Lecco: in arrivo un nuovo Peba per una città più inclusiva
È toccato al nuovo presidente della commissione quinta coordinare la riunione durante la quale è stato presentato, nelle sue linee generali, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) del Comune di Lecco. Stefano Villa di Ambientalmente, dopo essere subentrato in consiglio comunale al dimissionario Alessio Dossi, ne ha preso il posto anche alla guida della commissione che tra le altre cose si occupa di ambiente e mobilità. Non senza qualche polemiche: il leghista Stefano Parolari ha fatto notare che si tratta della terza volta che in questa consiliatura cambia il presidente della commissione V e che il vice, Gianni Caravia del centrodestra, ha di frequente sostituito con serietà e puntualità il titolare di turno. “Avrebbe diritto a ricoprire questa carica di fatto”, ha spiegato nel candidarlo. Una proposta non accolta dalla maggioranza che ha invece scelto di rimanere su Villa, riuscendo ad eleggerlo solo alla seconda votazione dove è richiesta la maggioranza semplice.
Calandosi in corsa nel suo ruolo di presidente, il consigliere di Ambientalmente ha ceduto la parola all’assessore Renata Zuffi per illustrare, appunto, i passi avanti fatti in questi anni sul Peba: “Le linee guida regionali del 2021 hanno cambiato la natura di questo piano trasformandolo da strumento tecnico per abbattere le barriere architettoniche, che è sempre rimasto carta morta, a occasione per promuovere un cambiamento culturale che metta al centro la persona e i suoi bisogni e di conseguenza renda davvero la città pubblica e accessibile”. Il punto di partenza di questo lavoro è stata la biblioteca, per via del progetto finanziato dal Pnrr “Biblioteca no limits” che, avendo tra i suoi obiettivi quello di abbattere le barriere architettoniche all'interno della struttura, prevede proprio che il Comune sia dotato del Peba.
Da qui sono dunque partiti i tecnici che hanno affiancato l’amministrazione in questo percorso: “Il lavoro che stiamo portando avanti consiste nello sviluppare un prospetto della città diviso in quartieri nel quale viene rilevato il livello di accessibilità per ogni zona anche in relazione ai diversi servizi esistenti, dal quale emergano da un lato le priorità su cui intervenire e dall’altro i costi di ogni possibile intervento” ha spiegato l’architetto Bottelli di DBmLab Architects. Un lavoro che si è intrecciato col progetto Lecco Vivinclusi che la prof.ssa del Politecnico Angela Colussi sta portando avanti da anni insieme a diverse realtà che sul territorio si occupano di inclusione: “Il nostro obiettivo era quello di dare una cornice di senso al tema dell’inclusione così da renderlo un elemento strategico e trasversale per l’amministrazione. Si tratta di un approccio che vuole guardare alla città pubblica nella sua dimensione spaziale, funzionale, relazionale e culturale, mettendo le persone al centro del percorso progettuale, in maniera trasversale e intersezionale, e non ‘per categorie’, e generativa, con l’obiettivo di attivare un cambiamento culturale”.
Il punto di partenza è stato un percorso pilota alla Piccola, che poi si è ampliato coinvolgendo il tragitto che dalla biblioteca porta al Politecnico, il viale Turarti e Pescarenico. “Abbiamo proceduto per mappature ed esplorazioni attraverso camminate senso-biografiche con studenti e soggetti di Artimedia e della Casa orizzonte e in collaborazione con alcune scuole. Da qui sono nate delle proposte progettuali e sono stati individuati temi e aspetti ricorrenti. L’esito sono delle ‘Linee guida per una città pubblica e inclusiva’ che verranno pubblicate a breve e che delineano come deve essere una Lecco accogliente, abilitante, attivatrice di cura, agente di cittadinanza consapevole e attiva”.
