Varenna: successo per la prima edizione della Scuola di Didattica della Fisica
Villa Monastero, nel fine settimana da venerdì 6 settembre a domenica 8 settembre, ha ospitato la prima edizione della Scuola di Didattica della Fisica “Federico Cesi”, grazie alla collaborazione tra l’Ufficio scolastico territoriale di Lecco e la Provincia di Lecco.
La tre giorni ha rappresentato una importante occasione di aggiornamento e crescita culturale per insegnanti di ogni ordine e grado, focalizzandosi in particolare sull'insegnamento della fisica contemporanea.
La "Scuola di Didattica della Fisica Federico Cesi" ha visto la partecipazione di personalità di spicco nel campo dell'istruzione e ha trovato la soddisfazione dei docenti partecipanti.
Merito del gruppo di lavoro, coordinato da Adamo Castelnuovo, dirigente dell'Ufficio Scolastico e composto da Gianluca Mandanici (Presidente), Sabrina Scola (Vicepresidente), Saul Casalone (Direttore Scientifico), Barbara Balossi, Raffaele Cesana e Pietro Corti, il cui impegno, combinato con la disponibilità di tutte le strutture e le Istituzioni che hanno cooperato, ha reso possibile questa opportunità formativa.
La mattinata di domenica è stata particolarmente coinvolgente poiché composta da due momenti interattivi: una lezione con un ricercatore dell’università Bicocca, quale Alberto Sesana, e una tavola rotonda di confronto sui possibili prossimi passi nelle scuole.
Immaginatevi una sala dallo stile classico, il cui nome è stato dedicato al famoso fisico Federico Cesi, dove una trentina di docenti, donne in maggior numero, sono seduti attorno a un tavolo pregiato ascoltando una lezione sull’Ascoltare l’universo con le onde gravitazionali. Stavolta è toccato a loro, ai “prof”, sentirsi porre, dinnanzi a un esercizio pensato per i ragazzi di quinta, la domanda, a fine lezione, dopo un tempo ritenuto sufficiente al ricercatore: “Ma lo avete risolto? Diamo un’ora solo agli studenti”.
Dopo la pausa caffè della giornata conclusiva si è tenuta la tavola rotonda Scuola, ricerca, impresa: un dialogo. Gli interventi hanno visto la partecipazione di Antonella del Rosso, Comunication Officer del CERN, Maria Cristina Trevissoi del Liceo Scientifico “A.Rioti” di Ferrara, Luca Ghislanzoni e Davide Perego di Gilardoni – Raggi X e Ultrasuoni e Luigi Milazzo di Technoprobe S.p.A . Quest’ultimo appuntamento si è tenuto nella sala conferenze, intitolata al fisico Enrico Fermi.
“Vogliamo farvi tornare studenti, ma non vi insegneremo nulla, perché siete voi gli insegnati. Vogliamo farvi tornare studenti nel senso della voglia, della passione, della forza del crederci che avevate appena usciti dall’università” ha esordito Antonella Del Rosso, in rappresentanza dell’Italian Teacher Programmes, stimolando l’entusiasmo di chi ama quello che insegna, nonostante le difficoltà. Difficoltà e disagi che di certo il mondo della scuola non è esente, anzi. Dal periodo delle nomine di settembre, a colleghi svogliati, fino a genitori capricciosi. A volte persino presidi non collaborativi. Tutto può accadere: questi sono “problemi concreti”. Ma la negatività composta da un insieme di cose, non frena chi vuole affrontare l’onda settembrina della scuola. Evidentemente, nonostante le difficoltà, quest’onda enorme che arriva con l’autunno e forse verso maggio si affievolisce un poco, fa dei docenti dei buoni insegnanti soddisfatti di quello che fanno, consapevoli di aver trasmesso qualcosa e un po’ malinconici quando l’anno è finito. E per sostenerli Antonella del Rosso ha ricordato loro: “Voi dovete crederci!”, introducendo i corsi ITP, Italian Teacher Programmes, che offre infatti corsi di formazione per docenti italiani al CERN nei tre livelli: DISCOVERY, ACADEMY ed EXPERIENCE. “Insegnate solo cose che sono già state scoperte?” ha chiesto con tono provocatorio. Perché se infatti i docenti sono sostenuti, possono andare oltre. Per spiegare l’impatto dei corsi ITP ha raccontato delle diverse occasioni formative in cui si trasmettono mezzi e suggerimenti per tornare nelle classi di scuola più pronti e carichi. Inoltre, per fare domanda di partecipazione a queste opportunità formative non servono numerosi titoli di studio, bensì voglia e predisposizione all’iniziativa, ha sottolineato Del Rosso.
