Villa San Carlo: celebrato il centenario della chiesa con l’Arcivescovo Mario Delpini
Giorno di festa per la parrocchia di San Carlo e San Giorgio di Valgreghentino quella di sabato 21 settembre. In occasione dei 100 anni dalla consacrazione della chiesa infatti l’Arcivescovo Mario Delpini è stato accolto in paese e nel pomeriggio ha concelebrato la santa messa con don Paolo Ventura, il vicario don Arnaldo Zuccotti, padre Luigi Stecca, don Matteo Giglioli e don Giovanni Milani.
All’interno della chiesa per l’occasione è stata allestita una piccola mostra fotografica che celebra il centenario e ne ripercorre l’origine, partendo dalla costruzione – voluta da don Satiro Stucchi – tra gli anni 1915-1918.
Ad accogliere Mons. Delpini – che in mattinata è stato al Santuario di Imbersago – sono stati i bambini dell’Oratorio, gli animatori, che proprio durante l’eucarestia hanno ricevuto il mandato educativo per il prossimo anno, i sacerdoti e i sindaci Matteo Colombo di Valgreghentino e Marco Passoni di Olginate. L’Arcivescovo ha rivolto loro un saluto e, ricevuta una fiaccola dai piccoli, ha acceso il braciere posto davanti alla scalinata.
All’inizio della messa don Paolo l’ha ringraziato per aver accolto l’invito a presiedere la cerimonia. “Insieme vogliamo ringraziare il Signore per il dono di questo luogo di preghiera che celebra il centenario della sua costruzione, avvenuta il 28 settembre 1924 da parte del vescovo Cesare Orsenigo, allora Nunzio Apostolico in Olanda e nativo di questa comunità. Fare memoria di questo evento importante chiede di fare memoria delle tante ‘pietre vive’ che hanno costruito nel tempo la nostra comunità cristiana”.
Nella sua omelia, l’Arcivescovo ha proposto tre riflessioni collegate tra loro. Con la prima, attorno alla figura del “Signor Malumore”, giudice severo sempre a caccia di colpevoli, ha toccato il tema dell’unità della chiesa e ha invitando i fedeli a farsi “pietre vive” e avvicinarsi a Gesù. Con la seconda invece si è concentrato sul tema dello “sguardo”, analizzandone diversi tipi. Lo sguardo curioso, quello della gente che accorre in massa quando c'è un evento, vede e non ama niente e nessuno e quello che succede lo lascia indifferente. Lo sguardo malizioso, quello che guarda per condannare e criticare, vuol sapere le cose per dire che è tutto sbagliato. “La chiesa, la comunità cristiana deve imparare lo sguardo di Gesù e visitare le case per portarvi la gioia della salvezza. La Chiesa non esiste in primo luogo per dire: ‘venite qui, dovete venire tutti!’ ma piuttosto deve guardare con la benevolenza di Gesù e entrare nelle case per guarire la tristezza che rovina il mondo”.
Tirando le fila delle due riflessioni, l’Arcivescovo ha concluso invitando tutti a porre attenzione a come si costruisce. “Non si costruisce una casa lavorando a caso e senza competenza. Nessuno può improvvisarsi muratore o geometra – ha detto. – Si mettono all'opera gli educatori. Non costruiscono una casa, ma contribuiscono a costruire le persone, ad aiutare i più giovani a diventare adulti, il tempio di Dio che siete voi. Sarà meno serio il lavoro dell'educatore dell'oratorio di quello del muratore? Siamo sempre tutti apprendisti della costruzione delle persone, nessuno di noi ha mai imparato abbastanza. Ma Il Signore si fida di noi, ci dona il suo Spirito e ci accompagna. Concludendo l'anno del centenario possiamo raccogliere tre parole dalle letture proclamate: non il malumore, ma l'unione con Gesù per essere pietre vive; non lo sguardo malizioso o curioso, ma la commozione per lo sguardo di Gesù che ci conosce, e ci rivolge la parola necessaria per la gioia l'impresa di costruire le persone è una sfida importante, ma siamo gente della speranza.
Crediamo in Dio”.
Proprio al termine dell’omelia sono stati chiamati all’altare tutti i giovani animatori, le catechiste e le persone che hanno scelto di offrire il proprio tempo il prossimo anno ad aiutare i più piccoli all’oratorio e prendersi cura di loro. A seguito della loro promessa di impegno in questa missione, è stato dato loro il mandato educativo. “Tutto cambia se c’è una comunità che educa nell’amore” ha fatto notare Mons. Delpini. I giovani e le catechiste hanno recitato insieme la preghiera dell’educatore.
