Lecco: 'un grande uomo' alla testa del Tribunale, si è insediato il Presidente Marco Tremolada
Dopo un anno di vacanza, con il ruolo sulle spalle della dottoressa Bianca Maria Bianchi quale facente funzione, torna a riempirsi la casella del Presidente del Tribunale di Lecco.
Nominato lo scorso 5 giugno dal plenum del CSM, il dottor Marco Tremolada ha assunto ufficialmente quest'oggi l'incarico, giurando dinnanzi ad una nutrita schiera di autorità, a cominciare dal prefetto Sergio Pomponio, dal sindaco Mauro Gattinoni e dal nuovo prevosto don Bortolo Uberti, oltre ai vertici delle forze dell'ordine.
Ai banchi dell'Aula solitamente utilizzata per la celebrazione dei processi collegiali, anche una delegazione della “popolazione” del Palazzo di Giustizia stesso, con il consiglio dell'Ordine degli Avvocati nella sua interezza “capitanato” dal Presidente Elia Campanielli, la Procura al completo con in prima fila il “Capo” Ezio Domenico Basso, giudici della sezione civile come della sezione penale e il personale amministrativo.
A presiedere la cerimonia la dottoressa Bianchi (che per sua stessa ammissione con questa investitura si alleggerisce di un peso), affiancata dai colleghi Paolo Salvatore e Gianluca Piantadosi.
“Saluto ovviamente i presenti e saluto con affetto Marco Tremolada. E' per me un onore essere qui” ha esordito Giuseppe Ondei, Presidente della Corte d'Appello di Milano, parlando del nuovo vertice del Tribunale di Lecco come di “un grandissimo magistrato, uno studioso del diritto e sopratutto, ve lo posso assicurare, un grande uomo”, ovvero di “una persona di buon senso che ha sempre diretto benissimo le sezioni dove ha lavorato e ha gestito anche processi difficili con grande maestria e saggezza. Marco – ha proseguito rivolgendosi direttamente a Tremolada, in arrivo all'ombra del Resegone proprio da Milano, dove ha maturato trent'anni d'esperienza - questo è un ambiente che conosco, un ambiente veramente attivo, dove ti troverai bene perché so che ci sono ottimi rapporti sia con il personale amministrativo sia con gli avvocati e la polizia giudiziaria. Il problema di Lecco, non sono tanto i risultati. Qui la Giustizia ha ottenuto risultati veramente importanti, tra i migliori del Distretto. Il problema è la carenza di personale. I risultati sono dovuti al fatto che troverai magistrati veramente in gamba, riusciti a reggere un Tribunale con questa carenza di personale. Recentemente – ha annunciato - ho disposto che l'unico magistrato flessibile che abbiamo venga in ottobre qui a Lecco per dare una mano. Ma non perché c'è da recuperare, ma affinché si possano mantenere i livelli di Giustizia che qui a Lecco siamo riusciti a ottenere. E allora colgo anche l'occasione per ringraziare anche la presidente Bianca Maria Bianchi perché quest'anno ha retto bene, anzi direi ottimamente, il Tribunale. I provvedimenti che ha redatto sono stati provvedimenti precisi e puntuali”.
Nell'augurare buon lavoro al Presidente Tremolada, il dottor Ondei ha aggiunto anche una – apprezzata – promessa per Lecco e il suo territorio: l'impegno affinché si possa veder presto inaugurato il “vecchio” Palazzo di Giustizia, sul lago.
Si è detto “onorato di questo incarico” il protagonista della cerimonia, ricordando i primi passi mossi in un Tribunale della Sicilia – quello di Enna – delle dimensioni di quello di Lecco, confessando di auspicare di finire, dopo trent'anni in una realtà come Milano, la sua carriera qui, “perché ritengo che possa garantire qualcosa in più il piccolo Tribunale rispetto al grande Tribunale. Certo magari non ci sono certi processi e certi interessi (è stato il presidente del collegio che ha demolito i castelli accusatori dei processi Ruby ter e Eni-Nigeria ndr), ma c'è una maggior coesione, collaborazione e - diciamo - una "umanità" nel gestire la Giustizia diversa e molto importante” ha detto.
