Lecco: il nuovo prevosto è il 43° di una lunga storia al via nel 1336, quasi otto secoli fa
La comunità pastorale Madonna del Rosario in Lecco domenica 6 ottobre 2024 darà il benvenuto al nuovo prevosto mons. Bortolo Uberti.
L’evento avrà inizio alle 16.45 presso il santuario Beata Vergine della Vittoria dove, dopo un breve momento di preghiera, i presenti si metteranno in cammino diretti a piazza Cermenati, dove alle 17.10 avrà luogo il benvenuto da parte delle autorità civili al nuovo prevosto.
Il nuovo prevosto è il 43° di una storia iniziata nel 1336, quindi quasi otto secoli or sono tra Lecco e Castello.
Il primo prevosto di Lecco risulta don Giovanni Brusanese, seguito da don Giovanni Bertarini. La prevostura era allora a Castello; vi rimarrà sino al 1405 quando il prevosto don Giovanni Pietro Garrioni porta la sede dentro le mura del borgo fortificato. “L’altalena” fra Lecco e Castello è destinata a ripetersi e nel 1460 Matteo De Castelletto riporta la prevostura dove era originariamente. E’ stato San Carlo Borromeo nel 1584 a disporre il ritorno a San Nicolò. Nuovi contrasti riportarono il prevosto a Castello.
Fu risolutore nella diatriba l’intervento del cardinale Federico Borromeo; è quest’ultimo nel 1608 che impone la sede plebana a Lecco, chiedendo immediato atto di obbedienza da parte del prevosto e dei canonici.
Il trasferimento della sede di pieve da Castello a Lecco prevede che la processione solenne del Corpus Domini dai santi Protaso e Gervaso a San Nicola avvenga quale simbolico abbraccio tra le due sedi di pieve. Rimaneva il titolo di prevosto di Lecco e Castello. Sarà il prevosto Benedetto Volpi, a San Nicola dal 1786 al 1803, ad avere per primo il titolo di prevosto di Lecco.
Nel corso dell’Ottocento spicca la figura del prevosto Antonio Mascari, nativo di Cortenova, al quale è dedicata una delle vie centrali del vecchio borgo. E’ stato il prevosto del Risorgimento lecchese, protagonista delle giornate del marzo 1848 e delle successive vicende legate all’indipendenza nazionale.
Una presenza record è stata quella del prevosto Galli, di Annone, deceduto ad 86 anni di età nel 1902; è stato prevosto per 40 anni. C’è da ricordare la breve e triste permanenza di don Giuseppe Confalonieri che visse la “pagina nera” nella notte tragica del 13 novembre 1904. Ha lasciato scritto nel Cronicus parrocchiale “Notte funesta, avvenuta dopo incidenti elettorali verificatisi in città; vi è stato l’assalto alla canonica con lancio di sassi ed espressioni blasfeme”. Venne divelto e gettato nel lago anche lo stemma arcivescovile collocato all’ingresso della canonica.
Confalonieri sottolineò che quella notte vide le forze dell’inferno scatenate contro un solitario prete. Erano gli incidenti avvenuti per i risultati elettorali di ballottaggio fra i candidati Cermenati e Gavazzi; furono alcuni sostenitori del primo ad assaltare la canonica accusando il mondo clericale di aver sostenuto la candidatura di Gavazzi, grosso imprenditore serico della vicina Valmadrera. I protagonisti del vergognoso assalto alla canonica furono subito sconfessati da un intervento oratorio di Cermenati che nella notte parlò dal balcone del ristorante Borsino, allora in via Roma, nel tratto più vicino a piazza XX Settembre.
E’ l’8 dicembre 1930 quando arriva a Lecco da Milano il nuovo prevosto mons. Giovanni Borsieri. Morì ad 85 anni nel gennaio 1963. Celebrò tra i suoi lecchesi il 50° di ordinazione sacerdotale (1950), il 25° di prevostura (1955) e la Messa di diamante per il 60° nel 1960. I lecchesi lo ricordavano come grande e buon prevosto animato da vero zelo pastorale, instancabile operatore di carità negli anni tragici e tristi della guerra e dell’occupazione nazista.
Il prevosto mons. Ferruccio Dugnani, giunto a Lecco nell’estate 1976 ricordava che nella prima benedizione natalizia delle case da lui effettuata come nuovo parroco di San Nicolò era rimasto veramente sorpreso dal commosso e grato ricordo che aveva trovato in tante famiglie di mons. Borsieri, scomparso allora 13 anni prima.
Nel 1999 è stata costituita la fondazione che porta il suo nome: venne realizzata una residenza sanitaria assistenziale per anziani in un’area che Borsieri aveva donato alla parrocchia e sulla quale era stato costruito il cinema Europa a metà anni ’30 del Novecento. L’iniziativa della RSA si deve all’impegno del dott. Domenico Colombo, noto cardiologo. La RSA è stata inaugurata il 15 giugno 2007; dal 2014 è gestita dalla Fondazione Sacra Famiglia Onlus di Cesano Boscone, in provincia di Milano.
Due prevosti di Lecco sono stati chiamati alla dignità episcopale: mons. Enrico Assi lasciò Lecco nell’estate 1976 per divenire vescovo ausiliare di Milano e poi vescovo titolare a Cremona nel 1986, dove è deceduto nel 1992 ed è sepolto nella cripta del locale duomo. L’altro vescovo è stato mons. Roberto Busti, giunto a Lecco nel 1991 come prevosto, dopo la scomparsa improvvisa di mons. Dugnani. E’ stato chiamato alla sede vescovile di Mantova nel 2004 e vi rimasto sino al 2016. Risiede ora a Carate Brianza, che è stata la parrocchia del suo primo impegno pastorale, sacerdote novello della diocesi di Milano, nel 1964.
