Porte aperte all'ex Badoni: ha portato Lecco nel mondo

Porte aperte, questo fine settimana, in corso Matteotti, per visitare la nuova sede della Fondazione Comunitaria Lecchese, presieduta da Maria Grazia Nasazzi Colombo, all’interno dell’ex Officina Badoni, già mensa della storica fabbrica di costruzioni meccaniche. Si riaccendono così memorie legate proprio al glorioso passato dell’impresa.
1_riccardo_badoni.jpg (159 KB)Giuseppe Riccardo Badoni

Era il dicembre 1841 quando Giuseppe Badoni acquistava da Massimiliano Giovanni Rinaldo Di Stampa di Soncino, un’estesa area nell’allora territorio comunale di Castello sopra Lecco. Badoni comprava il vasto terreno per realizzare un moderno centro industriale. Era una zona che diventerà ancora più favorevole venti anni dopo, con il primo collegamento ferroviario della vicina stazione. Da allora Badoni è stato a Lecco, lungo corso Giacomo Matteotti, divenuto tale dopo la Librazione 1945. Ha avuto dal 1856 un complesso a Bellano, poi rilevato dal Cotonificio Cantoni.
2_badoni_assemblea.jpg (136 KB)Assemblea di lavoratori della Badoni nella sala mensa nel 1992

La sirena cessò di suonare dopo 150 anni nel 1993. La Badoni era ormai nota in tutto il mondo. Già nel 1864 il prefetto di Como, in una relazione, sottolineava il ruolo dell’impresa lecchese che, con la fabbricazione delle ottime lastre per la corazzatura delle navi, ha offerto alla nostra Marina Militare la possibilità di diminuire il tributo che pagava all’industria forestiera. E’ iniziata allora quella “tradizione” che ha voluto che tutti coloro che al momento della chiamata alla leva obbligatoria militare, fossero dipendenti della Badoni, venissero arruolati nella Marina Militare.
Ponti della Badoni si trovano ovunque. La tavata d’acciaio del viadotto Italia lungo la Salerno-Reggio Calabria, per esempio, è made in Lecco. La preparazione dei pezzi si svolse tra il maggio 1967 e l’aprile 1969. Fu necessario costruire 600 pannelli che dopo essere stati montati e provati in loco, vennero trasferiti sul cantiere dall’impresa di trasporti speciali Battazza.
3_cabinovia_badoni.jpg (166 KB)La cabinovia Badoni alla Quinquennale 1953 al Caleotto

Le cronache del tempo riferiscono che la Badoni di Lecco, con il viadotto Italia realizzava il lavoro più originale ed ardito degli ultimi anni nell’ambito dei ponti metallici di grande luce. Nella zona di assemblaggio era stato realizzato un villaggio residenziale con 170 posti letto; ospitò anche il gruppo dei tecnici e montatori della Badoni, che raggiunse una presenza di 50 unità.
Anche in città, ovviamente, non manca un ponte Badoni: è targato 1928, è il cavalcavia che supera la linea ferroviaria tra largo Montenero e corso Matteotti. 
Ma l’azienda operò anche sul Bosforo, nella ex Jugoslavia, lungo la linea ferrovia sul fiume Po, dopo le gigantesche distruzioni avvenute durante i mesi conclusivi della seconda guerra mondiale in alta Italia...
4_badoni_antonio.jpg (93 KB)Antonio Badoni, ufficiale di Marina, decorato al valor militare alla memoria

Nel 1960 i dipendenti della Badoni erano ancora 800; nel 1993, 250.
La stampa locale, nel febbraio di quell’anno scriveva, “La sirena della Badoni non suona più; scompare questo importante strillo di Lecco industriale; un suono familiare per tanti decenni a segnalare l’inizio e la sospensione del lavoro. Badoni ha portato il nome di Lecco nel mondo”.
A.B.
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