RSA e RSD aderenti a Uneba: lunedì lo sciopero dei dipendenti per il contratto
È in programma per l’intera giornata di lunedì 16 settembre lo sciopero indetto da Fp-Cgil, Cisl Fp, Fisascat-Cisl, Uil Fpl e Uiltucs-Uil per il rinnovo del contratto del personale socio-sanitarie, socio-assistenziali ed educativo (infermieri, fisioterapisti, educatori, Ana e Oss) che lavorano nelle RSA e nelle RSD per disabili fisici e psichici aderenti ad Uneba, l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale. Una realtà che, in provincia di Lecco, tocca da vicino circa 40 realtà, con 3 mila ospiti e 3mila dipendenti.“È possibile che questo sciopero determini dei disservizi per gli ospiti delle nostre strutture, e di questo ci scusiamo con loro e con i loro famigliari. - esordisce Virginio Brivio, presidente provinciale di Uneba - Purtroppo le trattative per il rinnovo contrattuale vanno avanti da oltre un anno, ma le parti sociali sono ancora lontane da un accordo, che auspichiamo possa arrivare quanto prima. Alla base sta una differente valutazione economica tra gli aumenti salariali richiesti e la possibilità concreta per le nostre strutture di sostenerli, senza che ciò si traduca in un aumento delle rette e dei costi per le famiglie”.
“Siamo ben consapevoli che il patrimonio più importante delle nostre strutture è rappresentato dai nostri operatori la cui funzione è essenziale per il benessere dei nostri ospiti e la loro cura. Tutti noi sappiamo bene l’impegno, oltre che la professionalità, che i nostri dipendenti dimostrano ogni giorno e quanto, per esempio nel lungo periodo del Covid, il loro compito sia stato oltre modo fondamentale. - continua Brivio - Siamo quindi anche convinti che questo valore debba trovare accoglienza in un aumento salariale contrattuale. Ma è necessario che tale aumento possa essere compatibile con la capacità di spesa delle nostre strutture, che possono contare su un costo standard che ci viene riconosciuto da Regione Lombardia. Andare oltre questo equilibrio significherebbe dover scaricare sugli ospiti e sulle loro famiglie questo differenziale, in assenza di una modifica dei costi standard da parte della Regione: e ciò riteniamo non sia praticabile in un contesto economico e sociale come quello odierno”.
“Chiediamo quindi alle organizzazioni sindacali di categoria di proseguire con questo spirito nelle trattative in corso e a Regione Lombardia di intervenire per alzare gli standard economici che ci sono riconosciuti. – conclude il presidente Brivio - È interesse di tutti, anche nostro, che si possa addivenire quanto prima ad un accordo tra le parti che riconosca il valore aggiunto offerto dai nostri dipendenti ma al tempo stesso consenta un equilibrio dei conti senza gravare sui beneficiari delle prestazioni erogate”.
“Siamo ben consapevoli che il patrimonio più importante delle nostre strutture è rappresentato dai nostri operatori la cui funzione è essenziale per il benessere dei nostri ospiti e la loro cura. Tutti noi sappiamo bene l’impegno, oltre che la professionalità, che i nostri dipendenti dimostrano ogni giorno e quanto, per esempio nel lungo periodo del Covid, il loro compito sia stato oltre modo fondamentale. - continua Brivio - Siamo quindi anche convinti che questo valore debba trovare accoglienza in un aumento salariale contrattuale. Ma è necessario che tale aumento possa essere compatibile con la capacità di spesa delle nostre strutture, che possono contare su un costo standard che ci viene riconosciuto da Regione Lombardia. Andare oltre questo equilibrio significherebbe dover scaricare sugli ospiti e sulle loro famiglie questo differenziale, in assenza di una modifica dei costi standard da parte della Regione: e ciò riteniamo non sia praticabile in un contesto economico e sociale come quello odierno”.
“Chiediamo quindi alle organizzazioni sindacali di categoria di proseguire con questo spirito nelle trattative in corso e a Regione Lombardia di intervenire per alzare gli standard economici che ci sono riconosciuti. – conclude il presidente Brivio - È interesse di tutti, anche nostro, che si possa addivenire quanto prima ad un accordo tra le parti che riconosca il valore aggiunto offerto dai nostri dipendenti ma al tempo stesso consenta un equilibrio dei conti senza gravare sui beneficiari delle prestazioni erogate”.