Terminata la cerimonia don Paolo, ringraziando ancora una volta l’Arcivescovo, ha tenuto a presentargli Giampiero Grasso, che si è occupato della nuova pubblicazione sul centenario della chiesa e la famiglia Calvetti, che da tempo costudisce le memorie di monsignor Orsenigo.
L’Arcivescovo ha avuto modo di conoscere anche la signora Mariangela Engaddi, sindaco del paese dal 1970 al 1980 e creatrice dell’archivio parrocchiale. Prima di lasciare la chiesa si è fermato per alcuni scatti con i chierichetti, la commissione del centenario, il consiglio pastorale, la corale che ha animato la messa e tutti i rappresentanti delle associazioni Alpini, Aido e Avis che hanno presenziato alla cerimonia con i loro labari.
All’interno della chiesa per l’occasione è stata allestita una piccola mostra fotografica che celebra il centenario e ne ripercorre l’origine, partendo dalla costruzione – voluta da don Satiro Stucchi – tra gli anni 1915-1918.
Ad accogliere Mons. Delpini – che in mattinata è stato al Santuario di Imbersago – sono stati i bambini dell’Oratorio, gli animatori, che proprio durante l’eucarestia hanno ricevuto il mandato educativo per il prossimo anno, i sacerdoti e i sindaci Matteo Colombo di Valgreghentino e Marco Passoni di Olginate. L’Arcivescovo ha rivolto loro un saluto e, ricevuta una fiaccola dai piccoli, ha acceso il braciere posto davanti alla scalinata.
All’inizio della messa don Paolo l’ha ringraziato per aver accolto l’invito a presiedere la cerimonia. “Insieme vogliamo ringraziare il Signore per il dono di questo luogo di preghiera che celebra il centenario della sua costruzione, avvenuta il 28 settembre 1924 da parte del vescovo Cesare Orsenigo, allora Nunzio Apostolico in Olanda e nativo di questa comunità. Fare memoria di questo evento importante chiede di fare memoria delle tante ‘pietre vive’ che hanno costruito nel tempo la nostra comunità cristiana”.
Nella sua omelia, l’Arcivescovo ha proposto tre riflessioni collegate tra loro. Con la prima, attorno alla figura del “Signor Malumore”, giudice severo sempre a caccia di colpevoli, ha toccato il tema dell’unità della chiesa e ha invitando i fedeli a farsi “pietre vive” e avvicinarsi a Gesù. Con la seconda invece si è concentrato sul tema dello “sguardo”, analizzandone diversi tipi. Lo sguardo curioso, quello della gente che accorre in massa quando c'è un evento, vede e non ama niente e nessuno e quello che succede lo lascia indifferente. Lo sguardo malizioso, quello che guarda per condannare e criticare, vuol sapere le cose per dire che è tutto sbagliato. “La chiesa, la comunità cristiana deve imparare lo sguardo di Gesù e visitare le case per portarvi la gioia della salvezza. La Chiesa non esiste in primo luogo per dire: ‘venite qui, dovete venire tutti!’ ma piuttosto deve guardare con la benevolenza di Gesù e entrare nelle case per guarire la tristezza che rovina il mondo”.
Crediamo in Dio”.
Proprio al termine dell’omelia sono stati chiamati all’altare tutti i giovani animatori, le catechiste e le persone che hanno scelto di offrire il proprio tempo il prossimo anno ad aiutare i più piccoli all’oratorio e prendersi cura di loro. A seguito della loro promessa di impegno in questa missione, è stato dato loro il mandato educativo. “Tutto cambia se c’è una comunità che educa nell’amore” ha fatto notare Mons. Delpini. I giovani e le catechiste hanno recitato insieme la preghiera dell’educatore.
Terminata la cerimonia don Paolo, ringraziando ancora una volta l’Arcivescovo, ha tenuto a presentargli Giampiero Grasso, che si è occupato della nuova pubblicazione sul centenario della chiesa e la famiglia Calvetti, che da tempo costudisce le memorie di monsignor Orsenigo.
L’Arcivescovo ha avuto modo di conoscere anche la signora Mariangela Engaddi, sindaco del paese dal 1970 al 1980 e creatrice dell’archivio parrocchiale. Prima di lasciare la chiesa si è fermato per alcuni scatti con i chierichetti, la commissione del centenario, il consiglio pastorale, la corale che ha animato la messa e tutti i rappresentanti delle associazioni Alpini, Aido e Avis che hanno presenziato alla cerimonia con i loro labari.
E.Ma.