Maria Cristina Trevissoi ha portato la sua esperienza, spiegando come è arrivata a introdurre nel suo Liceo un nuovo approccio nel suo insegnamento: corsi di fisica in orario extrascolastico, dove il cuore è lasciare agli studenti campo libero. Liberi in tutto. In cui loro decidono cosa studiare, che materiale serve e dove sono guidati da uno studente universitario. Quindi il docente osserva, resta esterno. Semmai, il prof. si assicura che abbiamo ciò di cui hanno bisogno e al più può verificare che tutti si sentano inclusi. “L’obiettivo è eliminare il giudizio perché sparisca la paura di sbagliare”, ha detto, spiegando le idee del Hand On Physic: “Built it, learn it share it”. Dal condividere i risultati delle ricerche con adulti e colleghi studenti, si crea una comunità scientifica. Molto positivi i risultati, “soddisfazione e felicità tra gli studenti - cosa rara in ambiente Stem - e riduzione del gender gap”.
Per far sì che il maggior numeri di studentesse e studenti possano vivere il mondo della scuola e l’avventura di imparare, c’è bisogno anche di laboratori e di tecnologia, oltre che alla passione dei docenti. Pertanto, dove la scuola non basta, vi possono essere collaborazioni con le imprese locali, dotate di materiali e strumenti specifici. Ecco perchè, per toccare con mano la fisica, al tavolo sono intervenuti anche dei rappresentanti di due aziende.
“Gilardoni è nata nel 1947 da una iniziativa del Dott. Ing. Arturo Gilardoni fondata sulla qualità e dedicata all’innovazione” racconta l’ingegnere Gilardoni – nipote del fondatore. A maggior ragione, se si considera che l’azienda Gilardoni è mossa della ricerca e dalla diffusione delle scoperte scientifiche, sulla base dei valori “del nonno”, la proposta di collaborazione non può non arrivare. La proposta che è stata avanzata è quella di mettere a disposizione i propri laboratori in quattro Business Unit: nella divisione OEM (Original Equipment Manifacturer); nella divisione sicurezza e antiterrorismo (inerente agli strumenti per guardare dentro le valigie); nella divisione medicale (come i radiatori del sangue); nella divisione controlli non distruttivi (raggi X e ultrasuoni) e in tutto il mondo del riciclo. Proprio per ispirare collaborazione la Fondazione Giardoni ha come simbolo un ponte tra le scuole e le imprese.
Anche Techoprobe è intervenuta durante il tavolo di confronto. Fondata nel 1996, è un'azienda leader nel settore dei semiconduttori e della microelettronica, che si è trasformata in una multinazionale mantenendo il proprio centro di ricerca e sviluppo in Italia. Specializzata nella produzione di componenti per PC, telefoni, tecnologie 5G e altre applicazioni, l'azienda è coinvolta in progetti che richiedono strumenti di precisione a livello nanometrico. Luigi Milazzo, riportando la visione del General Manager Roberto Crippa, ha evidenziato l'opportunità che le strutture di Techoprobe offrono agli studenti. Nel corso della sua presentazione, l'azienda ha offerto workshop su diversi temi chiave, tra i quali la forza di compressione, lo studio della corrente continua e i suoi massimali, l’accoppiamento fibra ottica emitter/receiver, la resistenza al calore e la dilatazione termica.
Inoltre, è stato aperto il dibattito sull'uso dell'intelligenza artificiale per ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi. Si tratta dunque di un dialogo che apre nuovi spazi e opportunità per docenti appassionati e intraprendenti, e per studenti desiderosi di apprendere tramite approcci innovativi.
Durante la giornata di sabato, dedicata agli approfondimenti storici ed epistemologici, invece, è intervenuto Enrico Giannetto, fisico, filosofo e storico della scienza, nonché docente presso l'Università degli Studi di Bergamo. Giannetto si è rivelato uno scienziato con un evidente sguardo umano sulla scienza ed un intuibile sguardo umanista sull’umanità. Alla domanda fuori tema: "A proposito di Sguardi sul pensiero contemporaneo. C’è qualcosa che non tramonta mai?", ha risposto: "Sicuramente la tecnica. La tecnica non ha mai smesso di evolversi". Ha poi spiegato come la tecnica abbia superato i limiti della biologia, permettendo all'umanità di affrontare condizioni estreme, come il caldo e il freddo, dimostrando così le sue enormi potenzialità. Tuttavia, ha messo in guardia dai rischi legati alla "mancanza di senso del limite", facendo riferimento all'evoluzione dell'intelligenza artificiale e alle forme sempre più avanzate della tecnica. La sua analisi non manca però di considerare il piano etico, che tenga conto di problematiche più ampie come l'antropocentrismo e la catastrofe ecologica verso cui l'umanità sembra si sta avviando.
