Lecco: presidio in piazza Diaz contro il 'DDL Sicurezza'
Presidio a più voci – e dunque con più “sfumatore” – quello promosso nel tardo pomeriggio odierno dinnanzi al Municipio di Lecco.
Più realtà locali, a cominciare dalla CGIL, con Anpi, Arci, Udi, Coordinamento lecchese “stop al genocidio” e Renzo e Lucio, giusto per citare i primi firmatari della chiamata a raccolta di militanti e cittadini, hanno promosso un “picchetto” contro il DDL Sicurezza, approvato dalla Camera nelle scorse settimane, introducendo, nella volontà del legislatore, rilevanti novità in materia di manifestazioni, sicurezza urbana, detenzione carceraria e occupazione abusiva di immobili.
“L’obiettivo della legge, presentata dal Governo Meloni come una misura volta a tutelare le forze dell’ordine (alle quali parallelamente vengono tagliati gli organici e non rinnovato il contratto) in risposta alle crescenti preoccupazioni sulla gestione dell’ordine pubblico, è in realtà un altro: limitare il più possibile la libertà e il diritto delle persone a esprimere il proprio dissenso, introducendo nuovi reati, e quindi la galera, verso chi occupa strade e spazi pubblici e privati. Alla base di questo disegno c’è una visione di stampo securitario che rimanda in modo inquietante a quella dominante nel Ventennio fascista, l’ideologia del forte che schiaccia il debole - ritenuto responsabile della propria condizione di vulnerabilità - e del vincente come unico soggetto meritevole di tutela” accusato però i promotori della manifestazione.
“Criminalizzare le mobilitazioni di sindacati e associazioni in difesa dei posti di lavoro, delle persone in precarietà abitativa, dei diritti dei migranti, della giustizia climatica è, dunque, il vero scopo del Governo, desideroso di azzerare ogni forma di opposizione alle proprie politiche” l’accusa condivisa. Almeno un centinaio le presenze in piazza Diaz, “militarizzata” alla presenza di Polizia e Carabinieri.
Più realtà locali, a cominciare dalla CGIL, con Anpi, Arci, Udi, Coordinamento lecchese “stop al genocidio” e Renzo e Lucio, giusto per citare i primi firmatari della chiamata a raccolta di militanti e cittadini, hanno promosso un “picchetto” contro il DDL Sicurezza, approvato dalla Camera nelle scorse settimane, introducendo, nella volontà del legislatore, rilevanti novità in materia di manifestazioni, sicurezza urbana, detenzione carceraria e occupazione abusiva di immobili.
“L’obiettivo della legge, presentata dal Governo Meloni come una misura volta a tutelare le forze dell’ordine (alle quali parallelamente vengono tagliati gli organici e non rinnovato il contratto) in risposta alle crescenti preoccupazioni sulla gestione dell’ordine pubblico, è in realtà un altro: limitare il più possibile la libertà e il diritto delle persone a esprimere il proprio dissenso, introducendo nuovi reati, e quindi la galera, verso chi occupa strade e spazi pubblici e privati. Alla base di questo disegno c’è una visione di stampo securitario che rimanda in modo inquietante a quella dominante nel Ventennio fascista, l’ideologia del forte che schiaccia il debole - ritenuto responsabile della propria condizione di vulnerabilità - e del vincente come unico soggetto meritevole di tutela” accusato però i promotori della manifestazione.
“Criminalizzare le mobilitazioni di sindacati e associazioni in difesa dei posti di lavoro, delle persone in precarietà abitativa, dei diritti dei migranti, della giustizia climatica è, dunque, il vero scopo del Governo, desideroso di azzerare ogni forma di opposizione alle proprie politiche” l’accusa condivisa. Almeno un centinaio le presenze in piazza Diaz, “militarizzata” alla presenza di Polizia e Carabinieri.