Lecco perduta/445: la cucina campestre dal Piscen all'Arlenico

C’era una cucina “campestre” a Pescarenico, dal Piscen all’Arlenico, quindi distante da quella tradizionale con la pesca sul fiume Adda, nel tratto del corso d’acqua divenuto famoso per la pagina manzoniana “dell’Addio Monti”. Sono trascorsi tanti anni da quando la popolarissima trattoria Piscen di via Ghislanzoni ha chiuso i battenti.
piscen__6_.jpg (68 KB)
Gerolama Valnegri Montanelli

Il personaggio di spicco era nonna Gerolama Valnegri Montanelli, deceduta all’età di 95 anni nel dicembre 1998. Apparteneva a una straordinaria famiglia proveniente da Oggiono, di 20 figli, tutti dalla stessa madre. Il suo nome si collega ai tempi d’oro della trattoria Piscen, dal 1939 al 1970, frequentatissima per il pranzo di mezzogiorno dai lavoratori dell’Arlenico, della Comi stufe, Trasporti De Santis e Gondrand, nonché delle Messaggerie Lariane, Arrigoni Catene e anche della redazione del Giornale di Lecco.
piscen__5_.jpg (68 KB)
I ragazzi del Piscen festeggiano una vittoria della Stella Azzurra

Negli anni ’60 era pure il ritrovo dei giocatori blucelesti del Lecco, che avevano l’abitazione degli scapoli nella casa di via Ghislanzoni, affidati alle cure premurose della signora Barbara. I campi di bocce del locale erano animatissimi nella stagione estiva con tante gare organizzate dalla locale bocciofila “Severino Briani”, dove spiccava il Trofeo Carlottina sponsorizzato dalla famiglia Invernizzi. Si giocava sino a notte fonda, alla luce delle stelle, oltre a quella dell’illuminazione elettrica. C’erano pure le serate di premiazione e di festa dei giovani atleti che appartenevano alla formazione locale della Stella Azzurra, molto presente nei tornei estivi della città e anche del circondario.
piscen__7_.jpg (251 KB)
Premiazione del Trofeo Carlettina, torneo di bocce a livello regionale

Se la specialità di spicco al Piscen era la “busecca” o trippa, non mancavano altri piatti come i vari tipi di risotti e c’erano anche i funghi ritrovati da uno specialista della ricerca che era il più giovane dei figli di Gerolama, cioè Piero Montanelli. Era, invece, la primavera del 1995 quando la stampa locale scriveva: “Saracinesca calata da qualche giorno al bar trattoria Arlenico, nella via omonima che serpeggia lungo il rilievo dei binari ferroviari, da via Ghislanzoni verso il Caleotto. Si conclude un’epoca del ritrovo lungo la stradetta, un tempo polverosa, con due campi di bocce nel cortile retrostante. C’era anche un vecchio biliardo che serviva ad animate sfide”.
piscen__4_.jpg (105 KB)
L'esperto di funghi Piero Montanelli

Sempre nella notizia della chiusura del locale si sottolineava: “Quindi, addio al vecchio popolare locale gemello del Piscen, ritrovo di lavoratori del Caleotto, Arlenico e di altre industrie come dei ferrovieri del vicino scalo; è stato un angolo di riposo e di ristoro tra binari e sirene, fabbriche e treni”.
piscen__3_.jpg (168 KB)
Il Piscen attuale

L’ultima novità gastronomica dell’Arlenico sono stati i risotti; ogni giorno, con Marco Emanuele Scaglianti, ce n'era uno diverso nel menù esposto nella vetrata d’ingresso, dal milanese alla parmigiana, alla trevisana e altro ancora. C’era, insomma un "giro d’Italia" in quel locale che passava e chiudeva portando cari ricordi di tanti. C’era una strada polverosa, dove si spingevano ragazzi curiosi per osservare da vicino i convogli quando i treni suscitavano ancora le fantasie dei fanciulli.
piscen__2_.jpg (171 KB)
Il sottopasso ferroviario di via Arlenico

Nel locale che fu trattoria Arlenico per tanti anni aprì poi i battenti una nuova antica Hostaria, all’insegna dello stile vecchio romano e dell'Urbe caput mundi, con un ventaglio di pizze e di insalate. Ora c’è l'Ante Omnia, una denominazione che è un programma, ovvero, prima di tutto, una buona tavola.
piscen__1_.jpg (187 KB)
Il tratto finale di via Arlenico verso largo Caleotto

Qualche avventore dell’antica locanda capitolina suggerì, per completare l’atmosfera e far sognare i clienti per un attimo, di far percorrere la via Arlenico dalla classica carrozzella con puledro, ovvero la “botticella” resa popolare anche dai film con Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Alla fine, però, di ampie divagazioni storico-ambientali i clienti ponevano la domanda se i titolari dell’osteria fossero romani. Per la verità, dicevano, siamo originari di... Valmadrera.
A.B.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.