Le giornate della Scuola di Didattica della Fisica “Federico Cesi” si sono concluse con un pranzo informale, un’altra delle tantissime occasioni di dialogo per creare rete e dar vita a nuovi progetti formativi che la prima edizione ha offerto.
La tre giorni ha rappresentato una importante occasione di aggiornamento e crescita culturale per insegnanti di ogni ordine e grado, focalizzandosi in particolare sull'insegnamento della fisica contemporanea.
La "Scuola di Didattica della Fisica Federico Cesi" ha visto la partecipazione di personalità di spicco nel campo dell'istruzione e ha trovato la soddisfazione dei docenti partecipanti.
Merito del gruppo di lavoro, coordinato da Adamo Castelnuovo, dirigente dell'Ufficio Scolastico e composto da Gianluca Mandanici (Presidente), Sabrina Scola (Vicepresidente), Saul Casalone (Direttore Scientifico), Barbara Balossi, Raffaele Cesana e Pietro Corti, il cui impegno, combinato con la disponibilità di tutte le strutture e le Istituzioni che hanno cooperato, ha reso possibile questa opportunità formativa.
La mattinata di domenica è stata particolarmente coinvolgente poiché composta da due momenti interattivi: una lezione con un ricercatore dell’università Bicocca, quale Alberto Sesana, e una tavola rotonda di confronto sui possibili prossimi passi nelle scuole.
Immaginatevi una sala dallo stile classico, il cui nome è stato dedicato al famoso fisico Federico Cesi, dove una trentina di docenti, donne in maggior numero, sono seduti attorno a un tavolo pregiato ascoltando una lezione sull’Ascoltare l’universo con le onde gravitazionali. Stavolta è toccato a loro, ai “prof”, sentirsi porre, dinnanzi a un esercizio pensato per i ragazzi di quinta, la domanda, a fine lezione, dopo un tempo ritenuto sufficiente al ricercatore: “Ma lo avete risolto? Diamo un’ora solo agli studenti”.
Dopo la pausa caffè della giornata conclusiva si è tenuta la tavola rotonda Scuola, ricerca, impresa: un dialogo. Gli interventi hanno visto la partecipazione di Antonella del Rosso, Comunication Officer del CERN, Maria Cristina Trevissoi del Liceo Scientifico “A.Rioti” di Ferrara, Luca Ghislanzoni e Davide Perego di Gilardoni – Raggi X e Ultrasuoni e Luigi Milazzo di Technoprobe S.p.A . Quest’ultimo appuntamento si è tenuto nella sala conferenze, intitolata al fisico Enrico Fermi.
“Vogliamo farvi tornare studenti, ma non vi insegneremo nulla, perché siete voi gli insegnati. Vogliamo farvi tornare studenti nel senso della voglia, della passione, della forza del crederci che avevate appena usciti dall’università” ha esordito Antonella Del Rosso, in rappresentanza dell’Italian Teacher Programmes, stimolando l’entusiasmo di chi ama quello che insegna, nonostante le difficoltà. Difficoltà e disagi che di certo il mondo della scuola non è esente, anzi. Dal periodo delle nomine di settembre, a colleghi svogliati, fino a genitori capricciosi. A volte persino presidi non collaborativi. Tutto può accadere: questi sono “problemi concreti”. Ma la negatività composta da un insieme di cose, non frena chi vuole affrontare l’onda settembrina della scuola. Evidentemente, nonostante le difficoltà, quest’onda enorme che arriva con l’autunno e forse verso maggio si affievolisce un poco, fa dei docenti dei buoni insegnanti soddisfatti di quello che fanno, consapevoli di aver trasmesso qualcosa e un po’ malinconici quando l’anno è finito. E per sostenerli Antonella del Rosso ha ricordato loro: “Voi dovete crederci!”, introducendo i corsi ITP, Italian Teacher Programmes, che offre infatti corsi di formazione per docenti italiani al CERN nei tre livelli: DISCOVERY, ACADEMY ed EXPERIENCE. “Insegnate solo cose che sono già state scoperte?” ha chiesto con tono provocatorio. Perché se infatti i docenti sono sostenuti, possono andare oltre. Per spiegare l’impatto dei corsi ITP ha raccontato delle diverse occasioni formative in cui si trasmettono mezzi e suggerimenti per tornare nelle classi di scuola più pronti e carichi. Inoltre, per fare domanda di partecipazione a queste opportunità formative non servono numerosi titoli di studio, bensì voglia e predisposizione all’iniziativa, ha sottolineato Del Rosso.
