Un (in)sindacabile presidio
Cara Leccoonline
Se crediamo che le Leggi di uno Stato, le scelte di un Governo debbano essere ancorate e vela di crescita democratica, tutela dei più fragili e strumenti per rimuoverne gli ostacoli, il DLL SICUREZZA è qualcosa tra il più lontano da questo ancoraggio e da queste vele
È un affondamento, un precipitare verso DEMOCRATURE. Cioè democrazie solo formali, sospese, regimi, e non democrazia liberali che abbiano a cuore la libertà di espressione e di critica come principio fondante.
REPRIMERE il dissenso, anche quello pacifico e nonviolento, inasprire pene per cattiveria e attitudine più che per logica e utilità - utilità collettiva ovviamente - restringere i diritti e non riconoscere i bisogni dei più fragili, delle madri incinte o con figli piccoli che si vedranno aprire le porte delle carceri, questo solo per fare alcuni degli esempi dei soggetti che verranno colpiti dai provvedimenti del DDL Sicurezza, ne è, sono, riprova.
È PER QUESTO CHE - pur nel tentennamento sindacale di decenni di accondiscendenza e tolleranza con i vari Governi di Centrosinistra che tra Daspo, mancate legiferazioni ad ampliamento dei Diritti, creazione di Cpt/Cie e provvedimenti contro i migranti, orrendi Accordi bilaterali con Stati spaventosi senza garanzie di democrazia come la Libia, sostegni e partecipazione a guerre, vendita di armi e continuo impoverimento della Sanità pubblica e Lavoro, quest’ultimo non solo in merito al mancato salario minimo – resta buona cosa che, Sindacalisti, funzionari, pensionati e fin troppe bandiere della Fiom sotto cui gli stessi stavano a presidiare il nulla, in un centinaio si siano trovati, pressoché solo tra loro, al Presidio di lunedì contro il Ddl Sicurezza in Piazza Diaz.
MANCAVANO quasi totalmente i giovani, altrettanto i lavoratori, soprattutto i cittadini ma vivaddio fortunatamente con la presenza, la voce, la parola, c’era ancoraggio e vela, Corrado Conti dell'Assemblea permanente contro le Guerre che - a differenza del segretario della CGIL Lecco Riva che aveva aperto il Presidio - ha parlato chiaro, in modo credibile e concreto, senza retorica con puntualità e competenza, delimitando, del DDL Sicurezza, la cornice, descrivendone il quadro e la firma, spiegandone i colori - tendenti al nero più fosco - ed esortando la necessità e l’urgenza di altri pennelli e un altro modo di dipingere per una società diversa, cosa che il segretario della Cgil invece per una parte finta troppo lunga del suo intervento impiegato più per solidarizzare e giustificare e giustificarsi con le forze di polizia, quelle stesse che però non sono ancora in grado di mettersi un codice identificativo sul casco, di dire, a 23 anni di continui silenzi, le verità e i nomi dei colleghi autori dei fatti del G8 di Genova e della mattanza nella scuola Diaz.
CORRADO CONTI ha dato un senso al Presidio di lunedì, lui con alcuni giovani, nuovamente anche in questa occasione.
PERCHÉ CI insegna e ha ben chiaro, a differenza di troppi, nel sindacato, nei partiti, nelle Amministrazioni nei ruoli di potere che la Lotta e i Diritti non può essere per trovare un posto in questa società ma quella di creare una società in cui valga la pena trovare un posto.
Se crediamo che le Leggi di uno Stato, le scelte di un Governo debbano essere ancorate e vela di crescita democratica, tutela dei più fragili e strumenti per rimuoverne gli ostacoli, il DLL SICUREZZA è qualcosa tra il più lontano da questo ancoraggio e da queste vele
È un affondamento, un precipitare verso DEMOCRATURE. Cioè democrazie solo formali, sospese, regimi, e non democrazia liberali che abbiano a cuore la libertà di espressione e di critica come principio fondante.
REPRIMERE il dissenso, anche quello pacifico e nonviolento, inasprire pene per cattiveria e attitudine più che per logica e utilità - utilità collettiva ovviamente - restringere i diritti e non riconoscere i bisogni dei più fragili, delle madri incinte o con figli piccoli che si vedranno aprire le porte delle carceri, questo solo per fare alcuni degli esempi dei soggetti che verranno colpiti dai provvedimenti del DDL Sicurezza, ne è, sono, riprova.
È PER QUESTO CHE - pur nel tentennamento sindacale di decenni di accondiscendenza e tolleranza con i vari Governi di Centrosinistra che tra Daspo, mancate legiferazioni ad ampliamento dei Diritti, creazione di Cpt/Cie e provvedimenti contro i migranti, orrendi Accordi bilaterali con Stati spaventosi senza garanzie di democrazia come la Libia, sostegni e partecipazione a guerre, vendita di armi e continuo impoverimento della Sanità pubblica e Lavoro, quest’ultimo non solo in merito al mancato salario minimo – resta buona cosa che, Sindacalisti, funzionari, pensionati e fin troppe bandiere della Fiom sotto cui gli stessi stavano a presidiare il nulla, in un centinaio si siano trovati, pressoché solo tra loro, al Presidio di lunedì contro il Ddl Sicurezza in Piazza Diaz.
MANCAVANO quasi totalmente i giovani, altrettanto i lavoratori, soprattutto i cittadini ma vivaddio fortunatamente con la presenza, la voce, la parola, c’era ancoraggio e vela, Corrado Conti dell'Assemblea permanente contro le Guerre che - a differenza del segretario della CGIL Lecco Riva che aveva aperto il Presidio - ha parlato chiaro, in modo credibile e concreto, senza retorica con puntualità e competenza, delimitando, del DDL Sicurezza, la cornice, descrivendone il quadro e la firma, spiegandone i colori - tendenti al nero più fosco - ed esortando la necessità e l’urgenza di altri pennelli e un altro modo di dipingere per una società diversa, cosa che il segretario della Cgil invece per una parte finta troppo lunga del suo intervento impiegato più per solidarizzare e giustificare e giustificarsi con le forze di polizia, quelle stesse che però non sono ancora in grado di mettersi un codice identificativo sul casco, di dire, a 23 anni di continui silenzi, le verità e i nomi dei colleghi autori dei fatti del G8 di Genova e della mattanza nella scuola Diaz.
CORRADO CONTI ha dato un senso al Presidio di lunedì, lui con alcuni giovani, nuovamente anche in questa occasione.
PERCHÉ CI insegna e ha ben chiaro, a differenza di troppi, nel sindacato, nei partiti, nelle Amministrazioni nei ruoli di potere che la Lotta e i Diritti non può essere per trovare un posto in questa società ma quella di creare una società in cui valga la pena trovare un posto.
Paolo Trezzi