Un po’ di rammarico per il capogruppo di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che ha rilevato come in questo lavoro non sia stato valorizzato quanto fatto dal suo assessorato su questo tema durante l’amministrazione precedente e anche per il fatto che il dossier sia stato “spostato” dai Lavori pubblici alla mobilità, rischiando di rendere il Peba uno strumento poco operativo. Stesse criticità sollevate dal leghista Stefano Parolari, che ha portato degli esempi di come “nonostante i bellissimi piani poi le persone con disabilità siano messe in difficoltà dalla bulimia di tavolini dei bar o dall’eliminazione dei posteggi sul lungolago”, ma anche da Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) che si è chiesto come è possibile conciliare un piano così ambizioso e complesso con la vita di tutti i giorni, in cui anche nelle piccole cose l’accessibilità per chi ha delle difficoltà motorie, o anche solo un passeggino, è spesso ostacolata dalla non curanza di alcuni cittadini o da infrastrutture poco felici.
Calandosi in corsa nel suo ruolo di presidente, il consigliere di Ambientalmente ha ceduto la parola all’assessore Renata Zuffi per illustrare, appunto, i passi avanti fatti in questi anni sul Peba: “Le linee guida regionali del 2021 hanno cambiato la natura di questo piano trasformandolo da strumento tecnico per abbattere le barriere architettoniche, che è sempre rimasto carta morta, a occasione per promuovere un cambiamento culturale che metta al centro la persona e i suoi bisogni e di conseguenza renda davvero la città pubblica e accessibile”. Il punto di partenza di questo lavoro è stata la biblioteca, per via del progetto finanziato dal Pnrr “Biblioteca no limits” che, avendo tra i suoi obiettivi quello di abbattere le barriere architettoniche all'interno della struttura, prevede proprio che il Comune sia dotato del Peba.
Da qui sono dunque partiti i tecnici che hanno affiancato l’amministrazione in questo percorso: “Il lavoro che stiamo portando avanti consiste nello sviluppare un prospetto della città diviso in quartieri nel quale viene rilevato il livello di accessibilità per ogni zona anche in relazione ai diversi servizi esistenti, dal quale emergano da un lato le priorità su cui intervenire e dall’altro i costi di ogni possibile intervento” ha spiegato l’architetto Bottelli di DBmLab Architects. Un lavoro che si è intrecciato col progetto Lecco Vivinclusi che la prof.ssa del Politecnico Angela Colussi sta portando avanti da anni insieme a diverse realtà che sul territorio si occupano di inclusione: “Il nostro obiettivo era quello di dare una cornice di senso al tema dell’inclusione così da renderlo un elemento strategico e trasversale per l’amministrazione. Si tratta di un approccio che vuole guardare alla città pubblica nella sua dimensione spaziale, funzionale, relazionale e culturale, mettendo le persone al centro del percorso progettuale, in maniera trasversale e intersezionale, e non ‘per categorie’, e generativa, con l’obiettivo di attivare un cambiamento culturale”.
Il punto di partenza è stato un percorso pilota alla Piccola, che poi si è ampliato coinvolgendo il tragitto che dalla biblioteca porta al Politecnico, il viale Turarti e Pescarenico. “Abbiamo proceduto per mappature ed esplorazioni attraverso camminate senso-biografiche con studenti e soggetti di Artimedia e della Casa orizzonte e in collaborazione con alcune scuole. Da qui sono nate delle proposte progettuali e sono stati individuati temi e aspetti ricorrenti. L’esito sono delle ‘Linee guida per una città pubblica e inclusiva’ che verranno pubblicate a breve e che delineano come deve essere una Lecco accogliente, abilitante, attivatrice di cura, agente di cittadinanza consapevole e attiva”.
Un po’ di rammarico per il capogruppo di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che ha rilevato come in questo lavoro non sia stato valorizzato quanto fatto dal suo assessorato su questo tema durante l’amministrazione precedente e anche per il fatto che il dossier sia stato “spostato” dai Lavori pubblici alla mobilità, rischiando di rendere il Peba uno strumento poco operativo. Stesse criticità sollevate dal leghista Stefano Parolari, che ha portato degli esempi di come “nonostante i bellissimi piani poi le persone con disabilità siano messe in difficoltà dalla bulimia di tavolini dei bar o dall’eliminazione dei posteggi sul lungolago”, ma anche da Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) che si è chiesto come è possibile conciliare un piano così ambizioso e complesso con la vita di tutti i giorni, in cui anche nelle piccole cose l’accessibilità per chi ha delle difficoltà motorie, o anche solo un passeggino, è spesso ostacolata dalla non curanza di alcuni cittadini o da infrastrutture poco felici.
M.V.