Classe 1962, arriva a Lecco da presidente della settima sezione penale del Tribunale di Milano, garantendo una gestione “in continuità” con il lavoro svolto, prima del pensionamento, dal suo predecessore Ersilio Secchi, presente anch'egli quest'oggi alla cerimonia di insediamento.
“Ho riflettuto se mettere o no la toga” ha riferito Tremolada, proponendo così alla selezionata platea un altro pensiero: “ho deciso di metterla, non solo per la solennità del momento, ma anche per sottolineare concetto molto importante. La Giustizia non è solo un evadere delle domande ma è rispondere alla domanda di Giustizia. Questo comporta una complessità e una attenzione dei protagonisti della Giustizia, dei processi e delle procedure. Ritengo lo si possa fare molto bene con la toga, perché la toga ha funzione di spersonalizzazione, perché la Giustizia deve essere in funzione di principi più alti di quelle che sono le nostre idee personali”.
Concetti quelli espressi dal neo Presidente ripresi anche nel suo intervento dal dottor Ezio Domenico Basso. “Da parte della Procura della Repubblica che è qua rappresentata al completo ma a ranghi ridotti - dietro vedo i tre colleghi superstiti - ci sarà, come c'è sempre stata in questi anni, una totale e assoluta collaborazione e condivisione di tutti quelli che sono le vostre scelte e iniziative. Tu – ha proseguito rivolgendosi direttamente a Tremolada - hai parlato di una tua prima esperienza in un piccolo Ufficio in un Tribunale della Sicilia, io ne ho girati parecchi nei miei 30 anni sia al nord che nelle isole e devo dire che i termini che hai utilizzato sono pienatamente calzanti, perché un piccolo tribunale ha grandi problemi, per il personale e il turn over, ma ha quell'aspetto che secondo me è il valore aggiunto per fare Giustizia: questo ambito famigliare, in cui tutti ci conosciamo, tutti sappiamo quelle che sono le esigenze degli altri, che secondo me, è quello che serve per poter fornire, come giustamente dicevi tu, non delle risposte a delle pratiche ma dare la risposta a una richiesta di Giustizia che arriva dalla società civile. Per cui in bocca al lupo, ben arrivato, sono contentissimo e anche molto curioso di iniziare a lavorare con te. Buon lavoro, veramente di cuore, da parte di tutti noi”.
Nominato lo scorso 5 giugno dal plenum del CSM, il dottor Marco Tremolada ha assunto ufficialmente quest'oggi l'incarico, giurando dinnanzi ad una nutrita schiera di autorità, a cominciare dal prefetto Sergio Pomponio, dal sindaco Mauro Gattinoni e dal nuovo prevosto don Bortolo Uberti, oltre ai vertici delle forze dell'ordine.
Ai banchi dell'Aula solitamente utilizzata per la celebrazione dei processi collegiali, anche una delegazione della “popolazione” del Palazzo di Giustizia stesso, con il consiglio dell'Ordine degli Avvocati nella sua interezza “capitanato” dal Presidente Elia Campanielli, la Procura al completo con in prima fila il “Capo” Ezio Domenico Basso, giudici della sezione civile come della sezione penale e il personale amministrativo.
A presiedere la cerimonia la dottoressa Bianchi (che per sua stessa ammissione con questa investitura si alleggerisce di un peso), affiancata dai colleghi Paolo Salvatore e Gianluca Piantadosi.
“Saluto ovviamente i presenti e saluto con affetto Marco Tremolada. E' per me un onore essere qui” ha esordito Giuseppe Ondei, Presidente della Corte d'Appello di Milano, parlando del nuovo vertice del Tribunale di Lecco come di “un grandissimo magistrato, uno studioso del diritto e sopratutto, ve lo posso assicurare, un grande uomo”, ovvero di “una persona di buon senso che ha sempre diretto benissimo le sezioni dove ha lavorato e ha gestito anche processi difficili con grande maestria e saggezza. Marco – ha proseguito rivolgendosi direttamente a Tremolada, in arrivo all'ombra del Resegone proprio da Milano, dove ha maturato trent'anni d'esperienza - questo è un ambiente che conosco, un ambiente veramente attivo, dove ti troverai bene perché so che ci sono ottimi rapporti sia con il personale amministrativo sia con gli avvocati e la polizia giudiziaria. Il problema di Lecco, non sono tanto i risultati. Qui la Giustizia ha ottenuto risultati veramente importanti, tra i migliori del Distretto. Il problema è la carenza di personale. I risultati sono dovuti al fatto che troverai magistrati veramente in gamba, riusciti a reggere un Tribunale con questa carenza di personale. Recentemente – ha annunciato - ho disposto che l'unico magistrato flessibile che abbiamo venga in ottobre qui a Lecco per dare una mano. Ma non perché c'è da recuperare, ma affinché si possano mantenere i livelli di Giustizia che qui a Lecco siamo riusciti a ottenere. E allora colgo anche l'occasione per ringraziare anche la presidente Bianca Maria Bianchi perché quest'anno ha retto bene, anzi direi ottimamente, il Tribunale. I provvedimenti che ha redatto sono stati provvedimenti precisi e puntuali”.
