Lecco: gli IRAM salutano il loro cappellano. 'Non c'è distacco per chi ha fede'

All'Airoldi e Muzzi di Lecco, don Paolo Ghirlandi è stato cappellano dall'ottobre 2022. Ieri, domenica 22 settembre, ha tenuto la sua ultima messa, durante la quale ha condiviso delle riflessioni e ha salutato tutta la comunità che ruota attorno all’istituto. 
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Don Paolo Ghirlandi

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Don Paolo ha esordito raccontando del suo recente pellegrinaggio a Lourdes. Lì, ha pregato la Madonna di Lourdes “che ascolta e accoglie” perché porti il sostegno e la forza sia per gli ospiti della rsa, ben 350 persone, sia per il personale, che ammonta a ulteriori 370 unità tra operatori e volontari, che svolgono un compito non facile. 
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Durante la Messa è stato ricordato il profeta Elia, che in un momento di grande sconforto chiese al Signore di non svegliarsi più. Ma Dio lo destò e gli diede cibo, affinché si nutrisse e lo incoraggiò a trovare nuova forza per continuare a vivere. Per fare un parallelismo, Don Paolo ha sottolineato l'importanza della missione sacerdotale, con l’Eucarestia che simboleggia il dono di Gesù, il nutrimento, quindi fonte di forza e volontà di vivere. “Questa la missione del prete”, anche se ha ammesso che non si è sempre sentito all’altezza di fronte alle difficoltà della vita, per venire però poi ben rincuorato nella lettera di saluto che è stata scritta per lui. 
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Don Paolo quindi si trasferirà. Assumerà l’incarico di guida delle parrocchie di San Sebastiano e Santo Spirito in Santa Corinna nel comune di Noviglio, Abbiategrasso. Egli è chiamato ad assumere il suo nuovo incarico per volontà dell’Arcivescovo, un compito che non sarà facile, “soprattutto a livello umano, poiché – ha detto – “dovrò inserirsi in una realtà dove non conosco nessuno”. 
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Il presidente Giuseppe Canali

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Un sentimento di nostalgia emerso anche nei saluti finali, con il testo letto da Umberto Cogliati, seguito dalle parole del presidente Giuseppe Canali e dei doni, simbolici, consegnati per mano della vicepresidente Rosaria Bonacina. 
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La vicepresidente Rosaria Bonacina

"Non c'è distacco, per chi ha fede", si legge nella lettera di saluto. "Anche se non ci ribelliamo alla decisione del Vescovo, ci chiediamo cosa rimarrà a noi". Nonostante il trasferimento di Don Paolo, rimane forte il desiderio di capire quale eredità spirituale lascerà nella vita degli ospiti, dei lavoratori e dei volontari, che hanno riconosciuto il suo grande contributo alla comunità.
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La lettera si conclude con i migliori auguri, scherzando sul futuro a Milano: "Anche se non ci saranno queste bellissime montagne, ci saranno buoni risotti".
Il presidente ha poi ringraziato Don Paolo a nome di tutti, augurandosi che il suo successore possa essere altrettanto valido.
M.Bo.
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