Calcio Lecco: svelata la terza maglia, è granata. Il debutto contro il Renate
Il granata e il celeste, il Matitone sull'addome e il Resegone sulla parte bassa della schiena, sul retro. Sono i tratti distintivi della nuova terza maglia del Lecco, presentata nel tardo pomeriggio di oggi nella sede della Canottieri - che del calcio cittadino è stata la vera e propria culla - e pronta a esordire nel match casalingo di domani sera contro il Renate del grande ex Luciano Foschi.
All'evento, su invito, hanno preso parte i vertici della società, gli sponsor, alcune autorità e i rappresentanti dei tre club di tifosi (Shamrock, Valsassina e Blucelesti 1977) che, in piena sinergia con la proprietà, hanno contribuito attivamente alla progettazione della divisa, a cura come sempre di Legea Lecco.
La parola-chiave, per tutti loro, è stata "tradizione", con il ritorno del granata tanto caro alla storia della società fondata nel 1912, insieme ovviamente all'intramontabile celeste che la fa da padrona, insieme al blu, anche sulla prima maglia.
Grande soddisfazione e persino qualche lacrima per il neo presidente Aniello Aliberti, che ha colto l'occasione per trarre un bilancio dei suoi primi mesi alla guida della Calcio Lecco dopo l'acquisizione del club dalla famiglia Di Nunno, divenuta realtà a inizio estate al termine di una lunga trattativa: "Sono contento, finalmente grazie a un team di persone molto valide abbiamo una struttura davvero aziendale, dopo anni in cui francamente avevano regnato la disorganizzazione e il caos", le sue parole dopo la proiezione di un breve video emozionale. "Se mi sono convinto a fare questo passo, a investire, è stato per la straordinaria passione dei tifosi, che hanno acquistato 1.951 abbonamenti. L'ho fatto per i calciatori del domani, perché mi ha colpito tantissimo un bambino che un giorno, quando ero allo stadio per la trattativa, mi ha pregato di salvare la società. Abbiamo ampiamente superato il nostro budget e abbiamo insistito sul fatto che le maglie fossero scelte dai tifosi perché vogliamo partecipare alla vita della città, agli eventi, entrare in ospedale e nelle scuole. Del resto il livello di entusiasmo è alto".
Livello di entusiasmo che - dopo un inizio di campionato comunque positivo per il Lecco con tre vittorie, tre pareggi e una sconfitta, arrivata sabato scorso sul campo della Pro Vercelli - ha raggiunto un'ulteriore "tacca" in settimana con il grande ritorno di Artur Ionita, centrocampista moldavo oggettivamente fuori categoria per la Serie C, inseguito a lungo fin dall'inizio dell'estate e tornato ufficialmente all'ombra del Resegone lunedì, per offrire il suo importante contributo alla squadra di mister Francesco Baldini dopo la complicata esperienza della scorsa stagione in cadetteria. Suo il nome - con il numero 19 - che campeggiava sulla maglia messa in bella mostra per la presentazione di oggi.
"Ho fatto uno sforzo in più per lui ma va bene così, la città lo voleva ed è un giocatore di prestigio" ha sottolineato ancora Aniello Aliberti, affiancato anche dal figlio Francesco, suo vice, dal club manager Michelangelo Vitali e dal presidente onorario Angelo Battazza, più "carico" che mai nel sostenere che non vedeva una simile partecipazione da tempo e che "la nuova proprietà sta cambiando un po' la storia del Lecco".
"Quali sono i miei obiettivi? Ormai il progetto l'ho sposato, se poi mi aiuterà qualcuno meglio ancora… L'importante è che ci sia armonia, poi chiaramente servono anche i risultati. Comunque ho visto che la squadra è in crescita", ha concluso Aniello Aliberti, senza nascondere la soddisfazione condivisa anche con la sua famiglia e il resto della dirigenza.L'appuntamento, ora più che mai, è sul campo. Per un Lecco-Renate che, già ricchissimo di spunti e temi, ha ora un motivo in più per richiamare i tifosi allo stadio Rigamonti-Ceppi.
All'evento, su invito, hanno preso parte i vertici della società, gli sponsor, alcune autorità e i rappresentanti dei tre club di tifosi (Shamrock, Valsassina e Blucelesti 1977) che, in piena sinergia con la proprietà, hanno contribuito attivamente alla progettazione della divisa, a cura come sempre di Legea Lecco.
La parola-chiave, per tutti loro, è stata "tradizione", con il ritorno del granata tanto caro alla storia della società fondata nel 1912, insieme ovviamente all'intramontabile celeste che la fa da padrona, insieme al blu, anche sulla prima maglia.
Grande soddisfazione e persino qualche lacrima per il neo presidente Aniello Aliberti, che ha colto l'occasione per trarre un bilancio dei suoi primi mesi alla guida della Calcio Lecco dopo l'acquisizione del club dalla famiglia Di Nunno, divenuta realtà a inizio estate al termine di una lunga trattativa: "Sono contento, finalmente grazie a un team di persone molto valide abbiamo una struttura davvero aziendale, dopo anni in cui francamente avevano regnato la disorganizzazione e il caos", le sue parole dopo la proiezione di un breve video emozionale. "Se mi sono convinto a fare questo passo, a investire, è stato per la straordinaria passione dei tifosi, che hanno acquistato 1.951 abbonamenti. L'ho fatto per i calciatori del domani, perché mi ha colpito tantissimo un bambino che un giorno, quando ero allo stadio per la trattativa, mi ha pregato di salvare la società. Abbiamo ampiamente superato il nostro budget e abbiamo insistito sul fatto che le maglie fossero scelte dai tifosi perché vogliamo partecipare alla vita della città, agli eventi, entrare in ospedale e nelle scuole. Del resto il livello di entusiasmo è alto".
Livello di entusiasmo che - dopo un inizio di campionato comunque positivo per il Lecco con tre vittorie, tre pareggi e una sconfitta, arrivata sabato scorso sul campo della Pro Vercelli - ha raggiunto un'ulteriore "tacca" in settimana con il grande ritorno di Artur Ionita, centrocampista moldavo oggettivamente fuori categoria per la Serie C, inseguito a lungo fin dall'inizio dell'estate e tornato ufficialmente all'ombra del Resegone lunedì, per offrire il suo importante contributo alla squadra di mister Francesco Baldini dopo la complicata esperienza della scorsa stagione in cadetteria. Suo il nome - con il numero 19 - che campeggiava sulla maglia messa in bella mostra per la presentazione di oggi.
"Ho fatto uno sforzo in più per lui ma va bene così, la città lo voleva ed è un giocatore di prestigio" ha sottolineato ancora Aniello Aliberti, affiancato anche dal figlio Francesco, suo vice, dal club manager Michelangelo Vitali e dal presidente onorario Angelo Battazza, più "carico" che mai nel sostenere che non vedeva una simile partecipazione da tempo e che "la nuova proprietà sta cambiando un po' la storia del Lecco".
"Quali sono i miei obiettivi? Ormai il progetto l'ho sposato, se poi mi aiuterà qualcuno meglio ancora… L'importante è che ci sia armonia, poi chiaramente servono anche i risultati. Comunque ho visto che la squadra è in crescita", ha concluso Aniello Aliberti, senza nascondere la soddisfazione condivisa anche con la sua famiglia e il resto della dirigenza.L'appuntamento, ora più che mai, è sul campo. Per un Lecco-Renate che, già ricchissimo di spunti e temi, ha ora un motivo in più per richiamare i tifosi allo stadio Rigamonti-Ceppi.
B.P.