Omicido di Esino: la Procura per Biffi chiede il giudizio immediato
Il GIP ha rigettato la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla difesa nei giorni scorsi: per il momento Luciano Biffi, l'assassino - reo confesso - dell'assessore esinese Pierluigi Beghetto, non sarà sottoposto a perizia sulla capacità di intendere e volere al momento dei fatti. E per la Procura non è nemmeno necessario il "filtro" dell'udienza preliminare: il PM titolare del fascicolo ha depositato quest'oggi infatti la richiesta di giudizio immediato.
Omicidio volontario, aggravato dai motivi abietti e futili il reato contestato al 70enne, in carcere a Monza dal giorno successivo l'efferato delitto.
Era il 21 aprile: a chiamare i Carabinieri fu lo stesso Biffi, dopo aver ripetamente colpito con un falcetto "Gigi", il suo vicino di casa, figura attivamente impegnato nell'associazionismo esinese oltre che in amministrazione comunale, pur risiedendo con moglie e figli fuori territorio. L'aggressione al termine di un diverbio, sull'uscio dell'abitazione in via Dante.
Arrestato all'arrivo delle divise, fin da subito il 70enne ha scelto la strada della collaborazione, rispondendo al PM di turno già nel corso del primo interrogatorio, per fornire la sua ricostruzione dell'accaduto, assumendosi di fatto ogni responsabilità.
Anche dinnanzi al GIP, poi, in sede di convalida dell'arresto, Biffi non si è sottratto alle domande, con il giudice che ha poi applicato a suo carico la misura cautelare del carcere, come da richiesta del PM.
In questi mesi sono state espletati gli accertamenti tecnici chiesti della Procura, arrivata così a chiedere il gudizio immediato. L'esinese rischia l'ergastolo.
Omicidio volontario, aggravato dai motivi abietti e futili il reato contestato al 70enne, in carcere a Monza dal giorno successivo l'efferato delitto.
Era il 21 aprile: a chiamare i Carabinieri fu lo stesso Biffi, dopo aver ripetamente colpito con un falcetto "Gigi", il suo vicino di casa, figura attivamente impegnato nell'associazionismo esinese oltre che in amministrazione comunale, pur risiedendo con moglie e figli fuori territorio. L'aggressione al termine di un diverbio, sull'uscio dell'abitazione in via Dante.
Arrestato all'arrivo delle divise, fin da subito il 70enne ha scelto la strada della collaborazione, rispondendo al PM di turno già nel corso del primo interrogatorio, per fornire la sua ricostruzione dell'accaduto, assumendosi di fatto ogni responsabilità.
Anche dinnanzi al GIP, poi, in sede di convalida dell'arresto, Biffi non si è sottratto alle domande, con il giudice che ha poi applicato a suo carico la misura cautelare del carcere, come da richiesta del PM.
In questi mesi sono state espletati gli accertamenti tecnici chiesti della Procura, arrivata così a chiedere il gudizio immediato. L'esinese rischia l'ergastolo.