Cadere dal pino
Cara Leccoonline
Per chi ha assistito alla Commissione che ha trattato il tema del (possibile) taglio dei tre pini in Piazza Garibaldi già sa che la posizione della Giunta di attenzione per la possibile loro salvaguardia è una pantomima del far credere, del faremo di tutto per salvarli, con un po' di scena ai fini del consenso e poi, invece, tagliarli.
PUR SAPENDO che sono tre pini e non è questo il disequilibrio ambientale, il Dirigente ing.Crippa ha disvelato il gioco: se quelle radici sono morte si possono tagliare salvando i pini almeno temporaneamente ma se sono vive, e tutto lascia intendere lo possano essere, il taglio dei pini (per scelta del Comune) è conseguenziale
C'È QUINDI da chiedersi e dare risposte che durante la commissione nessuno ha dato: se le radici dei pini sono vive
- PERCHÉ questi non si possono salvare?
- Perché la soluzione non può essere pedoni e pini insieme?
- Perché non può addirittura esser occasione per meno auto e nessun mezzo para pesante lì intorno?
- Perché non si può vedere nel corso degli anni se la scelta di salvaguardia potrà portare a una sostenibile mitigazione del danno e del rischio?
- Perché millantare la priorità della sicurezza del pedone quando ovunque in città c'è un'evidente carenza della stessa ben più necessaria: dai marciapiedi precari, ai passaggi pedonali malamente pittati e bui, dalle strade dissestate a una viabilità pericolosa?
- PERCHÉ leggendo qualche comunicato stampa dovremmo credere all'attenzione all'ambiente quando è evidente il loro disinteresse? Diversamente non avremmo visto il lasciar fare in quel modo una strada per Campo de Boi distruggendo un bosco;
- non avremmo visto l'ok alla chetichella all'ampliamento delle cave Magnodeno;
- non avremmo visto la nuova viabilità che peggiora tempi, strade e consumi
A margine infine l'assessora Zuffi è vero o no che in un'assemblea pubblica ha dichiarato che non si mette a posto quella strada perché vanno salvati i pini?
Vedremo comunque tra poche settimane se saran salvati o con quale scusa li taglieranno.
Per chi ha assistito alla Commissione che ha trattato il tema del (possibile) taglio dei tre pini in Piazza Garibaldi già sa che la posizione della Giunta di attenzione per la possibile loro salvaguardia è una pantomima del far credere, del faremo di tutto per salvarli, con un po' di scena ai fini del consenso e poi, invece, tagliarli.
PUR SAPENDO che sono tre pini e non è questo il disequilibrio ambientale, il Dirigente ing.Crippa ha disvelato il gioco: se quelle radici sono morte si possono tagliare salvando i pini almeno temporaneamente ma se sono vive, e tutto lascia intendere lo possano essere, il taglio dei pini (per scelta del Comune) è conseguenziale
C'È QUINDI da chiedersi e dare risposte che durante la commissione nessuno ha dato: se le radici dei pini sono vive
- PERCHÉ questi non si possono salvare?
- Perché la soluzione non può essere pedoni e pini insieme?
- Perché non può addirittura esser occasione per meno auto e nessun mezzo para pesante lì intorno?
- Perché non si può vedere nel corso degli anni se la scelta di salvaguardia potrà portare a una sostenibile mitigazione del danno e del rischio?
- Perché millantare la priorità della sicurezza del pedone quando ovunque in città c'è un'evidente carenza della stessa ben più necessaria: dai marciapiedi precari, ai passaggi pedonali malamente pittati e bui, dalle strade dissestate a una viabilità pericolosa?
- PERCHÉ leggendo qualche comunicato stampa dovremmo credere all'attenzione all'ambiente quando è evidente il loro disinteresse? Diversamente non avremmo visto il lasciar fare in quel modo una strada per Campo de Boi distruggendo un bosco;
- non avremmo visto l'ok alla chetichella all'ampliamento delle cave Magnodeno;
- non avremmo visto la nuova viabilità che peggiora tempi, strade e consumi
A margine infine l'assessora Zuffi è vero o no che in un'assemblea pubblica ha dichiarato che non si mette a posto quella strada perché vanno salvati i pini?
Vedremo comunque tra poche settimane se saran salvati o con quale scusa li taglieranno.
Paolo Trezzi