Lecco: eros e musica per la serata con il premio Oscar Nicola Piovani
Si è aperta nella giornata di venerdì 27 settembre a Lecco la 7ª edizione del Festival Treccani della lingua italiana, promosso e organizzato dall’omonima fondazione in collaborazione con il Comune. Il primo dei tre giorni di manifestazione è iniziato attorno alle 15:30. Dopo i saluti istituzionali, il Palazzo delle Paure ha accolto il filosofo Umberto Curi, la professoressa Michela Matteoli, che ha parlato di sessualità – tema di questa edizione del Festival – in relazione alle neuroscienze, e infine il saggista Vincenzo Trione, che ha raccontato “il corpo” come linguaggio.
A chiudere la prima giornata di Festival è stato l’incontro “Tra parole e musica”, svoltosi presso l’auditorium “Casa dell’Economia”. Ospiti della serata sono stati Nicola Piovani, pianista, direttore d’orchestra e compositore, premio Oscar con la colonna sonora de’ “La vita è bella” di Roberto Benigni, e Guido Barbieri, critico musicale, insegnante di Storia della Musica nei conservatori italiani e presenza assidua ai microfoni di Radio 3.
Il dialogo tra i due è iniziato da una semplice domanda. Cosa succede se si accostano le parole “eros” e “musica”? A partire dai cinque diversi tipi di amore che Platone elenca nel Simposio, Piovani e Barbieri hanno tentato di ritrovare quelle specifiche declinazioni in brani o frammenti musicali a loro cari.
Barbieri ha portato come esempio la sonata erotica per voce femminile solista di Erwin Schulhoff, “una pagina di musica che che riporta solo sospiri e ansimi”. Piovani invece ha parlato della musica di Debussy e il preludio ispirato dal poema di Stéphane Mallarmé, “Il pomeriggio di un fauno”, e delle armonie sensuali del solo di flauto. “La musica, non avendo possibilità di raccontare in modo diretto le cose, ti porta sempre a una mancanza, a un desiderio di qualcosa che non c'è. In fondo questo è il principio dell’erotismo” ha osservato Barbieri. Il compositore per contro ha tentato di spiegare come un suonatore trasmette il suo sentimento al pubblico attraverso la fisica e il funzionamento della cassa acustica che, solo per la vicinanza a una fonte di suono, riesce a percepirlo e replicarlo. “È qualcosa che non puoi trasformare in parole. Ma pur non avendo le parole per condividerlo, vuoi condividerlo lo stesso. L’ambizione massima per chi suona è che qualcuno entri in sintonia con lui. La metafora della cassa acustica è ciò che il suonatore spera che accada a qualcuno del pubblico, che percepisca in questo modo quello che viene suonato”.
La serata è stata anche un momento per parlare della “autobiografia musicale” di Nicola Piovani. Barbieri infatti ha posto diverse domande al premio Oscar riguardo al suo rapporto con la musica, domande le cui risposte hanno portato Piovani a svelare che il brano a cui è più legato è il tema del film “Caro diario” di Nanni Moretti (pezzo che poi ha suonato al piano), e soprattutto a spiegare il suo rapporto con l’improvvisazione. “La ricerca con le mani è importante, a volte ci si sposta di tonalità per avere nuove idee” ha detto, condividendo anche aneddoti riguardo ad altri compositori.
“La scrittura è un tema che divide molti. Morricone doveva scrivere lontano dal pianoforte” ha proseguito, raccontando di una volta in cui vennero invitati in televisione per suonare una canzone di Natale al pianoforte insieme. “Dovevamo decidere l’arrangiamento. Una volta deciso come fare abbiamo concordato che fosse il caso di scriverlo. Morricone ha detto che avrebbe fatto lui, ma si è alzato dal piano e se n’è andato. È tornato dopo 15 minuti e l’aveva scritto. Io invece per esempio scrivo attaccato al pianoforte. Mi sono consolato quando ho scoperto che anche Stravinskij faceva così…”
Il critico musicale non ha potuto fare a meno di parlare con Piovani anche della colonna sonora di “La vita è bella”. “«Buongiorno principessa» mi ha richiesto due mesi” ha raccontato il pianista, svelando il simpatico aneddoto per cui quando dovette scrivere il tema, aveva ripensato ai consigli di un vecchio insegnante di composizione da cui era fuggito, che sosteneva che “la musica da Stravinskij in poi fosse morta”. “Ricordo un giorno in cui andai da lui a lezione. Quel giorno vicino a casa sua a Roma suonavano i Beatles e lui era così contrariato”.
Tra un racconto e l’altro, Piovani ha deliziato il pubblico anche con “Buongiorno Principessa”, alternando la musica al dialogo con Barbieri. Ha raccontato anche di quando ha lavorato con Federico Fellini al suo ultimo film, “La voce della Luna”, e di come ha composto le musiche nonostante un simpatico fraintendimento tra lui e il regista sullo strumento da usare per la scena dell’oboista.