Maria Cristina Trevissoi ha portato la sua esperienza, spiegando come è arrivata a introdurre nel suo Liceo un nuovo approccio nel suo insegnamento: corsi di fisica in orario extrascolastico, dove il cuore è lasciare agli studenti campo libero. Liberi in tutto. In cui loro decidono cosa studiare, che materiale serve e dove sono guidati da uno studente universitario. Quindi il docente osserva, resta esterno. Semmai, il prof. si assicura che abbiamo ciò di cui hanno bisogno e al più può verificare che tutti si sentano inclusi. “L’obiettivo è eliminare il giudizio perché sparisca la paura di sbagliare”, ha detto, spiegando le idee del Hand On Physic: “Built it, learn it share it”. Dal condividere i risultati delle ricerche con adulti e colleghi studenti, si crea una comunità scientifica. Molto positivi i risultati, “soddisfazione e felicità tra gli studenti - cosa rara in ambiente Stem - e riduzione del gender gap”.
Per far sì che il maggior numeri di studentesse e studenti possano vivere il mondo della scuola e l’avventura di imparare, c’è bisogno anche di laboratori e di tecnologia, oltre che alla passione dei docenti. Pertanto, dove la scuola non basta, vi possono essere collaborazioni con le imprese locali, dotate di materiali e strumenti specifici. Ecco perchè, per toccare con mano la fisica, al tavolo sono intervenuti anche dei rappresentanti di due aziende.
“Gilardoni è nata nel 1947 da una iniziativa del Dott. Ing. Arturo Gilardoni fondata sulla qualità e dedicata all’innovazione” racconta l’ingegnere Gilardoni – nipote del fondatore. A maggior ragione, se si considera che l’azienda Gilardoni è mossa della ricerca e dalla diffusione delle scoperte scientifiche, sulla base dei valori “del nonno”, la proposta di collaborazione non può non arrivare. La proposta che è stata avanzata è quella di mettere a disposizione i propri laboratori in quattro Business Unit: nella divisione OEM (Original Equipment Manifacturer); nella divisione sicurezza e antiterrorismo (inerente agli strumenti per guardare dentro le valigie); nella divisione medicale (come i radiatori del sangue); nella divisione controlli non distruttivi (raggi X e ultrasuoni) e in tutto il mondo del riciclo. Proprio per ispirare collaborazione la Fondazione Giardoni ha come simbolo un ponte tra le scuole e le imprese.
Anche Techoprobe è intervenuta durante il tavolo di confronto. Fondata nel 1996, è un'azienda leader nel settore dei semiconduttori e della microelettronica, che si è trasformata in una multinazionale mantenendo il proprio centro di ricerca e sviluppo in Italia. Specializzata nella produzione di componenti per PC, telefoni, tecnologie 5G e altre applicazioni, l'azienda è coinvolta in progetti che richiedono strumenti di precisione a livello nanometrico. Luigi Milazzo, riportando la visione del General Manager Roberto Crippa, ha evidenziato l'opportunità che le strutture di Techoprobe offrono agli studenti. Nel corso della sua presentazione, l'azienda ha offerto workshop su diversi temi chiave, tra i quali la forza di compressione, lo studio della corrente continua e i suoi massimali, l’accoppiamento fibra ottica emitter/receiver, la resistenza al calore e la dilatazione termica.
Inoltre, è stato aperto il dibattito sull'uso dell'intelligenza artificiale per ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi. Si tratta dunque di un dialogo che apre nuovi spazi e opportunità per docenti appassionati e intraprendenti, e per studenti desiderosi di apprendere tramite approcci innovativi.
Le giornate della Scuola di Didattica della Fisica “Federico Cesi” si sono concluse con un pranzo informale, un’altra delle tantissime occasioni di dialogo per creare rete e dar vita a nuovi progetti formativi che la prima edizione ha offerto.
M.Bo.