Lecco, 'Allenare l'autonomia': valutazione positiva della sperimentazione in via Cairoli
Oltre cinquanta sono le persone che dall’inizio dell’anno hanno potuto “allenare” la propria autonomia e sfidare i propri limiti grazie ai nuovi appartamenti di via Cairoli 59 donati dalla Fondazione Scola. I tre appartamenti, al secondo, terzo e quarto piano, dell’elegante immobile nel centro cittadino rappresentano il fulcro di questi nuovi progetti per persone con disabilità che sono nati sul territorio nel solco del “dopo di noi”, ovvero del futuro di queste persone una volta che i loro genitori saranno venuti a mancare.
Nei tre appartamenti di via Cairoli, che offrono complessivamente 13 posti, alcuni servizi del territorio - Il Centro socio educativo Artimedia 1 e 2, lo Sfa di Calolzio e il Servizio di aiuto all’integrazione - stanno praticando una nuova esperienza alternativa sia ai Centri diurni per disabili sia alle Comunità. “In questi appartamenti vengono dei gruppetti di due, tre o quattro persone e rimangono per alcuni giorni, poi tornano a casa loro - spiega Felicia Caravia della cooperativa La vecchia quercia, coordinatrice del CSE1 - È una sorta di palestra, per mettersi alla prova e acquisire nuove competenze e un modo per gli operatori per capire quali sono le combinazioni che meglio funzionano”. Da gennaio 21 persone hanno vissuto gli alloggi con il pernottamento (per un totale di 75 accessi) e altre 31 hanno fatto esperienze diurne per un totale di 223 giorni.“Si tratta di una possibilità che risponde a una indicazione normativa che ci dice che è la rete dei servizi a dover accompagnare la vita delle persone e non le persone a doversi adattare ai servizi - chiarisce l’assessore al Welfare Emanuele Manzoni - Il nostro territorio già dal 2012 ha messo al centro il progetto individuale della persona con disabilità e, per continuare a lavorare in questa direzione, strutture del genere sono importanti perché permettono di sperimentare le autonomie. Anche in questo caso la sinergia tra Comune, privato sociale e fondazione ha funzionato”. Ruggero Pelbani, direttore dei Servizi per la disabilità del Comune di Lecco, sottolinea il fatto che l’evoluzione normativa in corso, che porterà presto anche alla riforma della certificazione della disabilità, è basata sull’idea del progetto di vita personalizzato e partecipato: “Questo comporta una revisione dei servizi tradizionali che conosciamo, i quali stanno evolvendo dalla loro originaria funzione di custodia a quella di sostegno e accompagnamento del progetto di vita per permettere alle persone di fare esperienza di sé. Per questo anche i CSE stanno cambiando: non si rivolgono più solo agli iscritti ma anche a quelle persone che hanno un progetto personalizzato e che vengono segnalate da altri servizi e si stanno concentrando molto sul tema dell’abitare e del lavorare nei contesti di vita degli utenti. Anche nel caso di via Cairoli, una delle prime iniziative è stata quella di incontrare i condomini con i quali oggi si è creato un bel rapporto e sono diventati un punto di riferimento”. Gli appartamenti sono stati anche un’occasione per coinvolgere le scuole: i ragazzi con disabilità di giovane età sono infatti invitati a sperimentarsi ma non da soli. “Abbiamo fatto delle convenzioni con una scuola superiore lecchese e con due istituti comprensivi, uno della città e uno di un comune della provincia, in questo modo accedono agli appartamenti insieme al ragazzo seguito dal servizio anche un gruppetto di suoi compagni di classe, a rotazione, con all’insegnante di sostegno e l’educatore. Solo quest’anno abbiamo così coinvolto un centinaio di ragazzi e questo è molto importante nell’ottica di un lavoro precoce sul tema dell’abitare e dell’autonomia” spiega Roberta Rigamonti del Servizio Disabilità dell’Impresa sociale Girasole.Ma il tema non riguarda solo i giovanissimi: “Nel CSE 1 abbiamo tra gli iscritti un gruppetto di persone che è nel servizio da molto tempo e con un’eta un po’ avanzata di conseguenza con bisogni ed energie molto diverse da quelle dei nuovi arrivati - continua Caravia - Abbiamo notato che c’era molta stanchezza nei confronti dell’approccio prestazionale e laboratoriale e che c’era invece l’esigenza di avere ritmi più lenti e un’attenzione maggiore da parte degli operatori”. Così, proprio grazie ai nuovi appartamenti, è nata l’idea di “Artimedia senior”: a questo gruppetto di cinque persone un po’ avanti con l’età è stato proposto di ritrovarsi e frequentare uno degli appartamenti durante la settimana. A prendersi cura di loro c’è un oss dalle 9 alle 15.30 e un educatore, con un orario ridotto, per le attività non assistenziali. “In questo modo le persone possono vivere la dimensione relazionale in un ambiente tranquillo e sereno, dove vengono rispettati i loro tempi. Nello stesso tempo hanno la possibilità di curare meglio la propria persona e la propria igiene e quella di svolgere piccole commissioni, sgravando in questo modo anche i genitori che nel loro caso sono spesso piuttosto anziani. E senza perdere il rapporto con il servizio che rimane sempre presente per svolgere altre attività”. Questa è solo una sperimentazione ma il tema sta diventando centrale dal momento che il 40% delle persone iscritte ai servizi per la disabilità del territorio sta andando verso l’invecchiamento.Anche Lorenzo Vassena, consigliere comunale di "Con la sinistra cambia Lecco" e operatore che frequenta gli appartamenti di via Cairoli, esprime una valutazione molto positiva di questa sperimentazione: “L’aspetto che ha colpito molto è la centralità degli alloggi, questa caratteristica infatti offre la possibilità di vivere nel cuore pulsante della città e di sfruttare le opportunità che questo offre come la presenza di bar e altri servizi. È molto apprezzato anche il fatto che non si tratti di comunità o di strutture ma di case vere e proprie, belle e pulite. Sono aspetti centrali così come quello della microsocialità che si è sviluppata con vicini di casa. Un ultimo aspetto importante è che all’interno di questo progetto è riconosciuto per tutto il tempo reale speso il lavoro degli operatori, una cosa che sembra banale ma che non lo è”.
M.V.