La conversazione ha poi riafferrato il tema dell’eros e la sensualità. Piovani ha parlato di un altro film a cui ha lavorato, “La notte di San Lorenzo”, che termina con la toccante scena di due anziani che fanno l’amore. “Sembra che la sensualità debba appartenere solo per gente come Richard Gere, ma per me l’eros è qualcosa di più grande, che ha a che fare con l’umanità”. E parlando di umanità, il compositore ha parlato anche di pianisti molto abili che ha incontrato lavorando al film “Good Morning Babilonia”. Questo l’ha portato a pensare a tutti quei pianisti che nei secoli scorsi hanno passato la vita a suonare nelle buche dei cinema, senza mai venire nominati o diventare famosi come i grandi, com Bach. “Provo una forma di amore verso questi pianisti così anonimi” ha detto, alzandosi e andando al piano al dedicar lo “Il pianino delle meraviglie”.
Barbieri ha concluso proponendo una riflessione di Platone in merito all’amore a cui Piovani ha risposto con una citazione di “Agata” di Cioffi: “Guarda, stupisci, com'è ridotto quest'uomo per te”.
Fondazione Treccani al termine della serata ha omaggiato i due ospiti con un vocabolario della lingua italiana.
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Il programma della seconda giornata
Particolarmente ricco il programma di oggi, sabato 28 settembre, seconda giornata del Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono.
Attesi, a partire dalla tarda mattinata, numerosi incontri presso la sala conferenze di Palazzo delle Paure. Il Festival si aprirà, alle 11, con Beatrice Cristalli, consulente in editoria scolastica per Mondadori Education e Rizzoli Education, formatrice e linguista, protagonista di un incontro che intreccia identità di genere e musica: “Oltre la trap c’è di più: genere e identità tra linguaggio giovanile e musica”. Sarà sempre Beatrice Cristalli, a dialogare, alle 12, con la musicista e cantautrice sarda Daniela Pes in “Le parole delle canzoni dal vivo”. Apriranno gli incontri pomeridiani alle 16 il dialogo tra Chiara Saraceno, sociologa e professoressa emerita all’Università di Torino e al e al Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung, e il teologo Don Aristide Fumagalli, su “Sesso e genere”. Ancora Beatrice Cristalli parlerà alle ore 17 di “Lingua e genere”, mentre alle 18 sarà il turno della linguista Valeria della Valle con “Le parole del sesso”.
Piazza Garibaldi si farà palcoscenico per l’atteso incontro delle 21, con la cantante Marina Rei (in caso di pioggia presso la nuova sede Fondazione Comunitaria del Lecchese, in Corso Matteotti 7).
Al Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco proseguiranno nel corso della giornata i laboratori didattici per la scuola secondaria di secondo grado dal titolo “Per un italiano più accogliente: lingua, sessismo e generi”, tenuti da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota.
A chiudere la prima giornata di Festival è stato l’incontro “Tra parole e musica”, svoltosi presso l’auditorium “Casa dell’Economia”. Ospiti della serata sono stati Nicola Piovani, pianista, direttore d’orchestra e compositore, premio Oscar con la colonna sonora de’ “La vita è bella” di Roberto Benigni, e Guido Barbieri, critico musicale, insegnante di Storia della Musica nei conservatori italiani e presenza assidua ai microfoni di Radio 3.
Il dialogo tra i due è iniziato da una semplice domanda. Cosa succede se si accostano le parole “eros” e “musica”? A partire dai cinque diversi tipi di amore che Platone elenca nel Simposio, Piovani e Barbieri hanno tentato di ritrovare quelle specifiche declinazioni in brani o frammenti musicali a loro cari.
Barbieri ha portato come esempio la sonata erotica per voce femminile solista di Erwin Schulhoff, “una pagina di musica che che riporta solo sospiri e ansimi”. Piovani invece ha parlato della musica di Debussy e il preludio ispirato dal poema di Stéphane Mallarmé, “Il pomeriggio di un fauno”, e delle armonie sensuali del solo di flauto. “La musica, non avendo possibilità di raccontare in modo diretto le cose, ti porta sempre a una mancanza, a un desiderio di qualcosa che non c'è. In fondo questo è il principio dell’erotismo” ha osservato Barbieri. Il compositore per contro ha tentato di spiegare come un suonatore trasmette il suo sentimento al pubblico attraverso la fisica e il funzionamento della cassa acustica che, solo per la vicinanza a una fonte di suono, riesce a percepirlo e replicarlo. “È qualcosa che non puoi trasformare in parole. Ma pur non avendo le parole per condividerlo, vuoi condividerlo lo stesso. L’ambizione massima per chi suona è che qualcuno entri in sintonia con lui. La metafora della cassa acustica è ciò che il suonatore spera che accada a qualcuno del pubblico, che percepisca in questo modo quello che viene suonato”.
