''disordine'' da parte degli ufficiali intervenuti se non dei semplici schiamazzi, dall'altro la storia di Instagram pubblicata dal trapper e configurata in sede giudiziale come ''minaccia a pubblico ufficiale'' non sarebbe da condannare (''sebbene possa essere condannata sul piano educativo perchè esprime un sentimento di generica ostilità nei confronti delle forze dell'ordine'') perchè manchevole dell'elemento di reale offensività.
Per quanto riguarda Escomar invece, il legale ha ritenuto non fosse stato accertato né che ad imbracciare il fucile fosse il trapper (riconosciuto per la felpa indossata all'inizio del videoclip, ma volto coperto nello specifico fermo immagine in cui si vede ''sparare''), né la reale pericolosità dell'arma (che ha escluso a priori si potesse trattare di un vero fucile), sostenendo che le ''fiammate'' e i colpi visibili dal filmato postato su Youtube potessero essere stati aggiunti in post produzione.
Terminata la discussione, il giudice Gianluca Piantadosi ha rinviato alla fine del mese prossimo per eventuali repliche e sentenza.
F.F.