Lecco: a rischio i pini marittimi di piazza Garibaldi
È arrivato sul tavolo della commissione prima del Comune di Lecco il dossier “pini marittimi di piazza Garibaldi” che tante volte è tornato nei question time dei consigli comunali a Palazzo Bovara. In realtà si tratta di pini domestici e il tema che si pone è molto evidente: le radici hanno sollevato il manto stradale provocando cadute frequenti e una situazione di non totale sicurezza per chi passa a piedi di lì.
A delineare i contorni del problema è stato Giulio Fezzi, l’agronomo del Comune: “Il pino domestico quando si trova a crescere in città ha due criticità ricorrenti, una è il dissesto dei marciapiedi e del manto stradale e l’altra il rischio di rottura dei rami”.
In piazza Garibaldi si è evidentemente manifestata la prima casistica: “Quando questa specie di alberi è piantata lontano dalle strade non causa mai situazioni di gibbosità del terreno che invece si verificano quando le piante vengono posizionati in luoghi di transito o parcheggio. Questo succede perché i pini mediterranei si sono evoluti con l’intento di andare a colonizzare aree con un substrato sabbioso o ghiaioso e quindi sviluppano questi noduli radicali per occupare gli spazi fra le porzioni più consistenti di terreno e per andare a saturare quegli spazi occupati terreno molto fine. E questi noduli vengono tanto più prodotti quanto più ci sono sollecitazioni direzionali sulle radici, come quelle causate dal transito o dalla sosta dei veicoli, infatti il problema più evidente è sul lato della strada”.
Le alternative offerte dall’esperto a questo punto sono due: eliminare i pini oppure eseguire un’ispezione per verificare lo stato dell’apparato radicale e poi decidere se eliminare comunque gli alberi o procedere con interventi di contenimento delle radici e di rifacimento delle pavimentazioni.
“L’idea è quella di procedere con una verifica delle radici fascicolate - ha confermato il dirigente Alessandro Crippa - Se queste sono morte possiamo tagliarle e poi monitorare l’evolvere della situazione, se sono vitali opteremmo per la rimozione della pianta per poi procedere, una volta posati i tubi del teleriscaldamento che passeranno da lì, con la risistemazione delle pavimentazione e la piantumazione di alberature diverse”.
Una terza ipotesi è stata offerta dal consigliere Corrado Valsecchi di Appello per Lecco: “A prescindere dalla vitalità o meno dell’apparato radicale si potrebbe alzare l’intercapedine e mettere un dosso per rallentare le auto, intanto almeno che si progetta il riordino della piazza. Si tratta tutto sommato di 30 metri di strada e di pini domestici, non è un’operazione titanica ma ordinaria manutenzione”.
Anche la dem Anna Sanseverino ha concordato che “con un po’ di attenzione e buona volontà si può perseguire una soluzione diversa dell’abbattimento”.
Non così convinto il capogruppo di Fattore Lecco Saulo Sangalli: “La priorità è la sicurezza dei cittadini e dei pedoni. Sarebbe possibile eventualmente pensare a una viabilità diversa per quella zona? Io non sono per tagliare le piante ma se fosse la soluzione migliore non diventiamo matti”.
L’assessore Maria Sacchi ha confermato che la priorità verrà data alla “sicurezza di chi cammina”, precisando però che la volontà dell’amministrazione è quella di mantenere le assenze arboree, se possibile. “Partiamo dalle analisi e poi decideremo come procedere sapendo poi che l’orizzonte è quello della riqualificazione complessiva della piazza”.
A delineare i contorni del problema è stato Giulio Fezzi, l’agronomo del Comune: “Il pino domestico quando si trova a crescere in città ha due criticità ricorrenti, una è il dissesto dei marciapiedi e del manto stradale e l’altra il rischio di rottura dei rami”.
In piazza Garibaldi si è evidentemente manifestata la prima casistica: “Quando questa specie di alberi è piantata lontano dalle strade non causa mai situazioni di gibbosità del terreno che invece si verificano quando le piante vengono posizionati in luoghi di transito o parcheggio. Questo succede perché i pini mediterranei si sono evoluti con l’intento di andare a colonizzare aree con un substrato sabbioso o ghiaioso e quindi sviluppano questi noduli radicali per occupare gli spazi fra le porzioni più consistenti di terreno e per andare a saturare quegli spazi occupati terreno molto fine. E questi noduli vengono tanto più prodotti quanto più ci sono sollecitazioni direzionali sulle radici, come quelle causate dal transito o dalla sosta dei veicoli, infatti il problema più evidente è sul lato della strada”.
Le alternative offerte dall’esperto a questo punto sono due: eliminare i pini oppure eseguire un’ispezione per verificare lo stato dell’apparato radicale e poi decidere se eliminare comunque gli alberi o procedere con interventi di contenimento delle radici e di rifacimento delle pavimentazioni.
“L’idea è quella di procedere con una verifica delle radici fascicolate - ha confermato il dirigente Alessandro Crippa - Se queste sono morte possiamo tagliarle e poi monitorare l’evolvere della situazione, se sono vitali opteremmo per la rimozione della pianta per poi procedere, una volta posati i tubi del teleriscaldamento che passeranno da lì, con la risistemazione delle pavimentazione e la piantumazione di alberature diverse”.
Una terza ipotesi è stata offerta dal consigliere Corrado Valsecchi di Appello per Lecco: “A prescindere dalla vitalità o meno dell’apparato radicale si potrebbe alzare l’intercapedine e mettere un dosso per rallentare le auto, intanto almeno che si progetta il riordino della piazza. Si tratta tutto sommato di 30 metri di strada e di pini domestici, non è un’operazione titanica ma ordinaria manutenzione”.
Anche la dem Anna Sanseverino ha concordato che “con un po’ di attenzione e buona volontà si può perseguire una soluzione diversa dell’abbattimento”.
Non così convinto il capogruppo di Fattore Lecco Saulo Sangalli: “La priorità è la sicurezza dei cittadini e dei pedoni. Sarebbe possibile eventualmente pensare a una viabilità diversa per quella zona? Io non sono per tagliare le piante ma se fosse la soluzione migliore non diventiamo matti”.
L’assessore Maria Sacchi ha confermato che la priorità verrà data alla “sicurezza di chi cammina”, precisando però che la volontà dell’amministrazione è quella di mantenere le assenze arboree, se possibile. “Partiamo dalle analisi e poi decideremo come procedere sapendo poi che l’orizzonte è quello della riqualificazione complessiva della piazza”.
M.V.