La serata è stata anche un momento per parlare della “autobiografia musicale” di Nicola Piovani. Barbieri infatti ha posto diverse domande al premio Oscar riguardo al suo rapporto con la musica, domande le cui risposte hanno portato Piovani a svelare che il brano a cui è più legato è il tema del film “Caro diario” di Nanni Moretti (pezzo che poi ha suonato al piano), e soprattutto a spiegare il suo rapporto con l’improvvisazione. “La ricerca con le mani è importante, a volte ci si sposta di tonalità per avere nuove idee” ha detto, condividendo anche aneddoti riguardo ad altri compositori.
“La scrittura è un tema che divide molti. Morricone doveva scrivere lontano dal pianoforte” ha proseguito, raccontando di una volta in cui vennero invitati in televisione per suonare una canzone di Natale al pianoforte insieme. “Dovevamo decidere l’arrangiamento. Una volta deciso come fare abbiamo concordato che fosse il caso di scriverlo. Morricone ha detto che avrebbe fatto lui, ma si è alzato dal piano e se n’è andato. È tornato dopo 15 minuti e l’aveva scritto. Io invece per esempio scrivo attaccato al pianoforte. Mi sono consolato quando ho scoperto che anche Stravinskij faceva così…”
Tra un racconto e l’altro, Piovani ha deliziato il pubblico anche con “Buongiorno Principessa”, alternando la musica al dialogo con Barbieri. Ha raccontato anche di quando ha lavorato con Federico Fellini al suo ultimo film, “La voce della Luna”, e di come ha composto le musiche nonostante un simpatico fraintendimento tra lui e il regista sullo strumento da usare per la scena dell’oboista.
La conversazione ha poi riafferrato il tema dell’eros e la sensualità. Piovani ha parlato di un altro film a cui ha lavorato, “La notte di San Lorenzo”, che termina con la toccante scena di due anziani che fanno l’amore. “Sembra che la sensualità debba appartenere solo per gente come Richard Gere, ma per me l’eros è qualcosa di più grande, che ha a che fare con l’umanità”. E parlando di umanità, il compositore ha parlato anche di pianisti molto abili che ha incontrato lavorando al film “Good Morning Babilonia”. Questo l’ha portato a pensare a tutti quei pianisti che nei secoli scorsi hanno passato la vita a suonare nelle buche dei cinema, senza mai venire nominati o diventare famosi come i grandi, com Bach. “Provo una forma di amore verso questi pianisti così anonimi” ha detto, alzandosi e andando al piano al dedicar lo “Il pianino delle meraviglie”.
Barbieri ha concluso proponendo una riflessione di Platone in merito all’amore a cui Piovani ha risposto con una citazione di “Agata” di Cioffi: “Guarda, stupisci, com'è ridotto quest'uomo per te”.
Fondazione Treccani al termine della serata ha omaggiato i due ospiti con un vocabolario della lingua italiana.
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Il programma della seconda giornata
Particolarmente ricco il programma di oggi, sabato 28 settembre, seconda giornata del Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono.
Attesi, a partire dalla tarda mattinata, numerosi incontri presso la sala conferenze di Palazzo delle Paure. Il Festival si aprirà, alle 11, con Beatrice Cristalli, consulente in editoria scolastica per Mondadori Education e Rizzoli Education, formatrice e linguista, protagonista di un incontro che intreccia identità di genere e musica: “Oltre la trap c’è di più: genere e identità tra linguaggio giovanile e musica”. Sarà sempre Beatrice Cristalli, a dialogare, alle 12, con la musicista e cantautrice sarda Daniela Pes in “Le parole delle canzoni dal vivo”. Apriranno gli incontri pomeridiani alle 16 il dialogo tra Chiara Saraceno, sociologa e professoressa emerita all’Università di Torino e al e al Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung, e il teologo Don Aristide Fumagalli, su “Sesso e genere”. Ancora Beatrice Cristalli parlerà alle ore 17 di “Lingua e genere”, mentre alle 18 sarà il turno della linguista Valeria della Valle con “Le parole del sesso”.
Piazza Garibaldi si farà palcoscenico per l’atteso incontro delle 21, con la cantante Marina Rei (in caso di pioggia presso la nuova sede Fondazione Comunitaria del Lecchese, in Corso Matteotti 7).
Al Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco proseguiranno nel corso della giornata i laboratori didattici per la scuola secondaria di secondo grado dal titolo “Per un italiano più accogliente: lingua, sessismo e generi”, tenuti da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota.
E.Ma.