Nell'augurare buon lavoro al Presidente Tremolada, il dottor Ondei ha aggiunto anche una – apprezzata – promessa per Lecco e il suo territorio: l'impegno affinché si possa veder presto inaugurato il “vecchio” Palazzo di Giustizia, sul lago.
Si è detto “onorato di questo incarico” il protagonista della cerimonia, ricordando i primi passi mossi in un Tribunale della Sicilia – quello di Enna – delle dimensioni di quello di Lecco, confessando di auspicare di finire, dopo trent'anni in una realtà come Milano, la sua carriera qui, “perché ritengo che possa garantire qualcosa in più il piccolo Tribunale rispetto al grande Tribunale. Certo magari non ci sono certi processi e certi interessi (è stato il presidente del collegio che ha demolito i castelli accusatori dei processi Ruby ter e Eni-Nigeria ndr), ma c'è una maggior coesione, collaborazione e - diciamo - una "umanità" nel gestire la Giustizia diversa e molto importante” ha detto.
Classe 1962, arriva a Lecco da presidente della settima sezione penale del Tribunale di Milano, garantendo una gestione “in continuità” con il lavoro svolto, prima del pensionamento, dal suo predecessore Ersilio Secchi, presente anch'egli quest'oggi alla cerimonia di insediamento.
“Ho riflettuto se mettere o no la toga” ha riferito Tremolada, proponendo così alla selezionata platea un altro pensiero: “ho deciso di metterla, non solo per la solennità del momento, ma anche per sottolineare concetto molto importante. La Giustizia non è solo un evadere delle domande ma è rispondere alla domanda di Giustizia. Questo comporta una complessità e una attenzione dei protagonisti della Giustizia, dei processi e delle procedure. Ritengo lo si possa fare molto bene con la toga, perché la toga ha funzione di spersonalizzazione, perché la Giustizia deve essere in funzione di principi più alti di quelle che sono le nostre idee personali”.
Concetti quelli espressi dal neo Presidente ripresi anche nel suo intervento dal dottor Ezio Domenico Basso. “Da parte della Procura della Repubblica che è qua rappresentata al completo ma a ranghi ridotti - dietro vedo i tre colleghi superstiti - ci sarà, come c'è sempre stata in questi anni, una totale e assoluta collaborazione e condivisione di tutti quelli che sono le vostre scelte e iniziative. Tu – ha proseguito rivolgendosi direttamente a Tremolada - hai parlato di una tua prima esperienza in un piccolo Ufficio in un Tribunale della Sicilia, io ne ho girati parecchi nei miei 30 anni sia al nord che nelle isole e devo dire che i termini che hai utilizzato sono pienatamente calzanti, perché un piccolo tribunale ha grandi problemi, per il personale e il turn over, ma ha quell'aspetto che secondo me è il valore aggiunto per fare Giustizia: questo ambito famigliare, in cui tutti ci conosciamo, tutti sappiamo quelle che sono le esigenze degli altri, che secondo me, è quello che serve per poter fornire, come giustamente dicevi tu, non delle risposte a delle pratiche ma dare la risposta a una richiesta di Giustizia che arriva dalla società civile. Per cui in bocca al lupo, ben arrivato, sono contentissimo e anche molto curioso di iniziare a lavorare con te. Buon lavoro, veramente di cuore, da parte di tutti noi”.
A.M.