L’evento avrà inizio alle 16.45 presso il santuario Beata Vergine della Vittoria dove, dopo un breve momento di preghiera, i presenti si metteranno in cammino diretti a piazza Cermenati, dove alle 17.10 avrà luogo il benvenuto da parte delle autorità civili al nuovo prevosto.
Il nuovo prevosto è il 43° di una storia iniziata nel 1336, quindi quasi otto secoli or sono tra Lecco e Castello.
Il primo prevosto di Lecco risulta don Giovanni Brusanese, seguito da don Giovanni Bertarini. La prevostura era allora a Castello; vi rimarrà sino al 1405 quando il prevosto don Giovanni Pietro Garrioni porta la sede dentro le mura del borgo fortificato. “L’altalena” fra Lecco e Castello è destinata a ripetersi e nel 1460 Matteo De Castelletto riporta la prevostura dove era originariamente. E’ stato San Carlo Borromeo nel 1584 a disporre il ritorno a San Nicolò. Nuovi contrasti riportarono il prevosto a Castello.
Fu risolutore nella diatriba l’intervento del cardinale Federico Borromeo; è quest’ultimo nel 1608 che impone la sede plebana a Lecco, chiedendo immediato atto di obbedienza da parte del prevosto e dei canonici.
Il trasferimento della sede di pieve da Castello a Lecco prevede che la processione solenne del Corpus Domini dai santi Protaso e Gervaso a San Nicola avvenga quale simbolico abbraccio tra le due sedi di pieve. Rimaneva il titolo di prevosto di Lecco e Castello. Sarà il prevosto Benedetto Volpi, a San Nicola dal 1786 al 1803, ad avere per primo il titolo di prevosto di Lecco.
Nel corso dell’Ottocento spicca la figura del prevosto Antonio Mascari, nativo di Cortenova, al quale è dedicata una delle vie centrali del vecchio borgo. E’ stato il prevosto del Risorgimento lecchese, protagonista delle giornate del marzo 1848 e delle successive vicende legate all’indipendenza nazionale.
Una presenza record è stata quella del prevosto Galli, di Annone, deceduto ad 86 anni di età nel 1902; è stato prevosto per 40 anni. C’è da ricordare la breve e triste permanenza di don Giuseppe Confalonieri che visse la “pagina nera” nella notte tragica del 13 novembre 1904. Ha lasciato scritto nel Cronicus parrocchiale “Notte funesta, avvenuta dopo incidenti elettorali verificatisi in città; vi è stato l’assalto alla canonica con lancio di sassi ed espressioni blasfeme”. Venne divelto e gettato nel lago anche lo stemma arcivescovile collocato all’ingresso della canonica.
Confalonieri sottolineò che quella notte vide le forze dell’inferno scatenate contro un solitario prete. Erano gli incidenti avvenuti per i risultati elettorali di ballottaggio fra i candidati Cermenati e Gavazzi; furono alcuni sostenitori del primo ad assaltare la canonica accusando il mondo clericale di aver sostenuto la candidatura di Gavazzi, grosso imprenditore serico della vicina Valmadrera. I protagonisti del vergognoso assalto alla canonica furono subito sconfessati da un intervento oratorio di Cermenati che nella notte parlò dal balcone del ristorante Borsino, allora in via Roma, nel tratto più vicino a piazza XX Settembre.
E’ l’8 dicembre 1930 quando arriva a Lecco da Milano il nuovo prevosto mons. Giovanni Borsieri. Morì ad 85 anni nel gennaio 1963. Celebrò tra i suoi lecchesi il 50° di ordinazione sacerdotale (1950), il 25° di prevostura (1955) e la Messa di diamante per il 60° nel 1960. I lecchesi lo ricordavano come grande e buon prevosto animato da vero zelo pastorale, instancabile operatore di carità negli anni tragici e tristi della guerra e dell’occupazione nazista.
Il prevosto mons. Ferruccio Dugnani, giunto a Lecco nell’estate 1976 ricordava che nella prima benedizione natalizia delle case da lui effettuata come nuovo parroco di San Nicolò era rimasto veramente sorpreso dal commosso e grato ricordo che aveva trovato in tante famiglie di mons. Borsieri, scomparso allora 13 anni prima.
Nel 1999 è stata costituita la fondazione che porta il suo nome: venne realizzata una residenza sanitaria assistenziale per anziani in un’area che Borsieri aveva donato alla parrocchia e sulla quale era stato costruito il cinema Europa a metà anni ’30 del Novecento. L’iniziativa della RSA si deve all’impegno del dott. Domenico Colombo, noto cardiologo. La RSA è stata inaugurata il 15 giugno 2007; dal 2014 è gestita dalla Fondazione Sacra Famiglia Onlus di Cesano Boscone, in provincia di Milano.
Due prevosti di Lecco sono stati chiamati alla dignità episcopale: mons. Enrico Assi lasciò Lecco nell’estate 1976 per divenire vescovo ausiliare di Milano e poi vescovo titolare a Cremona nel 1986, dove è deceduto nel 1992 ed è sepolto nella cripta del locale duomo. L’altro vescovo è stato mons. Roberto Busti, giunto a Lecco nel 1991 come prevosto, dopo la scomparsa improvvisa di mons. Dugnani. E’ stato chiamato alla sede vescovile di Mantova nel 2004 e vi rimasto sino al 2016. Risiede ora a Carate Brianza, che è stata la parrocchia del suo primo impegno pastorale, sacerdote novello della diocesi di Milano, nel 1964.
Aloisio Bonfanti